Attualità

Su richiesta di questa O.S. in accordo con le sigle sindacali CISL E UIL, lo scorso 15 gennaio si è svolta presso la prima commissione dell'Ars l'audizione sulla questione proroga dei 32 contrattisti del Comune di Bagheria.In presenza dell'Amministrazione Comunale di Bagheria nonché dei dirigenti dei dipartimenti competenti è stata ribadita la specificità del decreto n.101 convertito in legge 15/2013 relativamente alla problematica dei precari.

 É emerso che il Comune di Bagheria avrebbe potuto, qualora avesse voluto, procedere alla proroga già con la deroga prevista dalla legge di stabilità nazionale del 23 dicembre 2014.
I Dirigenti Regionali presenti all'incontro hanno preannunciato che sarà diramata a giorni una circolare per chiarire gli aspetti possibilmente di maggior difficoltà interpretativa ma è chiaro che è discrezionalità del Comune di Bagheria, così come di ogni altro Ente, quello di procedere alla proroga o meno.
Purtroppo per i 32 contrattisti, ad oggi il Comune di Bagheria in balia del dissesto e della ingiustificata fobia burocratica sulle norme che lo disciplinano, si è impanicato e non ha compiuto i passi necessari per trovare una via d'uscita.

Sotto gli occhi di tutti è lo stato di umiliazione umana, oltre che professionale, al quale sono sottoposti questi dipendenti costretti a protestare all'addiaccio dinanzi alla sede comunale, davanti a quella sede di quell'Ente presso cui , con dedizione, preparazione e abnegazione, hanno prestato la propria attività per ben 19 anni .

Si sta ripetendo una storia già vissuta: lo scorso novembre, infatti, l'amministrazione Cinque era andata in confusione distinguendosi da tutti gli altri comuni siciliani per la sua volontà di non procedere alla proroga dei contratti fino al 31 dicembre. Solo grazie all'intervento prezioso di Sua eccellenza il Prefetto volto a mediare tra le parti, l'Amministrazione si convinse che la proroga fosse fattibile.

Da quanto è stato evidenziato, nel corso dell'audizione dello scorso 15 gennaio, la legge regionale 2/2015 autorizza gli enti, compresi i comuni in dissesto, a procedere con la proroga con una partecipazione contributiva della Regione Siciliana. Sta poi alla discrezionalità del singolo ente procedere.

Dunque, nessun organo superiore potrà arrogarsi l'onere di decidere al posto dell'Amministrazione di Bagheria.

È necessaria la volontà reale, non di facciata, di porre in essere gli atti amministrativi che consentano ai contrattisti di tornare a lavoro.
Appare fin troppo lapalissiano ribadire che se gli atti prodotti saranno correttamente, tempestivamente redatti e volti all'obiettivo proroga non ci sarà motivo di temere la scure di una mancata autorizzazione ministeriale.

Ma ad oggi non è dato sapere se e come l'Amministrazione comunale intenda procedere alla proroga dei contratti dei lavoratori. Di contro, però, assistiamo ad una sorta di accanimento di note , interpretazioni cervellotiche che di fatto hanno determinato la condizione di prostrazione di questi 32 lavoratori.
Questa O. S. auspica che, anche con la collaborazione di ogni forza sociale e politica , si remi tutti nella direzione giusta che è quella volta ad evitare altra disoccupazione.

CGIL FP BAGHERIA - CGIL FP PALERMO- CAMERA DEL LAVORO DI BAGHERIA 

 

Stamane, alle ore 10.30, nella piazza delle Anime Sante, alla presenza della cittadinanza bagherese ha avuto luogo la cerimonia di inaugurazione del MONUMENTO AL CARABINIERE realizzato dalla parrocchia Maria SS. Immacolata con la collaborazione del Comune di Bagheria.Presenti alla cerimonia :

- il Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Brigata, Giuseppe GOVERNALE;

- il Presidente del Tribunale di Termini Imerese, dott. Giuseppe Biagio RIZZO;

- il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, dott. Alfredo MORVILLO;

- il Presidente della terza sezione penale - Corte D’Appello, dott. Raimondo LO FORTI;

- i Sindaci, o loro rappresentanti, dei comuni di Bagheria, Casteldaccia, Ficarazzi, Ventimiglia di Sicilia, Baucina, Ciminna, Santa Flavia;

- i familiari dei caduti.

