Alla nostra nota di questo numero una premessa è doverosa: sappiamo bene, e lo diciamo per personale esperienza, quanto sia difficile l’amministrazione di una città, e sappiamo di converso quanto sia facile criticare e fare i “grilli parlanti” stando comodamente seduti.
Però, però, però.
Partiamo dalla nomina dei consulenti: è sempre antipatico parlare delle persone chiamandole per nome e cognome.
Avere però nominato consulenti, sia pure a titolo gratuito (almeno così diceva allora B. Sciortino n.d.r.), quasi l’intero staff della campagna elettorale, non è stato per il sindaco Sciortino, al di là delle indubbie qualità di preparazione e competenza che sicuramente qualcuno di loro ha, quello che si dice un bell’esordio.
Abbiamo per fortuna a Bagheria personalità nei vari campi del sapere, il cui nome dice qualcosa oltre la Punta Guglia e l’Eleuterio.
Sono stati contattati ed hanno rifiutato? Sarebbe anche interessante saperlo.
Il problema nella realtà è un altro. Se l’amministrazione non ha al proprio interno le professionalità di cui necessita un comune moderno, è giusto che le cerchi fuori.
Però i consulenti debbono essere utilizzati perché preparino analisi, studi, progetti, relazioni, proposte; dopodichè se ne verificano i costi e le fattibilità, si paghi il lavoro che è stato prestato. Punto e basta.
I consulenti, ed è purtroppo un male che accomuna l’intero paese, (comuni, province e regioni), non possono essere usati come uno strumento clientelare per gratificare chi ha dato, per così dire, una “mano” in campagna elettorale..
Noi veniamo da una esperienza della precedente amministrazione estremamente discutibile.
Abbiamo avuto, per esempio, lautamente remunerato un consulente sulla viabilità e il traffico il cui contributo alla soluzione del problema è custodito come un segreto di stato.
I consulenti sono senz’altro necessari: si guardi però a figure in grado di dare un contributo vero, originale, con limiti di tempo e che siano equamente retribuiti; ma nominare un consulente solo per tenersi buono qualcuno è un sistema che non funziona.
Articolo pubblicato sul N° 66 del periodico l’Approfondimento del Novembre 2006