In attesa della Tares - di Fara Pipia Parte 3

In attesa della Tares - di Fara Pipia Parte 3

attualita
Typography

Con questo perzo articolo si conclude la 'ricognizione' dell'avv. Fara Pipia attraverso quella che sarà la nuova imposta su ingloberà una serie di servizi locali e che sostituirà la Tarsu. I precedenti articoli sono stati pubblicati nella sezione Attualità del nostro sito il 18 e il 27 aprile del 2013.

 

E'difficile, e appare quasi beffardo, continuare parlare di TARES (Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi, introdotto con il d.l.201/2011) in questi giorni di emergenza rifiuti e spiegare le ragioni di un'imposta che oggi, a Bagheria, sembra non avere alcuna ragion d'essere poiché il servizio viene reso in condizioni di gravissime inefficienze.

Abbiamo tutti sotto gli occhi le conseguenze nefaste di un sistema creato per far lievitare mostruosamente i costi (di personale, di noli, di attrezzature) , senza garantire la qualità del servizio, addebitando poi il tutto sulle spalle dei cittadini.

Tuttavia ritengo comunque utile provare a spiegare cosa prevede la nuova normativa in materia di TARES, anche in relazione al nuovo sistema di gestione dei rifiuti disegnato dalla nostra regione Sicilia, e quindi cercare di capire cosa, in base alla legge, dovrebbero fare le amministrazioni locali, ivi compreso il Comune di Bagheria.

La legge istitutiva della TARES pone puntuali regole per la determinazione dei costi, e quindi poi dell'imposta, regole di buona amministrazione, di economia ed efficienza comunque già vigenti anche in materia di TARSU, ma evidentemente, dalle nostre parti, costantemente violate.

Come già detto nei precedenti interventi , per la determinazione della tariffe la legge espressamente rinvia al DPR 158/99 il quale, a sua volta, individua la redazione del piano finanziario come momento fondamentale e preliminare nel processo di determinazione della tariffa finale, da adottarsi entro i termini di approvazione del bilancio comunale.
Il Piano rappresenza quindi l'indispensabile base di riferimento per la determinazione delle tariffe e per il loro adeguamento annuo.

Una tariffa redatta senza il preventivo piano finanziario o in contrasto con essa, pertanto, sarebbe sicuramente illegittima.

Il piano finanziario è un atto particolarmente complesso che obbedisce a specifiche regole di tecnica economico-finanziaria, e si struttura essenzialmente attorno a due nuclei tematici:

1- i profili tecnico-gestionali, che illustrano il modello organizzativo e gestionale prescelto e il livelli di qualità dei servizi,

2 - i profili economico-finanziari del servizio di gestione, che individuano i flussi di spesa e i fabbisogni occorrenti per fronteggiarli, indicando anche gli aspetti patrimoniali ed economici della gestione.

Il tutto, recita la normativa, in funzione degli obiettivi di miglioramento della produttività e della qualità del servizio fornito.

Il DL 201/2011 prevede che il piano finanziario sia redatto dal soggetto che svolge il servizio ed approvato dall'”autorità competente”, riferimento generico che ha suscitato dubbi interpretativi, ma che , alla luce dell'attuale normativa in materia di gestione dei rifiuti, dovrebbe essere individuato nelle Autorità d'ambito territoriale, o, nel caso in cui detta autorità non sia ancora costituita , nei singoli comuni.

Il principio guida della TARES, (ma lo è anche della TARSU) è quindi quello per il quale le tariffe devono essere calibrate sugli effettivi costi del servizio reso e non rapportate, di fatto, all'esigenza di sopperire agli oneri economici correlati alla utilizzazione di personale in esubero;

Il modello di governance scelto dal legislatore è pertanto quello di far gravare sull'utenza solamente gli oneri effettivi del servizio, determinati sulla base di reali e dimostrabili oneri d'impresa, in funzione del servizio concretamente assicurato, e non anche oneri diversi (derivanti da inefficienze dell'Amministrazione o da esigenze, latu sensu, assistenziali), cui non corrispondono reali servizi e non in linea con gli ordinari canoni di un equilibrato esercizio d'impresa.

Nella nostra regione le disposizioni in materia di TARES devono essere coordinate con la normativa regionale di settore, e in particolare con la l. r. 9/2010.

Si tratta di una legge molto complessa, ambiziosa e altisonante, nelle sue premesse e nelle sue finalità, ma praticamente, a distanza di tre anni dall'emanazione, sostanzialmente inattuata, e che per di più ha già subito diversi rimaneggiamenti, anche per la “sensibilità” degli interessi coinvolti.

In estrema sintesi, viene disegnato un sistema che vede due livelli di programmazione, uno regionale, (il cui atto fondamentale è il Piano Regionale dei Rifiuti) che dovrebbe fissare le direttive generali, gli standard minimi di raccolta, il sistema degli impianti di smaltimento, cui corrisponde la gestione delle relative procedure autorizzatorie, ed uno a livello di ATO (ambiti territoriali ottimali).

Gli ATO sono unità minime di organizzazione del servizio, di rilievo sovracomunale, la cui perimetrazione è finalizzata al conseguimento di economie di scala nella gestione del servizio. Ciò in ossequio ad una espressa prescrizione nazionale (art. 200 del Codice dell'Ambiente).