L’iniziativa ha inteso celebrare i duecento anni dalla fondazione dell’Arma dei Carabinieri e ricordare, tra le migliaia di caduti per l’ordine e la legalità, le vittime più vicine al territorio bagherese : le Medaglie d’Oro al Valor Militare Clemente Bovi, ucciso nel 1959 a Ciminna in uno scontro a fuoco con rapinatori, e Orazio Costantino, morto nelle campagne di Casteldaccia nel 1969 freddato da una banda di estortori; la Medaglia d’Argento al Valor Militare Francesco Butifar e la Medaglia di Bronzo al Valor Militare Salvatore Messina, assassinati a Bagheria nel 1949 anch’essi in un conflitto a fuoco con alcuni malviventi; nonché i caduti in servizio Antonino Aiello, deceduto in missione di pace in Bosnia nel 2008, e Massimiliano Vazzano che nel 2008, nei pressi di Santa Flavia, perse la vita in un incidente stradale nel corso di un intervento operativo.

altNel corso della cerimonia Mons. Massimiliano PURPURA, parroco della chiesa Anime Sante, ha sottolineato l’incondizionata dedizione al bene comune dei Carabinieri ripresa anche nelle parole del Sindaco di Bagheria, dott. Patrizio CINQUE che ha evidenziato “l’amicizia” tra i reparti dell’Arma e le comunità locali in un percorso comune di legalità e giustizia.

Il Generale di Brigata, Giuseppe GOVERNALE, Comandante dei Carabinieri della Sicilia ha ringraziato per le parole di affetto e stima rivolte all’Istituzione.

 

 

 

E' ancora una soluzione tampone, che consentirà però di affrontare con un certo margine di tempo la problematica connessa al fallimento dell'APS e alla successiva presa in carico della Provincia della gestione delle risorse idriche nei 42 comuni del palermitano, Bagheria compresa

La soluzione-ponte, che partirà dal 31 gennaio, è stata trovata al termine di una riunione a Palazzo D'Orleans, cui hanno partecipato l'assessore regionale all'Energia Vania Contraffatto, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando affiancato dagli assessori all'ambiente e al bilancio, Antonello Cracolici nella qualità di presidente della 1 Commissine Affari istuzionale dell'ARS.

All'incontro hanno preso parte anche il commissario alla Provincia regionale di Palermo, Manlio Munafò e la presidente di Amap Maria Prestigiacomo.

Da tempo si pensa alla soluzione dell'Amap, ma l'azienda palermitana che gestisce le risorse idriche nel capoluogo, chiede garanzie alla Regione per il fatto che APS accumula un deficit di gestione milionario e la soluzione trovata pertanto è solo provvisoria e dovrà servire a trovare un soggetto gestore, pubblico o privato, che si dovrà fare carico dei problemi.

A conclusione dell'incontro A.Cracolici ha sottolineato che " è stato raggiunto un accordo politico, adesso è stato dato mandato ai tecnici di verificare la fattibilità della proposta, cosa che alla luce delle norme vigenti dovrebbe essere fattibile". L'AMAP gestirà le risorse idriche nei comuni un tempo gestite dalla APS ora fallita, con uno speciale  ramo d'azienda.

La soluzione ha trovato anche il consenso dei sindacati che vedono per intanto salvaguardati gli oltre ducecento posti di lavoro.

Positivo il giudizio del sindaco di palermo, Leoluca Orlando, che sin dall'inizio aveva individuato questa strada: "E' evidente- dice una nota di Palazzo delle Aquile - che dopo la disastrosa gestione dei privati, si dovrà realizzare la gestione pubblica delle acque con il coinvolgimento dei comuni interessati e nel pieno rispetto degli equilibri finanzairi egestionali dell'Amap".

Come dire, la Regione si prepari a ripianare le perdite di questi otto mesi di gestione Amap.

La soluzione trovata ci riguarda molto da vicino; la speranza è che la gestione AMAP sia più attenta alle condizioni disastrose in cui si trova la rete di distribuzione a Bagheria dove ormai sono diverse decine le perdite di acqua nella rete e parecchie anche molto consistenti.

Nei mesi scorsi dieci dei 52 comuni dell'Ato idrico, tra questi Termini Imerese, avevano ottenuto una sentenza favorevole del Tribunale per riprendersi in proprio la gestione delle reti.

 

Ospitiamo volentieri questo contributo di Michele Raspanti, amministratore della SER.ECO., operatore del settore, sul progetto reso noto dall'amministrazione di Patrizio Cinque di creare una società pubblica per la gestione dei rifiuti, appunto la GE.CO rifiuti SpA.

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Da ciò che si legge sulla presentazione della GE.CO. SPA, si rileva che tale società, ad intero capitale pubblico, si dovrebbe occupare di gestire le fasi del ciclo dei rifiuti e nello specifico effettuare: la raccolta, lo spazzamento, il trasferimento dei rifiuti, le fasi intermedie preliminari allo smaltimento o recupero dei rifiuti, diserbo e bonifica dei siti degradati. Ed ancora raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali, la realizzazione di impianti connessi alla loro lavorazione e smaltimento, la progettazione e realizzazione di impianti connessi al ciclo integrato dei rifiuti al fine di recuperarli e trasformarli in energia.

