La strada provinciale 88 intitolata alla Marcia contro la mafia e la droga del 26 febbraio 1983

La strada provinciale 88 intitolata alla Marcia contro la mafia e la droga del 26 febbraio 1983

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Due cortei variopinti e gioiosi con tanti cartelloni e striscioni colorati, uno che dalla piazza di Casteldaccia arriva alle porte del paese, l'altro  che partendo  dalla scuola 'G.Cirincione' arriva all'innesto tra la SP 88 con la Tangenziale est a Bagheria.

Centinaia di bambini delle scuole elementari e medie a Casteldaccia, migliaia di ragazzi delle scuole superiori a Bagheria, per l'intitolazione della strada provinciale 88, congiungente Bagheria e Ficarazzi, già  via di fuga di contrabbandieri ekillers di mafia, alla grande 'Marcia contro la mafia e la droga' che si svolse il 26 febbraio del 1983, ormai trentuno anni fa.

Alla manifestazione promossa dal Centro studi 'Pio La Torre', i giovani e i giovanissimi che allora non c'erano, ma anche parecchi dei genitori, anche loro al tempo studenti che ruppero quel silenzio del nostro territorio nella lotta contro la mafia.

Allora furono i comitati antimafia, le comunità ecclesiali, i parroci, i sindacati del lavoratori, gli scouts, i partiti della sinistra che, con la benedizione, è il caso di dirlo del cardinale Salbvatore Pappalardo, scesero in campoa testimoniare di comunità che non volevano essere definite del 'triangolo della morte' ma del 'triangolo della vita e della riscossa antimafiosa'.

Fu uno dei momenti topici del nostro territorio, quando i processi carsici delle coscienze emergono e si manifestano in carne ed ossa con la gente che scende in campo e dice No alla violenza, No alla droga e soprattutto No alla mafia di cosa nostra.

L'intitolazione di ieri è stata resa possibile dall'adesione della Provincia regionale di palermo, presente con il commissario straordinario Domenico Tucci; ma ci sono anche il prefetto e il questore di Palermo, Francesca Cannizzo e Maria Rosaria Maiorino, due donne, anche questo oggi un grande elemento di novità e di cambiamento; i sindaci di Bagheria e Casteldaccia, Vincenzo Lo Meo e Fabio Spatafora, il vicesindaco di Villabate, Francesco Giglio, rappresentanti dei consigli comunali e delle giunte di Bagheria e del territorio, Caterina Vigilia, Daniele Vella, Gaetano D'agati e l'on. Giovanni Di Giacinto; i rappresentanti delle comunità ecclesiali con il vescovo emerito di Monreale, Salvatore Di Cristina, che prenderà la parola assieme ai sindaci, e che con parole semplici e toccanti farà capire ai giovani l'importanza di giornate come questa, e poi i parroci, padre Salvatore Lo Bue, padre Francesco Michele Stabile, padre Giovanni La Mendola, che allora furono tra i promotori e gli animatori della marcia e padre Salvatore Pagano, parroco della Chiesa di Casteldaccia.

C'è Gianluca Calì, imprenditore casteldaccese,  bersaglio di tentativi di tentativi di estorsione da parte dei mafiosi, che ha avuto il coraggio di dire no al pizzo e agli uomini di cosa nostra.

Ci sono le autorità di Pubblica sicurezza, il dirigente del commissariato di P.S. di Bagheria, Francesco Fucarini, la dr.ssa Maria Russo, la protezione civile e le associazioni di volontariato, e ci sono soprattutto loro, i ragazzi con i loro dirigenti scolastici ed i loro insegnanti che riconosciamo a decine, con la loro ferma volontà di proseguire in un impegno inizato trenta anni fa e mai interrotto.

Ma i veri protagonisti, con le loro parole talora ingenue e piene di sogni, come quelle dei bambini casteldaccesi,  talora irruenti e generose, ma senz'altro più consapevoli  dei giovani dei licei bagheresi, sono i ragazzi delle scuole.

Su di loro adesso graverà il compito di riuscire a battere la malapianta mafiosa e costruire una Sicilia che ci liberi dai ladri del nostro futuro e dalle ombre di infamia ed ignominia.

Vito Lo Monaco, presidente del 'Centro studi Pio La Torre', la cui passione politica non scema con il passare del tempo, ma sembra sempre più ravvivarsi con gli anni, è stato l'artefice di una giornata come questa, bella, bellissima, ma dietro la quale c'è quel lavoro di talpa minuto e quotidiano, che a lungo andare però riesce a cambiare i mondi, piccoli o grandi.