Non vedo, non sento, non parlo - di Manlio Schiavo

Non vedo, non sento, non parlo - di Manlio Schiavo

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In riferimento all’ articolo recentemente pubblicato su questo stesso giornale, a firma dello scrivente ma a nome del Gruppo Civico “Noi cittadini”, a proposito di una “normale” anormalità: della piazza se ne usa ma.....non se ne abusa!, mi pare necessario esprimere qualche personale ragionevole (almeno, così penso) dubbio su quel che...... non ne è seguito.


Comprendo bene che gli amministratori non possono certo leggere in dettaglio tutto quello che scrivono i concittadini sulle problematiche che emergono dal con-vivere sociale, a meno che non si indirizzino loro specifiche istanze. Mi pare che, comunque, anche agli amministratori siano ben noti i problemi derivanti da una diffusa mancanza del rispetto delle regole, tanto che in proposito non sono mancati da parte loro anche interventi diretti al ripristino, quantomeno, di un minimo dignitoso rispetto della legalità.

Ma, proprio per questo, mi sono chiesto e mi chiedo (forse un po’ ingenuamente): nessuno, ma proprio nessuno degli amministratori e di quanti sono preposti al controllo del territorio ha letto l’articolo o ha avuto mai alcun sentore del problema in esso sollevato circa la “normale” situazione di degrado ambientale relativa alla piazza Sepolcro?

Nessuno, ma proprio nessuno degli amministratori e di quanti sono preposti al controllo del territorio, anche senza leggere l’articolo, ha constatato o constata con i propri occhi quella situazione che non è sfuggita e non sfugge, comunque, a tanti altri concittadini?
S

e nessuno dei primi è intervenuto o interviene, viene da pensare che questa situazione sia regolare.

(Ma se così è, allora, le nostre scuse e....come non “scritto”!) (Ma non sarebbe utile per tutti sapere in base a quali norme che a noi, normali cittadini, sfuggono?)
O che sia stata regolarizzata, quindi, ora,“a norma”. (Ma se così è, allora, le nostre scuse e....come non “scritto”!) E, allora, anche in altre piazze, vedi ad es. piazza Matrice, si può riprodurre tranquillamente una situazione del genere? ( Se così è, ....bene a sapersi!)

(Ma non sarebbe utile per tutti sapere in base a quali procedure che a noi, normali cittadini, sfuggono, si è “a norma ? “a norma” da parte di quale autorità di competenza? Comune, Soprintendenza, Asp, forse anche Genio civile -nella fattispecie, per i consistenti interventi- i cui pareri, vincoli e prescrizioni vanno a costituire la cosiddetta autorizzazione finale che, di fatto, dovrebbe esserci? Ma questa, esiste davvero? E la verifica o controllo sulla costante rispondenza a tale autorizzazione, in che modo e con quale periodicità è stata e viene esercitata?)

Se invece qualcuno di competenza è intervenuto, ha constatato che non c’è infrazione.

( Ma se così è, allora, le nostre scuse e..come non “scritto”!) ( Ma non sarebbe utile per tutti sapere in base a quali norme che a noi, normali cittadini, sfuggono?)
O ha sanzionato l’infrazione, senza che questa abbia comportato la rimozione di quanto non è “a norma”? Ma è possibile che sia legittima questa procedura: sanzione- sanatoria--non rimozione? La sanzione in generale, e in particolare per eventuali difformità, consente il mantenimento della/e stessa/e difformità?
(Se così è, allora, le nostre scuse e.....come non “scritto”!).
( Ma se così non è....) Giro una domanda a chi di diritto meglio e più si intende: ma non c’è, per caso, il rischio, per chi di competenza, che si configuri un vulnus alla legge, come, ad es. l’omissione di atti di ufficio ?

E come mai, a proposito di tale problematica, rimane assordante il silenzio da parte della politica tutta circa la proposta, avanzata già in quell’articolo, di approvare, almeno, un buon Regolamento per il decoro e l’arredo urbano?

Forse perché poi ci vorrebbe una ancor più eclatante “faccia di bronzo” a non farlo rispettare?

Forse perché, in termini di “simpatia” politica non è redditizio ed è preferibile “quieta non movḗre”?

Forse perché le maggioranze cambiano ma gli amici che chiudono non uno ma due occhi, quelli non cambiano o si trovano sempre, anche in mezzo al “nuovo” che avanza?
Forse perché non si vuole capire (o si capisce troppo bene!) che, per poter voltare pagina, bisogna cominciare dall’eliminazione del diffusissimo fenomeno dell’indecente occupazione di suoli pubblici?

Ma la cultura della legalità, del rispetto delle regole, non sta (anche a Bagheria) a fondamento della lotta all’incultura mafiosa?

Com’è normale, ci sarà sempre qualcuno tra i lettori che, perché realmente non si rende conto o perché non vuole vedere il senso “ultimo” del problema, chiarissimamente esposto in quell’articolo e in questo ribadito, riterrà “polemica pretestuosa” e addirittura “attacco” ai lavoratori onesti e alla giovanile e baldanzosa amministrazione “del fare”, ripetere ancora una volta la stessa “solfa”, visto che, tanto, non sortisce alcun effetto (e il paese, intanto, secondo me, non va avanti di un millimetro, in civiltà e dignità).

Pazienza se sono, purtroppo, sempre più numerosi quelli che vogliono continuare a fare il gioco delle tre scimmiette: “non vedo-non sento-non parlo”. Io, no.

Manlio Schiavo