Intervista a Don Giovanni Basile nuovo parroco della Chiesa Anime Sante di Bagheria

Intervista a Don Giovanni Basile nuovo parroco della Chiesa Anime Sante di Bagheria

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Padre Giovanni Basile tra qualche settimana verrà chiamato a guidare la Parrocchia delle Anime Sante di Bagheria. 57 anni compiuti a maggio, originario di Ficarazzi, Padre Basile è stato consacrato presbìtero il 23 marzo del 1985.

Il suo mandato pastorale inizia con la nomina a parroco della parrocchia Maria SS. Immacolata di Cerda, l'anno successivo viene nominato vicario parrocchiale alla Madonna della Milicia ad Altavilla con Padre Liborio Scordato e durante questo mandato dirige la rivista parrocchiale "Ecco tua madre". Nel 1990 passa alla guida della Parrocchia di Maria SS. di Pompei nel quartiere palermitano di Bonagia e rimane in quella chiesa per ben 19 anni, costruendo la chiesa parrocchiale prima inesistente. Nel 2009 la diocesi di Palermo decide di trasferirlo nella "zona bene della città" tra Viale Lazio e Via Libertà per guidare la parrocchia"Maria SS. Regina Pacis" prendendo il posto di un prete pesantemente coinvolto in un caso di pedofilia, caso venuto alla conoscenza di Padre Basile soltanto al momento del suo insediamento per un articolo sul giornale di Sicilia.

Padre Giovanni ci parli della sua nomina alla parrocchia delle Anime Sante di Bagheria
Fino a questo momento non c'è stata nessuna nomina ma soltanto la richiesta della disponibilità a cambiare parrocchia. Si tratta di un approccio iniziale della diocesi in vista della programmazione di un tourn over alla guida di diverse parrocchie e mettere insieme le tante necessità della diocesi.

Comunque come ha accolto questa richiesta di disponibilità
Inizialmente ero un po' perplesso perché dal 2009 la mia opera parrocchiale era sostanzialmente profusa nella "riconquista" di una fiducia verso la chiesa che, per le vicende accadute prima del mio arrivo, era andata completamente persa ed oggi dopo aver affrontato, e superato, tantissimi problemi al punto tale che questa comunità parrocchiale si è ricompattata, mi viene chiesto se voglio servire la Chiesa in altra comunità. Ubbidire ai superiori è sempre stato il mio stile.

Ci può spiegare che genere di problemi ha dovuto superare?
Delle problematiche che interessavano la parrocchia che attualmente dirigo ne sono venuto a conoscenza la stessa mattina del mio insediamento (22 febbraio 2009). Il Cardinale Romeo è arrivato in parrocchia un’ora prima del previsto, ha chiamato in disparte me ed il mio predecessore e ci ha mostrato il giornale di Sicilia di quel giorno e rivolgendosi al parroco accanto a me ha detto "Vedi cosa scrivono di te?!". Il mio predecessore ha concelebrato al mio insediamento dopo di che è andato via. Qualche giorno dopo sono iniziate ad arrivare in parrocchia le diverse comunicazioni "dei guai": ingiunzioni di pagamento, convocazioni in tribunale, cartelle esattoriali, debiti con tutti i negozianti della zona. È stato un periodo tristissimo. Ho saputo così che il mio predecessore oltre ad essere indagato per pedofilia aveva lasciato debiti in parrocchia per oltre 200mila euro. Purtroppo avendo "ereditato" la guida della parrocchia avevo anche ereditato i problemi creati da chi mi aveva preceduto. Oggi dopo sette anni e mezzo trasmetto al mio successore una parrocchia con quasi tutti i problemi risolti, compresa la "riconquista" dei parrocchiani. Quando mi sono insediato c'è stata una fuga generale da questa chiesa, se ne sono andati tutti perché lo scandalo è stato immenso. Chi mi ha preceduto nel ruolo canonico di parroco in chiesa si comportava in modo corretta, ed era anche stimato, era la sera, fuori parrocchia, che si trasformava come se viveva una doppia vita, molti parrocchiani mi riferivano che stentavano a credere su quanto pubblicato nei giornali, il suo comportamento in chiesa era conforme con il suo mandato pastorale, il problema era la notte per quello che le cronache hanno poi riferito. Da questa parrocchia se ne sono andati quasi tutti, catechisti, famiglie, scout e tutte le componenti che formano una comunità ecclesiale.Tempi di grande sofferenza, personale e comunitaria! La parrocchia sorge nel cuore della "Città" frequentata da tantissime personalità importanti come l'attuale presidente della Repubblica, on. Mattarella, l’on. Schifani, lo stesso sindaco Orlando ed altre personalità, tutti presenti nella comunità parrocchiale. In parole povere, tutti ma proprio tutti si sono trasferiti verso altre parrocchie e come se non bastasse la stessa chiesa venne chiusa dopo pochi mesi dal mio insediamento ed è stata riaperta lo scorso 23 dicembre. La chiusura venne decretata per inghippi amministrativi e burocratici causati dalla negligenza e disattenzione del mio predecessore.Abbiamo celebrato Messa e sacramenti per sei anni nel teatro parrocchiale, mortificati in tutta la vita parrocchiale, ma nonostante questo a poco a poco la vita della comunità è ricresciuta ed i fedeli hanno ripreso a frequentare. Alla fine ho risolto anche questo problema ed a Natale dello scorso anno ho avutol’autorizzazione da parte del comune di Palermo di riaprire la chiesa e la gioia di officiare di nuovo in chiesa.

