A propositi di demolizioni - di Pino Fricano

A propositi di demolizioni - di Pino Fricano

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Abbiamo tratto dal profilo facebook dell'ex sindaco Pino Fricano questa riflessione su un tema di grande attualità, la demolizione degli immobili abusivi e non sanabili, che pubblichiamo.

 

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Qualcuno ha detto “le leggi non si commentano, si applicano”, mentre un vecchio proverbio recita “i nodi, prima o poi, vengono al pettine”, rispetto alla vicenda della demolizione delle case insanabili ambedue i detti sono pertinenti.
Si è troppo chiacchierato di abusivismo e di legalità ed ora il nodo delle ordinanze di demolizione diventa ineludibile.

Se è vero che le leggi si applicano, è pure vero che possono essere applicate con buon senso, mi ricordo che ai tempi della mia amministrazione piuttosto che continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, procedemmo affrontando i casi più eclatanti, a partire dall’ecomostro di Monte Consona, passando per la demolizione parziale della casa che impediva il completamento di via Vallone De Spuches, per finire con la demolizione della casa che impediva la ripresa dei lavori per la realizzazione del Liceo Scientifico.

Si trattò di interventi mirati, si evitò di sparare nel mucchio e si diede la sensazione di averci messo mano, quelli erano i tempi dei fatti, del governo concreto ed avveduto dei processi, ora è il tempo della “comunicazione”, dei social, delle “sparate”, chi la spara più grossa conquista l’attenzione, chi alza più la voce ha ragione ma spesso procura guai e danni che alla fine dovremo pagare tutti.

Allora avviammo uno specifico progetto per consentire alla maggior parte degli abusivi di mettersi a posto, coinvolgemmo i tecnici privati, avviammo accordi con le banche per anticipare, a chi aveva bisogno, i soldi per pagare gli oneri e completare i lavori. Dopo tutto fu bloccato è si tornò alla “testa dentro la sabbia”.

Ora, anche grazie alle dichiarazioni roboanti, pare che il tempo sia scaduto e l’unico strumento che resta disponibile, per evitare la demolizione, è l’acquisizione a pubblico demanio per pubblica utilità.

Se non ricordo male non è il Consiglio a decidere se demolire o meno, in casi di conclamata necessità, per costruzioni su demanio, in aree di particolare rilievo ambientale, naturalistico e paesaggistico o per la realizzazione di edifici pubblici già finanziati, come si fece allora, l’amministrazione può e, per certi versi, deve procedere alla demolizione, il Consiglio interviene solo per evitarle, quando è opportuno e possibile farlo, con la dichiarazione di pubblica utilità.

Dentro questo ambito, se si vogliono salvaguardare i più bisognosi, per quelli che una volta chiamavamo abusivi di necessità, cosa si può fare ?
Cioè come consentire , a chi abita in quelle case e non se ne può permettere un’altra , di continuare ad abitarci?

Alla risposta si è già accennato, anche se in modo vago, credo che fatta una ricognizione specifica, di questa tipologia (prima casa del domiciliato, famiglia monoreddito o con reddito basso, etc.), si possono acquisire queste case per pubblica utilità , per affrontare l’emergenza abitativa che deriverebbe dalle demolizioni, quindi ridarle in uso, con l’onere della manutenzione, agli attuali proprietari, lasciando aperta la possibilità di riscatto.

Con gli elementi a mia disposizione non riesco ad intravedere altre soluzioni, se qualcuno ha un’idea migliore, che riesca a salvaguardare capre e cavoli, cioè attuazione della legge e solidarietà per i più bisognosi, si faccia avanti, riceverà il mio applauso.

Maggio 2016 Pino Fricano