La comunità di San Giovanni Bosco accoglie il nuovo parroco don Francesco Galioto

La comunità di San Giovanni Bosco accoglie il nuovo parroco don Francesco Galioto

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La comunità parrocchiale di San Giovanni Bosco ha accolto, domenica scorsa 23 ottobre il suo nuovo parroco, don Francesco Galioto, alla presenza del vescovo di Palermo don Corrado Lorefice e del parroco uscente don Francesco Michele Stabile.

Padre Stabile ha lasciato la guida della parrocchia per raggiunti limiti di età secondo il codice di diritto canonico. Durante la Celebrazione Eucaristica il Cancelliere della Diocesi don Innocenzo Giammarresi ha letto il decreto di nomina e dopo la benedizione episcopale e il rinnovo delle promesse don Francesco Galioto ha preso possesso della sede parrocchiale. Don Francesco Galioto, bagherese, ordinato presbitero nel 2010 ha ricoperto il ruolo di vice-rettore del Seminario di Palermo. Una carriera, potremmo dire, prestigiosa, che culmina con un incarico in una parrocchia di periferia, don Francesco ha accettato con grande entusiasmo l'incarico affidatogli da don Corrado. Un incarico impegnativo con una eredità importante: don Francesco succede a don Francesco Michele Stabile, parroco per sedici anni. La comunità di San Giovanni Bosco è stata voluta (sulla carta) dal cardinale Pappalardo trent’anni fa, al 1986 risale la sua costituzione in una zona di periferia a nord di Bagheria, erano quelli gli anni della cementificazione, delle lottizzazioni, della costruzione di grandi palazzi e tra questi anche l’edilizia popolare. Le case popolari vennero occupate da tante famiglie che vivevano un grande disagio economico e spesso sociale e culturale. In questo quartiere di contrada Monaco mancava tutto, mancava l’energia elettrica, l’acqua potabile, i servizi igienici più indispensabili, mancava soprattutto il contatto con le istituzioni e con il resto della città. Nel breve tempo il quartiere divenne un ghetto, una zona da scansare, da evitare. Ma ecco la rinascita grazie all’edificazione della scuola intitolata a don Pino Puglisi e alla nascita della parrocchia, appena sedici anni fa, il 19 marzo del 2000. Non c’era una chiesa ma l’aula di una scuola, non c’era un altare ma un tavolo e una sedia da cucina, e ancora le prime ampolline sono state due bottigliette di succo di frutta, per il resto c’era tutto, c’era il presbitero, don Francesco Michele, un crocifisso, una chitarra e tanti cuori, tante braccia, tanta gente del quartiere, bambini, mamme, anziani, studenti, movimenti, gruppi. Una messe ricca riunita attorno a quella mensa. Una chiesa di uomini e di donne in cammino e bisognosa di condividere le gioie e le sofferenze, le ricchezze e le povertà . A dicembre di quell’anno arrivò la chiesa, uno scantinato, enorme, adibito precedentemente ad altro. Una chiesa in cui per arrivare non si salgono le scale come nei sagrati, ma le scale si scendono, cosi come scende l’acqua della pioggia che varie volte ha inondato queste strutture. Con lo spirito di Francesco la comunità ha iniziato sedici anni fa questa esperienza di vita, guidati, accompagnati, sostenuti dal nostro don Francesco Michele, un prete con la stola e il grembiule.
Molta la commozione per il nuovo parroco e per il suo predecessore che comunque rimane a prestare servizio in qualità di vice parroco sempre nella stessa comunità. Un avvicendamento gioioso nell'ottica della continuità, così come ribadito nel discorso di insediamento da don Francesco Galioto, continuità nella carità, nella preghiera, nel servizio al clienti preferiti da Dio: gli orfani, la vedova, il povero, il profugo e tutti coloro che vivono condizioni di fragilità. La comunità al termine dalla celebrazione ha espresso parole di gioia e di ringraziamento:
Ringraziamo Dio Padre per averci affidato Don Francesco Michele, per averlo posto a guida della nostra comunità, per la sua semplice e delicata presenza, per la sua voglia e desiderio di far crescere una comunità come famiglia di credenti che vivono nel territorio, che amano la città in cui vivono e che contribuiscono a migliorarla.

Ed oggi eccoci con il cuore colmo di gioia e di emozione ad accogliere te, caro don Francesco, nostro nuovo parroco, con te vogliamo continuare a camminare, a pregare, a renderci sempre più testimoni di Resurrezione, essere sempre testimoni del Cristo risorto, vivere nella gioia perché si è certi che ogni condizione di morte può essere superata dall’Amore che ci invita ad impegnarci, ad alzare la testa e fissare lo sguardo a ciò che accade attorno a noi senza mai sentirci dispensati nell’ agire per il bene della collettività.

Caro don Francesco, ecco questa è la comunità di San Giovanni Bosco, una comunità giovane di appena sedici anni, una comunità adolescente e come tutti gli adolescenti, vivace, empatica entusiasta, a volte irrequieta, ma determinata nel cammino di crescita nella fede per divenire comunità adulta, tenda tra le case, testimonianza viva e credibile di credenti altrettanto vivi e credibili, per citare Rosario Livatino, credenti si, ma credibili. Ti accogliamo come nostro fratello e concittadino, ti accogliamo come nostra guida, anziano della nostra comunità, punto di riferimento, ti accogliamo perché tu vieni nel nome del Signore.

La nostra è la chiesa di Cristo, ma è la chiesa di Francesco, di San Francesco di Assisi, di papa Francesco e di Francesco parroco e viceparroco. Che grande Grazia.

Per noi non finisce un cammino ma continua una storia, certo è un momento di passaggio, delicato, emotivamente compromettente, ma siamo riusciti a trasformare tutto questo in entusiasmo, in una gara di accoglienza e di preghiera per questo impegnativo, gravoso e sublime servizio che il nostro vescovo don Corrado ti ha affidato.

Don Francesco tutta la comunità prega per te, tutta la comunità ti sostiene, tutta la comunità ti abbraccia, dai bambini, agli anziani, dai tanti nostri fratelli poveri, agli ammalati, dalle famiglie agli operatori pastorali e ai tanti amici e fratelli che pur non vivendo la fede cattolica condivide con questa comunità il ministero della diaconia. Da tempo abbiamo avuto modo di apprezzare la tua sensibilità, la tua delicatezza, l’amore per la chiesa, l’attenzione per i fratelli. Tutti rimangono stretti dal tuo abbraccio, un abbraccio forte, che scuote, segno del tuo esserci, del tuo sostenerci. Invochiamo insieme a te la protezione di don Bosco, educatore, amico dei giovani e del nostro beato martire don Pino Puglisi perché tu possa svolgere questo ministero con serenità ed entusiasmo, nel servizio, nella carità, nella preghiera, nell’ascolto. La Vergine Santa Madre della Tenerezza ti accarezzi, come solo una madre sa fare, per renderti testimone di questo amore misericordioso, testimone di Resurrezione. Don Francesco oggi ti accogliamo nella nostra comunità, ti accogliamo nelle nostre vite e facciamo festa con te e per te.

Comunità parrocchiale San Giovanni Bosco