Il nuovo anno tra speranze e paure - di Angelo Gargano

Il nuovo anno tra speranze e paure - di Angelo Gargano

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La chiusura dell'anno ha portato a Bagheria e nel territorio alcuni segnali positivi: in politica i tre mesi guadagnati per evitare il dissesto saranno risolutivi per capire cosa ci aspetta nel futuro prossimo.

Sul dissesto abbiamo detto quasi tutto: che sarebbe una tragedia, per i cittadini, per le imprese, per i dipendenti comunali, per Bagheria. Arriverebbero i commissari e abbiamo abbastanza anni per ricordarci come eravamo amministrati nei periodi in cui il comune è stato per due volte commissariato per mafia.

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Il risultato era quello di un paese che andava a rotoli: qualche tiratina antimafiosa, qualche sfilatina, un pò di fumo negli occhi, ma gli affari continuavano sempre.

Lo Meo fa bene a scommettere tutto sul salvataggio dal dissesto, sul quale anche se non ha le responsabilità prevalenti, qualcosina di suo lo ha messo.

A questo punto però o Vincenzo Lo Meo riesce con la collaborazione del consiglio comunale, Lui e la sua amministrazione, a salvare Bagheria dal baratro finanziario, e gliene verrà merito, altrimenti, come scrivevamo qualche giorno fa, è meglio che tolga il disturbo e chiuda questa esperienza.

Altri segnali positivi in politica non ne vediamo: continuiamo a pensare che, intesa complessivamente, la politica, a Bagheria e non solo, non abbia percepito la gravità della crisi e continui a comportarsi come se la burrasca dovesse passare da sola, senza che i politici, loro per primi, facciano qualche sacrificio.

Ma sembra una speranza malriposta.

La tirata di orecchie alla politica nel messaggio di fine anno del presidente Napolitano ne è la prova più evidente. Un pò di ottimismo viene dal dinamismo e dai programmi di Renzi: i fatti li vedremo.alt

Un buon segnale è venuto anche questo negli ultimi giorni dell'anno dal fatto che ben tre bagheresi che operano in settori diversi dell'economia abbiano trovato una presenza su platee nazionali: abbiamo visto su Rai 1, nella trasmissione Uno mattina, a rappresentare un segmento di mercato in sicura crescita, e cioè quello della commercializzazione dei prodotti agricoli biologici, il presidente della Ecofruit, Rosario Provino, assieme ad una ecccellenza della ristorazione, il titolare del ristorante 'I pupi' Tony Lo Coco.

Su Italiapiù l'inserto mensile del quotidiano economico il Sole 24 ore ha trovato invece, nel numero di dicembre, ampio spazio l'esperienza della Flott di Aspra guidata da Tommaso Tomasello, impresa che sta mietendo i risultati più significativi nel campo delle esportazioni.

A questi si aggiungono le centinaia di bagheresi, donne e uomini, giovani e meno giovani, che occupano ruoli importanti nel mondo dell'Università, della ricerca, delle imprese e delle multinazionali in Italia efuori d'Italia: Ryan Air e Nokia due nomi per tutti, dove in ruoli di grande responsabilità lavorano due nostri concittadini.

Ma un importante segnale viene anche da quegli imprenditori che non si sono piegati al pizzo, a partire da Gianluca Calì sono in tanti, e ce lo dicono le cronache dell'operazione Argo, gli operatori d'impresa che dicono no a cosa nostra.

Ed un'altra spia che induce all'ottimismo, viene dal sondaggio del giornale on line livesicilia.it che incorona il magistrato Nino Di Matteo, anche lui proveniente dal nostro territorio, siciliano dell'anno.

altMa ad attendere i prossimi mesi con preoccupazione e paura sono in tanti: le ricadute dell'arresto in flagranza di reato dell'ingegnere Giovanni Mercadante, negli ultimi diciotto anni dirigente dell'Ufficio tecnico, e il pentimento di Sergio Flamia fanno pensare che tra qualche mese su Bagheria si abbatterà uno tsunami giudiziario mai visto.

Gli arresti di Antonino Di Bella e Diego Lo Paro con gli approfondimenti di indagine all'interno del Coinres, prima o poi arriveranno a conclusione ed allora potremmo sapere chi, come e perchè faceva scattare ad arte le emergenze rifiuti, che provocavano danni economici enormi, danni di immagine irreparabili e una indegna qualità di vita per gli abitanti di decine di paesi interi ridotti a discariche

Nel frattempo i quattro collaboratori di giustizia del territorio, Sergio Flamia a Bagheria, Giuseppe Carbone a Casteldaccia, mister X ad Altavilla Milicia, e Stefano Lo Verso a Ficarazzi, si preparano a far saltare in aria un sistema mafioso che non aveva mai conosciuto crisi a Bagheria.

Sapremo i perchè dei delitti, delle malversazioni e degli attentati, conosceremo se e perchè a Bagheria e nel territorio si preparava, come sembra, una nuova sanguinosa guerra di mafia dopo quelle cruentissime del 1982 e del 1989, e probabilmente sapremo anche se nei comuni del territorio la politica ed i politici hanno veramente combattuto la mafia come nelle manifestazioni pubbliche si affannano a dire, o no.