Ai funerali di Roberto Iannelli il dolore di un'intera comunità - di Angelo Gargano

Ai funerali di Roberto Iannelli il dolore di un'intera comunità - di Angelo Gargano

attualita
Typography

Oggi è il giorno in cui la partecipazione al dolore assume la concretezza fisica delle lacrime, dei volti e delle espressioni dei familiari, degli amici, dei semplici conoscenti di Roberto.

Ogni volta, da cronisti, ci ritroviamo a sforzarci di trovare le parole, gli accenti, le corde giuste per la narrazione di un dolore così intenso, così atroce e insopportabile, senza mai riuscirci.

Soltanto lontanamente riesciamo a cogliere la profondità, la complessità e i risvolti delle ferite per una tragedia che si riempie ogni giorno di più di memorie, di ricordi di eventi, legati alla personalità ed alla vita di Roberto nel suo breve passaggio tra di noi.

Il progetto della ristrutturazione di una casa, il consitente stok di computer arrivati proprio quel venerdì primo aprile, quel viaggio sullo scooter a Rocca di Caprileone per 'svincolare' la merce. Una vita piena, dinamica, aperta alle sfide difficili del futuro. Era tutto questo Roberto Iannelli da come ci è stato descritto.

Un vulcano di iniziative e di idee: partito dal lavoro dietro il bancone di una panineria, presto ha il sopravvento la voglia di mettersi in gioco, di intraprendere, di mettere su un'azienda sua, e trova l'idea buona.

Poi quel filo viene reciso, così al'improvviso, per un caso, una fatalità, una coincidenza disgraziata, e nel buio senza fine di un dolore che ancora non riesce a trovare consolazione rimangono quanti, a partire dai familiari, gli erano più vicini.

Padre Innocenzo Giammarresi, che officia il rito funebre nella chiesa della Anime Sante che trabocca di gente, ci prova, come è giusto che facciano gli uomini di chiesa, per trovare una logica, un disegno superiore, una brandello di razionalità per un qualcosa che sembra assurdo.

Il silenzio, dice padre Giammarresi, in questi momenti è d'obbligo, astenersi dai giudizi facili e superficiali che non vanno al cuore del problema; certo anche ai giovani spetta fare delle riflessioni, imparare anche da queste tragedie a comprendere il valore della vita.

Per i credenti in queste occasioni vale il motto di fede 'vita mutatur, non tollitur': la vita è cambiata, ma non è venuta meno. Per chi credente non è, la vita futura dopo la morte è nelle tracce e nei segni di una esistenza come quella di Roberto, sia pure breve ma piena e intensa.

Un'altra vita per Roberto è possibile nel racconto e nella narrazione di cosa è stato e della memoria che ne ha lasciato a familiari ed amici, o anche semplici ed occasionali conoscenze.

Vivere nella memoria di chi resta con le mille e mille storie magari semplici e quotidiane che trovano alimento nella sua 'genialità' come qualcuno l'ha definita; nella fiducia quasi illimitata, tipica dei giovani, nelle proprie forze e capacità; nelle sue passioni e nei suoi passatempi.

Centinaia, migliaia di fermo immagine che lo potranno far sentire ancora tra noi.

E' questa la rete che ricompone la lacerazione ed aiuterà nel tempo a rielaborare un lutto che sembra aver distrutto per tanti il futuro senza Roberto.

A rappresentare la città c'è il sindaco Patrizio Cinque, ci sono consiglieri comunali, ma ci sono soprattutto loro che del futuro saranno i protagonisti, vale a dire i tantissimi giovani, con il loro look, con i loro abbigliamenti, con i loro miti, i loro sogni ed il loro personale ricordo di Roberto.

Angelo Gargano