Da grande vorrei fare l'insegnante - di Marco Maggiore

Da grande vorrei fare l'insegnante - di Marco Maggiore

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Lo so. Un insegnante in Italia non guadagnerà mai quanto un ingegnere, un architetto, un medico. I miei stessi professori me lo dicevano: cambia prospettiva, ti ritroverai precario a quarant’anni, con uno stipendio da fame, sballottato in giro per il Paese senza certezze per il domani.

Lo so. Ma io voglio insegnare per educare le future generazioni, voglio poter vivere in mezzo ai ragazzi perché forse potrò sentirmi giovane anche io, voglio trasmettere qualcosa per lasciare un segno in chi la riceve.

Io lo so, il guaio è che il mio Paese non lo sa.

Secondo il rapporto OCSE dell’Aprile 2013 l’Italia è l’ultimo tra gli stati dell’Unione Europea per investimenti nell’Istruzione Pubblica, a cui viene destinato l’1,1 del PIL interno. Una situazione che si protrae da anni, i cui risultati devastanti sono sotto gli occhi tutti: altissimi tassi di disoccupazione tra gli insegnanti; strutture fatiscenti; tecnologie praticamente assenti; offerta formativa quasi inesistente.

A questa si aggiunge la notizia di un prelievo forzoso sugli stipendi degli insegnati che nel Gennaio 2013 hanno avuto lo scatto stipendiale, mentre chi ha avuto lo scatto a Settembre del 2013, oltre alla restituzione dei soldi, verrà retrocesso di categoria stipendiale.

altUn precedente pericoloso, che fino ad ora ha visto la sua realizzazione in Grecia e che rischia di dare un’ ulteriore mazzata alla Scuola italiana.

Ovviamente chi governa sa benissimo che un popolo poco istruito è più facile da controllare.

A una minore diffusione del sapere corrisponde una minore capacità di comprensione, a una minore capacità di comprensione una maggiore possibilità di farsi ingannare. Così uccidono la scuola, perché sanno che dalla scuola gli uomini vengono formati, divenendo cittadini. E i cittadini, come il MoVimento 5 Stelle ha dimostrato, alla politica possono fare davvero paura.

Marco Maggiore, attivista del Movimento Cinque Stelle Bagheria