La testimonianza di un uomo che ha subito una rapina in casa: mi sentivo come dentro un film

La testimonianza di un uomo che ha subito una rapina in casa: mi sentivo come dentro un film

attualita
Typography

Riportiamo il lucido e drammatico racconto di un uomo che qualche giorno fa ha subito una rapina mentre si trovava in casa. Giuseppe, il nome è di fantasia, bancario, sposato con figli in estate vive in una villetta del nostro territorio in vicinanza del mare. E questo in un momento in cui le cronache ci dicono che diventano sempre più frequenti le rapine perpetrate sorprendendo le persone in casa.

Testimonianza su una rapina subita in casa

Sono sbucati fuori all’improvviso mentre, erano circa le undici di sera, con mia moglie stavo a guardare la tv e a prendere il fresco sul terrazzo al primo piano della nostra villetta di campagna.

Erano in quattro, a volto coperto: ricordo che la prima cosa che mi colpì e stato il fatto che si muovevessero con una sincronia e un coordinamento come se stessero svolgendo un lavoro, o come se fossero sul set di un film e ripetessero una scena già provata e riprovata tante volte: due si occuparono subito di me e di mia moglie minacciandoci con un punteruolo alla gola limitando le minacce verbali allo stretto necessario probabilmente per non farsi riconoscere dalla voce, almeno questo mi parse, perchè pur cercando di sollecitarli a parlare per ridurre la tensione, non ottenni risultati; al punto che pensai che potessero essere elementi del luogo e che non parlassero per non rendere riconoscibile la loro voce

Ho rivisto nella mia mente le immagini di questa terribile esperienza centinaia e centinaia di volte, fotogramma per fotogramma, ed ogni volta colgo uno spunto nuovo

 Ricostruendo a posteriori, erano entrati dopo avere scavalcato con una certa facilità la recinzione, dal piano terra, preceduti però da uno dei quattro che appoggiandosi su una ringhiera a piano terra con un balzo da acrobata si era issato tirandosi su sino al primo piano dove aveva trovato aperta la finestra del bagno; di là era tornato giù ed aveva aperto la porta principale del piano terra ai complici.

Quasi certamente avevano atteso con pazienza che i miei due figli che vivono con me uscissero di casa, per evitare di incontrare e dover tenere sotto controllo troppa gente; quindi erano ben informati su questo dettaglio.

Un'altra delle riflessioni che mi ritrovo a fare è che la rapina con i proprietari in casa che, stando le cronache si sta diffondendo, rispetto al furto perpetrato in assenza degli inquilini nell'abitazione, è più comoda e conveniente anche se più rischiosa.

Non c’è bisogno di mettere tutto sottosopra per cercare denaro e cose di valore, aspetto che comporta una notevole perdita di tempo; ti chiedono, appoggiando una punta di ferro alla gola,  dove tieni ii soldi in casa, dove tieni il portafogli, dove sono gli oggetti d'oro.

Ed anche se cerchi di restare lucido e seguire i consigli che in banca ti hanno dato, collaborare per evitare guai peggiori, la paura che possa accadere qualcosa di irreparabile è sempre ben presente.

Come prima cosa mi chiesero le chiavi della cassaforte che a casa mia non c’è mai stata.

Due ci tenevano sotto controllo e gli altri si dedicarono alle ricerche, interloquendo tra loro nella loro lingua e comunque in un italiano con la pronuncia di chi proviene dai paesi dell'Est.

Soldi  e gioeilli  cercavano, dove era il portafogli, dove tenevo denaro contante insistendo soprattutto per l'argenteria, e questo dettaglio mi ha fatto pensare, cosa peraltro ovvia, che il ‘basista' fosse locale.

Obtorto collo ho dovuto collaborare, per l'inevitabile paura che potessero farci del male, a me o mia moglie.

Ho lavorato tanti anni in banca dove abbiamo subito diverse rapine, però quà ora era diverso; intanto perchè vivendo in banca l’eventualità della rapina la metti in conto, e poi, in banca stanno spesso dietro il bancone, gridano, chiedono i soldi, minacciano e cercano urlando di tenere sotto controllo la situazione e i clienti, e forse pure di farsi coraggio.

Ma è quando entrano a casa tua, dove sei abituato a vivere la tua quieta e normale esistenza quotidiana, che  si resta sconvolti, e per un certo tempo segnato dalla tensione e dalla paura di questa terribile esperienza.

Nei 10-15 minuti che durò l’incursione, era come se il tempo si fosse fermato: continuavamo a guardare i due ‘stranieri’  svolgere con grande professionalità  il loro compito, rovistavano dentro gli armadi, rovescivano cassetti, aprivano vetrine di mobili, frugavano in tutti gli angoli, e mentre io  con lo sguardo cercavo di dare coraggio a mia moglie stavo attento a non fare movimenti o a dire qualcosa che potesse far saltare i nervi ai due che ci tenevano sotto controllo.

Prima di andarsene ci chiusero a chiave in bagno, minacciandoci di non muoverci: ne uscimmo dopo circa cinque minuti scavalcando la finestra così come avevano fatto i malviventi.

Il danno economico è stato relativo, circa tremila euro tra contante e oggetti di valore, ma  il danno più grande è quello che ti fanno dentro: quel misto di paura, frustrazione, umiliazione e soggezione cui ti costringono questi delinquenti.

E' il ricordo, difficile da cancellare, di quei momenti drammatici  da cui non riesci quasi a separarti.

Quando poi vai a fare la denuncia dai Carabinieri scopri che questi sono episodi all’ordine del giorno, e magari leggendo con più attenzione queste notizie di cronaca sui giornali, apprendi che sono bande spesso miste di italiani e rumeni, di italiani  e albanesi, che su questo terreno hanno trovato la perfetta integrazione.

Giuseppe