Disabili: un problema di serie "b" ?

Disabili: un problema di serie "b" ?

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Sono il papà di una bimba disabile di 6 anni che frequenta il centro AIAS (associazione italiana assistenza spastici) di via Dante (accanto Ferdico per intenderci), e che ogni giorno deve girare e rigirare lì intorno alla ricerca di un posteggio pur essendocene ben 5 riservati che sono sistematicamente occupati da normodotati abusivi sprovvisti di cartoncino.

Ogni qualvolta nei pressi dei posteggi ho incontrato una pattuglia della polizia municipale ho esposto il problema: la maggior parte delle volte mi hanno “calato” la testa ma non si sono fermati, due volte invece sono usciti dall’auto e hanno “perso” un quarto d’ora a fischiare e cercare i possessori delle auto posteggiate in divieto all’interno dei negozi senza fare nessuna multa.

Vista la situazione, mia moglie ha deciso di mettersi in contatto con il comandante inviandogli un fax.
Sorprendentemente e cordialmente il Comandante ha risposto e dopo averla ricevuta si è messo a disposizione. Dopo qualche giorno è stata rifatta la segnaletica (le linee arancio) ma le zone continuano ad essere occupate abusivamente, e le pattuglie continuano a calare la testa ad ogni mia esortazione.

Qualche mese fa mia moglie ha posteggiato in uno dei due parcheggi per disabili sul corso Umberto davanti il Municipio.
Il Vigile che presidiava quella zona l’ha esortata a uscire dal posteggio, ma avendogli fatto notare la presenza della tabella H ha controllato prima il cartoncino, poi ha chiesto se il disabile era presente e infine le ha fatto fare marcia indietro per potere lasciare libero il posteggio avanti anch’esso per disabili.

Mentre ciò accadeva un politico bagherese (non faccio il nome per la privacy) posteggiava nel posteggio lasciato libero poc’anzi nell’assoluta indifferenza.
La mia amarezza per questa situazione è nei confronti dei bagheresi ma ancor di più della polizia municipale e dei suoi Dirigenti che sono indifferenti alle problematiche degli svantaggiati.

Noi cittadini dobbiamo essere educati al rispetto delle regole e se non le rispettiamo dobbiamo essere puniti non “richiamati all’interno dei negozi per spostare la macchina” oppure essere salutati con un sorriso quando posteggiamo in zona vietata.
Il “vogliamoci bene”, l’amicizia, la conoscenza, la parentela e l’interesse personale non devono esistere se si indossa una divisa o se si ricopre una carica pubblica.

Ho chiesto che fosse pubblicata la mia lettera nella speranza che possa essere presa in considerazione dalle autorità preposte.


Pietro Aiello