La gestione dell'ATO dovrebbe essere affidata alle Società per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti, (cd. S.R.R.), società consortile di capitali, ma dalla natura dichiaratamente pubblica, costituita dai diversi comuni che fanno parte dell'ATO, e le cui quote di partecipazione dovrebbero essere calcolate sulla base della popolazione residente di ciascun comune.

Funzione fondamentale delle S.R.R. è l'adozione dei piani d'ambito, ovvero lo strumento di programmazione del ciclo di gestione dei rifiuti nell'Ambito di riferiemento, con relativa descrizione del modello gestionale, degli investimenti, dei costi, e quindi con il relativo piano finanziario, e l'individuazione del gestore del servizio integrato di gestione dei rifiuti tramite procedure di evidenza pubblica.

Al fine di consentire una maggiore efficienza gestionale il Governo Crocetta, con una recente modifica della legge 9/10, ha previsto la possibilità da parte dei comuni, singoli o associati, di procedere, autonomamente, e anche nelle more dell'adozione dei Piani d'Ambito, all'affidamento dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto, all'interno di Ambiti di Raccolta Ottimale (ARO) ,perimetrati su base comunale, e sulla base di un Piano di Intervento, che dovrà sostanzialmente contenere il dettaglio delle modalità organizzative del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto e la pianificazione economico-finanziaria, con la valutazione dei costi del servizio.

La fase dello smaltimento può quindi essere sganciata dalla fase della raccolta e del trasporto.

La gestione del servizio dovrà, in ogni caso, essere affidata a soggetti privati, con espletamento di procedure ad evidenza pubblica, a società mista, con capitale pubblico-privato, o a società pubblica con affidamento diretto (c.d.”in house”).

La possibilità , da parte di ogni singolo comune di procedere singolarmente all'affidamento dei servizi di spazzamento, raccolta e trasporto, è sicuramente un elemento positivo, che consente ai Comuni di procedere immediatamente all'affidamento del servizio, circostanza auspicabile, anche al fine di superare l'attuale situazione di emergenza.

alt

E    IL   PERSONALE ?

Secondo la l.r. 9/10 i dipendenti comunali a suo tempo transitati negli ATO dovrebbero essere assunti, di diritto, nelle nuove Società Consortili, il rimanente personale dovrebbe essere individuato tra coloro che, sulla base di una regolare assunzione, erano in servizio nei vari Consorzi alla data del 31 dicembre 2009, evitando mansioni superiori ed assicurando un rapporto (pari al 90%) tra profili operativi (ovvero chi materialmente raccoglie la spazzatura) e i rimanenti profili professionali. 

Tali assunzioni avranno luogo solo nel momento in cui verrà concretamente affidato il servizio e il personale verrà utilizzato dai soggetti affidatari dell'appalto, “che ne assumono la responsabilità gestionale, operativa e disciplinare”, e che ne erogano le retribuzioni.

In ogni caso la legge regionale, richiamando una disposizione nazionale, prevede che, in sede di procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio, l'assunzione dei lavoratori già occupati negli ATO ( e non transitati nelle SRR) costituisce elemento di premialità nella valutazione dell'offerta.

E questo potrebbe essere anche una buona opportunità per provare a risolvere il gravissimo problema dei dipendenti che non potranno direttamente transitare nelle nuove società.

In ogni caso ritengo che tutte le assunzioni debbano essere coerenti con il piano d'Ambito e con il piano finanziario e rispondere agli ordinari canoni di un equilibrato esercizio d'impresa, in modo da evitare che sui cittadini ricadano (come finora è accaduto) costi non funzionali con il servizio concretamente assicurato, utilizzando, ove necessario, altri strumenti assistenziali o gli ammortizzatori sociali previsti nel nostro ordinamento.

Come già detto, nonostante i termini perentori (tutti già scaduti) imposti ai comuni per la costituzione della S.R.R. e per la redazione dei Piani d'Ambito, nonostante le diverse circolari applicative, nonostante i poteri sostitutivi minacciati in caso di inerzia dei vari enti preposti, la l.r. 9/10 è ancora lettera morta , e la spazzatura giace sempre più nelle nostre strade.

Delle due l'una: o la legge, così com'è non va bene, e allora la si cambi. Oppure se va bene la si applichi. Il tutto immediatamente e con coraggio e determinazione.

Viviamo o no in uno stato di diritto? O dobbiamo continuare a vivere in una situazione di costanti e ripetute proroghe e rinvii, e , quel che è peggio, in questo stato di immobilismo e di paralisi che oltre ad ammorbare la nostra aria rischia di contaminare anche le nostre anime?

I Sindaci, specie quelli dei comuni più grossi, il Sindaco di Bagheria prenda immediatamente iniziativa, e se il Governo regionale, o qualche deputato regionale, o chiunque altro nicchia, o rema contro, che lo si accusi pubblicamente, che si alzi la voce, che si protesti, anche clamorosamente.

Il Sindaco e gli altri politici che abbiamo eletto sono al servizio dei cittadini o di chi altri?

 

FARA   PIPIA