Il lato nascosto di Monte Catalfano - di Orazio Amenta (FOTO)

Il lato nascosto di Monte Catalfano - di Orazio Amenta (FOTO)

attualita
Typography

Esiste un Monte Catalfano sconosciuto. A due passi dalla ressa dell'area attrezzata superinflazionata, c'è una un bosco incantato, ricco di sorprese, di sentieri nascosti, grotte da esplorare. 

L'abbiamo scoperto sabato scorso, noi del Comitato Civico “Adottiamo Monte Catalfano” grazie agli amici della Lipu Bagheria in una lunga e affascinante passeggiata ecologica dall'altra parte della montagna, la più bella e la più ignota. 

Una camminata di circa cinque chilometri, seguendo un'antica condotta idrica, che percorre la collina a mezzacosta, a caccia delle orchidee, la grande unicità del sito naturalistico, lungo sentieri irti e scoscesi a strapiombo sul mare.

Una volta quel lato del monte, che sovrasta la litoranea di Aspra, era tutto coltivato ad agrumi e viti, da qui il nome della contrada, “Vignazza”.

Poche le orchidee in fiore trovate, visto ormai l'approssimarsi della stagione calda, ma tantissime le farfalle ammirate, ognuna con i colori sfavillanti della primavera.

La cavolaia, la citronella, il macaone, non hanno segreti per Giovanni Puleo, guida storica della Lipu e grande esperto del Monte, che spiega senza sosta ai bambini come riconoscere la specie e il sesso delle farfalle, come si riproducono e la loro importanza nell'impollinazione dei fiori.

Conosciamo la quercia soluntina, un arbusto raro che cresce solo su Monte Catalfano; l'acanto, il fiore dei capitelli corinzi; il sommacco, la pianta che veniva coltivata perché dalla sua corteccia e dalle foglie si estraevano i tannini impiegati in tintoria e nel processo di concia delle pelli.

Giuseppe Marchesini, l'altra nostra guida Lipu, ci mostra invece il lato alimentare del monte: come riconoscere il finocchietto selvatico, la zona degli asparagi, i mandorli, i gelsi...

Poi dopo una breve scarpinata arriviamo alla Grotta del Pellegrino, dove possiamo ammirare il graffito ancora visibile di un uomo di settemila anni fa, alcuni coleotteri che abitano al fresco dell'antro insieme a uno scricciolo, uccellino che nidifica da anni nella grotta.

Continuando a salire nell'anfiteatro naturale della Vignazza, osserviamo da pochi metri le altre grotte, quella dell'acqua, dell'eremita, dei tre livelli. Una volta erano sommerse dal mare, dal quale emergevano soltanto le cime di Monte Irice, Cozzo San Pietro, Monte Catalfano.

Milioni di anni fa, ci spiega Giovanni, le vette di Monte Catalfano erano in realtà degli isolotti, con scogliere a picco sul mare. Da qui deriva la sua straordinaria biodiversità di fauna e flora, che ne fanno un posto unico al mondo.

Passiamo da una caverna scavata che scende per diversi metri nella roccia e poi si perde nel sottosuolo, su cui si narrano leggende di briganti e tesori nascosti.

Arriviamo alla sommità del giro e ci accorgiamo subito di essere vicini all'area attrezzata dalle cartacce abbandonate e dalle bottiglie di plastica che cominciamo a trovare nel cammino. Ritorniamo a passo svelto verso la litoranea.

I bambini, ormai diventati esperti dei sentieri, dopo due ore e mezza di marcia ci precedono senza alcun segno di stanchezza. Sono loro quelli che ormai sanno tutto di fiori, piante e farfalle.

Sono loro i custodi di questo incredibile patrimonio ambientale a due passi dalla nostra città per gli anni in avvenire.

Orazio Amenta
Comitato Civico Adottiamo Monte Catalfano

alt  alt

 

alt