L'Addolorata di Aspra è già nuovamente sola - di Pietro Galioto

L'Addolorata di Aspra è già nuovamente sola - di Pietro Galioto

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Oggi durante la messa delle 11.30, ad appena una settimana dai pomposi festeggiamenti, e senza ancora essere stata neppure rimessa nella sua cripta sopra l’altare, sembrava ancora più triste, quasi a chiedersi dove sono finiti i così tanti presunti fedeli dei giorni scorsi.

Certo ognuno è chiamato a verificare la propria fede e i propri percorsi, senza giudicare o riferirsi ad altri, però non può non risaltare il “vuoto di partecipazione” della messa di oggi, sostenuta almeno da un provvidenziale festeggiamento di un cinquantesimo di matrimonio.

Non si può certo dire quindi che l’occasione della festa sia stata per molti un modo per rinvigorire la propria fede, e come tale non ci si può non interrogare su ciò che rappresentano i periodici festeggiamenti in onore dei propri patroni nelle parrocchie meridionali. O forse sono più coerenti le sagre di paese al nord che almeno evitino di strumentalizzare le immagini sacre?

E in effetti molte attività sportive, ricreative, culturali (che hanno un loro valore a prescindere della festa) potrebbero benissimo essere effettuate in altri momenti od occasioni, benché si confidi sempre sulla sincerità della partecipazione di ciascuno quale occasione per donare un ulteriore pensiero/preghiera in più al “patrono” di riferimento.

E si potrebbe anche pensare ai così tanti emigrati che si commuovono per il “ripetersi” dei “botti”, anche se viceversa per molti locali, che sanno benissimo delle altre più gravi urgenze (anche solo della parrocchia prima ancora per i poveri della comunità), non possano non ritenerlo anche uno spreco popolare di soldi, per quanto anche in questo caso possa considerarsi nobile dedicarne qualcuno al patrono.

Poi certo la “processione” religiosa che conserva il momento di partecipazione convinta e simbolica dei fedeli che testimoniano la loro fede per le “proprie” strade (e per il mare!) . E capita comunque che qualche politico approfitti per esprimere una propria retorica nella liturgia principale, per quanto faccia comunque piacere che ci sia un saluto complessivo dei legittimi rappresentanti (chiunque essi siano!) da parte di tutta la città. Non so.

Ma mi ritornano in mente però le parole di Padre Raffaele Mangano (già parroco di Aspra) che proprio nella liturgia solenne della scorsa settimana ha sottolineato quanto possa rappresentare una “contraddizione” fare festa per un “dolore” come quello rappresentato dalla nostra “patrona”, se davvero non lo si viva con una profonda partecipazione di fede! Chissà.. forse era un richiamo anche ad una maggiore coerenza!

Pietro Galioto, fedele della parrocchia M.SS.Addolorata di Aspra