Suscitano preoccupazione e perplessità le modalità del blitz effettuato l’altro ieri dai Carabinieri coadiuvati dal nucleo cinofilo, all’ ITC L.Sturzo” di Bagheria. Una decina di auto, una quarantina di militari,
macchine e uomini che circondano l’Istituto, controlli di ambienti e di ragazzi “sospetti”, ed un bottino veramente modesto: mezzo grammo di hashish ritrovato ed uno studente minorenne segnalato alla Prefettura.
Tant’è che si sono registrate diverse prese di posizioni allarmate per questo modo di procedere.
I controlli dell’altro ieri fanno il paio con quelli effettuati sempre dai carabinieri, con le identiche modalità a Villa Cattolica, per verificare presenze e identità dei dipendenti: ed il tutto nello stesso stile e metodo. E senza che nessuna irregolarità sia emersa.
Ed è di pochi giorni fa la tragica vicenda dei due ragazzi che inseguiti da un’auto della polizia, sfuggono al controllo imboccando contromano la circonvallazione di Palermo, e si schiantano contro un auto che proveniva dalla direzione opposta, e che ha visto il parroco della Chiesa dell’Albergheria, il bagherese Cosimo Scordato al centro di una polemica forte, per avere affermato che forse la polizia quell’inseguimento ad “alto rischio” avrebbe potuto risparmiarselo.
Siamo tra i primi a chiedere più sicurezza: ci fanno andare in bestia, quei giovani arroganti, prepotenti e spesso ubriachi il sabato sera bivaccano e insozzano portici, spazi e piazze della città, disturbando, sfidandosi in inutili vandalismi su alberi, panchine e quant’altro capita a tiro. Ci preoccupa la diffusione di alcool e droghe e di comportamenti sempre più trasgressivi.
Ma le strategie di contrasto di fenomeni di costume e di comportamenti di questa portata non si combattono facendo sgommare davanti ad una scuola i pneumatici delle “volanti”.
Richiedono il concorso delle famiglie, della scuola e dei suoi educatori e dello Stato e dei suoi strumenti di prevenzione e repressione.
L’Istituto Tecnico Commerciale “L. Sturzo”, è frequentato ogni giorno da oltre 1.500 tra studenti, personale docente e ausiliario. E’ un paese, in cui chiaramente c’è dentro tutto: come avviene esattamente in tutte le scuole e in tutti i centri o i luoghi di aggregazione giovanile. Ma dire come poi si è fatto da parte del Comando dei C.C., che si voleva combattere oltre alla diffusione delle droghe, la dispersione scolastica, il bullismo e il mancato uso del casco, può solo fare sorridere, oltre alla palese esagerazione di “sparare” la notizia sul TG3.
Sono fenomeni talmente complessi e con motivazioni così articolate che c’è da scrivere volumi, altro che un blitz sbrigativo. Forse i carabinieri non si rendono conto che questo tipo di esperienze, in qualche modo fa sentire “grandi” i ragazzi. I militari con i mitra, la scuola circondata, i controlli personali, il tono e i comportamenti palesemente militareschi e autoritari che i militari impiegano in queste situazioni fa assurgere l’episodio ad "evento".
Ogni ragazzo, lunedì avrà la sua storia da raccontare, spiegare ad amici e compagni, dove e come ha fatto sparire l’erba o il fumo, insomma come è riuscito a farla franca.
Nessuno come noi, e vi preghiamo di crederci, apprezza lo sforzo che giorno e notte le forze dell’ordine fanno per garantire la nostra sicurezza: ripensiamo a quanto visto nella docu-fiction di due settimane fa su Rai tre (Doppio Gioco). Lo spirito di sacrificio, l’abnegazione, l’attaccamento al dovere che dimostrano, e che in tante circostanze affrontano anche con il sacrificio della vita.
Ripensiamo a Filippo Salvi, il carabiniere che di notte, su Monte Catalfano la scorsa estate, ci ha rimesso la vita in un lavoro di osservazione per la cattura di un latitante.
Ma è proprio per questo che abbiamo il dovere di segnalare qualcosa che non va nel rapporto tra la benemerita e la nostra città, e non da ieri.
Avvertiamo e temiamo che non ci sia “feeling” tra i Carabinieri e la Città di Bagheria...
Come pure dobbiamo documentare un atteggiamento di forte pregiudizio nei confronti della nostra comunità, non solo dei nostri amministratori, ma anche dei comuni cittadini.
Ma ci riserviamo di parlarne in un’altra occasione.
Riceviamo e pubblichiamo una precisazione del Prof. Provenzani
Eg. Sig. Gargano
Sul blitz al Commerciale Don Luigi Sturzo si sono dette molte cose, alcune fuori
luogo e non del tutto vere.
Nel numero di Bagheria ancora in onda c'è un articolo a Sua firma che merita di essere leggermente corretto.
Innanzitutto, per amore di verità, occorre sottolineare che i
Carabinieri impegnati nell'operazione erano una decina e non quaranta
come l'articolo riferisce. Le macchine erano tre più il mezzo che
trasportava il solo cane impegnato nell'operazione e non si sono visti
né mitra, né altre armi. Anche il tono usato dai Carabinieri non è
stato quello che l'articolo riferisce, ma al contrario rassicurante
quanto possono essere rassicuranti i Carabinieri durante un'operazione
di controllo.
Rispetto alle altre osservazioni che Lei fa rispetto all'
Arma ed ai suoi rapporti con la città di Bagheria, non c'è da dire
nulla se non prenderne atto come suo pensiero personale. Rispetto agli
obbiettivi che l'operazione si poneva possiamo apertamente condividerli
anche se riteniamo che essi non sono assolutamente sostitutivi dei
rimedi didattici ed educativi che la Scuola privilegia e propugna come
prioritari. Ma è proprio la difficoltà di realmente aggredire i
problemi così complessi che determina la chiamata in causa di diversi
attori e protagonisti che per la loro natura agiscono con modi diversi.
Infine una ultima annotazione: sarebbe stato bene che i giornalisti
che, a vario titolo, si sono occupati dell'evento avessero avuto
l'accortezza di chiedere qualcosa anche alla Scuola ed ai suoi
responsabili che invece, sono stati tenuti fuori.
Cordialità
Il Dirigente scolastico
Prof. Salvatore Provenzani
Gentile Prof. Provenzani,
prendiamo volentieri atto che i mezzi dei CC. fossero solo quattro: le notizie li abbiamo raccolte da qualche studente ed erano chiaramente sovradimensionate; e di questo ci scusiamo con i lettori e con l’Arma.
Rimangono, a nostro avviso, intatte tutte le altre considerazioni di merito che sono ovviamente nostre e delle quali ci assumiamo la responsabilità, compresa quella che “l’operazione”, in verità modesta, ha avuto gli onori della cronaca nel TG 3 regionale.
A caldo, abbiamo contattato per telefono, qualche insegnante nostro amico che non ci ha però risposto.
Ci ripromettiamo di approfondire anche con voi l’argomento, perché troppo importante, non solo per gli studenti e le loro famiglie, ma per l’intera comunità.
Angelo Gargano