In molti la descrivono come un prete buono
Non lo so fino a che punto posso definirmi buono, ognuno di noi ha i suoi pregi e suoi difetti, mi conosco e so la fatica che faccio per mantenermi fedele al vangelo. Per il resto a Bagheria ritroverò tutti i miei compagni del liceo scientifico, gli ex allievi del liceo classico, gli altri amici della Chiesa Madrice che potranno dire se sono buono o no, anche se nei tempi del liceo non frequentavo molto la Chiesa e non avevo ancora in mente di diventare prete. Ricordo che invece frequentavo la "Caravella" ai tempi del muretto. Però la prima volta che indossai un camice liturgico nella mia vita fu proprio a Bagheria ad opera di p Gaetano Pravatà. Mah!.

Quando e come arrivò la vocazione di diventare prete?
Il travaglio vocazionale arrivò grazie ad un mio compagno di scuola che scoprì prima di me la fede ed insisteva che anche io andassi in chiesa, un giorno ci incontrammo con padre Passamonte nella parrocchia di sant’Atanasio a Ficarazzi e lì, "diciamo", che mi ha conquistato, mi disse: "Vienimi a trovare più spesso!". Ricordo che gli ultimi due anni di liceo sono stati anni di travaglio vocazionale e la frequentazione con padre Passamonte, con il coinvolgimento nelle attività parrocchiali, mi hanno portato poco a poco a prendere la decisione di farmi prete. Mio padre non fu per nulla d'accordo e fui costretto a scappare di casa per poter entrare in seminario.

Quindi conosce Bagheria anche dal punto di vista canonico?
Conosco Bagheria, dal punto di vista canonico per come dici, ma quella di 30 anni fa!, anche perché sono stato per due anni viceparroco della Matrice con Padre Muratore. Ricordo che allora la chiesa Madre era il fulcro dell'attività pastorale della Città. Oggi so che anche le altre parrocchie sono molto presenti ed attive e quella dell’ "Immacolata" è senz'altro tra le più attive e con un altissimo numero di fedeli e padre Massimiliano ha fatto un buon lavoro.

Come interpreta la gestione parrocchiale di una comunità?
Va detto che la Chiesa, in generale, ha una sua struttura di comunione ben chiara, che vede in relazione il Vescovo, il presbitèrio e i fedeli, io sono prete nella misura in cui faccio parte del presbitèrio, quindi è il presbitèrio che mi fa prete, è la comunione dei preti che mi inserisce nella Chiesa. Qualche prete dice è lo sposo della parrocchia, invece lo sposo è il vescovo, noi preti siamo rappresentanti del vescovo, delegati dal vescovo, di fatto nella S. Messa diciamo in comunione "con il Papa N., con il Vescovo N., (e pronunciamo il suo nome)" siamo responsabili nel nome del Vescovo ed è Lui il pastore proprio della Parrocchia. Noi preti dobbiamo riuscire a rendere presente Lui con il magistero, con le indicazioni e con la pastorale e creare comunione e comunità e quindi camminare insieme per costruire e testimoniare la fede.

Cosa significa per lei venire a Bagheria?
Per me venire a Bagheria è come tornare a casa, in città ci sono tantissime persone che mi conoscono, l'ho frequentata per dieci anni quotidianamente e poi non dimentichiamo che la Parrocchia delle "Anime Sante" è una parrocchia mariana, io sono stato sempre in parrocchie dedicate a Maria SS., mi sento un prete sempre scelto dalla Madonna. Con l'Immacolata c'è un legame anche perché negli anni del travaglio vocazionale mi proposero di andare a Lourdes come barelliere in servizio per gli ammalati, inizialmente non volevo andare, me lo proposero per due anni finché mi convinsero ma andato a Lourdes ho deciso che ci sarei tornato sempre perché lì la bimba Bernadette chiese a quella bella Signora "come ti chiami?" e lei rispose "Io sono l'Immacolata concezione". Nel 2008 il Cardinale Romeo, senza che io lo sapessi, mi presentò al vescovo di Lourdes per ricevere l'onorificenza di "Cappellano d'onore della Grotta" la stessa onorificenza che qualche anno fa hanno ricevuto sia padre Sammarco che padre Lo Coco, un bel messaggio di continuità nel nome di Maria Santissima Immacolata, della quale sono "innamorato".

Intervista apparsa sul numero del 02/09/2016 de "Il Settimanale di Bagheria".