Ancora oggi dopo tanti anni nel settore della gestione dei rifiuti vi è parecchia confusione ed invece di svilupparsi e crearsi ricchezza ed occupazione, continuano ad esservi serie criticità per scelte politiche inadeguate.
Per quanto riguarda la costituzione della SPA a totale partecipazione pubblica, ferme restando tutte le valutazioni e considerazioni di gran parte di cittadini bagheresi sulla opportunità di creare un altro strumento di questo tipo, dopo le esperienze tristementi note di COINRES e METROPOLI EST, si rilevano già delle incongruenze con quanto stabilito dalla normativa vigente rispetto alle attività che tale società dovrebbe svolgere.

La società si potrebbe occupare soltanto di spazzamento, raccolta e trasporto e non di realizzazione di impianti nè tantomeno di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali, realizzazione di impianti connessi alla loro lavorazione e smaltimento, progettazione e realizzazione di impianti connessi al ciclo integrato dei rifiuti al fine di recuperarli e trasformarli in energia.

Infatti, i Comuni che hanno costituito l’ARO (ambiti di raccolta ottimali) potranno gestire l’attività di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilabili (vedasi circ. prot. n. 221 del 01/02/2013 – Assessorato dell’energia e dei servizi di pubblica utilità – Regione siciliana) e, pertanto, la società dovrebbe occuparsi esclusivamente di questo.

altTutto ciò deriva da una motivazione ben precisa:

La gestione dei rifiuti urbani passa per una identificazione dei fattori che caratterizzano le diverse fasi del ciclo integrato che, come è noto, si articola in due fasi diverse per caratteristiche tecnologiche ed organizzative. Una prima fase, labour intensive, con elevato impegno di forza-lavoro, con modesti investimenti di capitale e brevi tempi di ammortamento, che comprende lo spazzamento, la raccolta differenziata ed indifferenziata e il trasporto. Una seconda fase, capital intensive, che richiede grossi investimenti di capitali per l’impiego di impianti ad alto contenuto tecnologico, con tempi di ammortamento elevati.

La scelta di fare un investimento per la realizzazione di impianti (sovra comunali ) da parte di una società pubblica che nasce con lo scopo di gestire i rifiuti nel proprio Comune, oltre che non previsto dalla normativa, si rivelerebbe una scelta fallimentare, in quanto verrebbe ammortizzato soltanto su un Comune, e quindi, sulla quota fissa della tassa dei rifiuti a carico dei cittadini.

Inoltre, presupposto e caratteristica principale della SPA a totale partecipazione pubblica è la prevalenza dell’attività volta a favore dell’ente affidante (Comune); i rifiuti prodotti da quest’ultimo sono rifiuti urbani (art. 184 D.Lgs. 152/06) e/o assimilabili e NON rifiuti speciali; questi ultimi vengono gestiti direttamente dal produttore e/o detentore a propria cura e spese. Ne deriva che un investimento in un impianto per il trattamento dei rifiuti speciali potrebbe risultare improprio e non conforme ai principio di efficienza, efficacia ed economicità, allorquando non si conosce l’esistenza di tali impianti, la progettualità ed il relativo stato già in essere.

Per quanto riguarda la scelta del modello di gestione, occorre considerare quanto previsto dalla normativa comunitaria che prevede che gli enti locali possono procedere ad affidare la gestione dei servizi pubblici locali attraverso:

1) esternalizzazione a terzi mediante procedure ad evidenza pubblica secondo le disposizioni in materia di appalti e concessioni di servizi;

2) società mista pubblico-privata, la cui selezione del socio privato avvenga mediante gara a doppio oggetto;

3) gestione cosiddetta “in house”, purché sussistano i requisiti previsti dall’ordinamento comunitario, e vi sia il rispetto dei vincoli normativi vigenti.

(Per i servizi di rilevanza economica il soggetto che affida il servizio dovrà tener conto sia della disciplina comunitaria sia delle norme nazionali settoriali).

altStante tutte le esperienze negative fino ad oggi subite dai bagheresi, stante anche la mancanza di condizioni di natura economica e di convenienza economica e considerato che la società GECO SPA avrebbe vita fino al 2050, e che in questo lungo arco di tempo si succederanno diverse amministrazioni, ognuna con idee diverse; per evitare repentini cambiamenti (con i disagi ed i costi che ne derivano) forse sarebbe auspicabili la scelta di svolgere il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto attraverso moduli privatistici.

Il principale vantaggio di questa scelta è il controllo da parte dell’Ente e la possibilità anche di revoca l’appalto in caso di scarsa qualità del servizio reso.

Se poi la società affidataria del servizio o partner privato in caso di società mista fosse una società ad azionariato diffuso (proprietari cittadini ed imprese), che abbia la disponibilità di strutture, impianti e macchinari che possa offrire servizi a più Comuni ed aziende private, si potrebbe attuare una piccola rivoluzione nel sistema di gestione dei rifiuti, creare nuovi posti di lavoro e sviluppare il comparto, riconoscendo ai cittadini che vi partecipano il risultato dell’attività d’impresa che potrebbe servire da incentivo collettivo e creare un sistema virtuoso consentendo il raggiungimento in tempi brevi degli obiettivi di raccolta differenziata.

Queste considerazioni vengono fatte prima come cittadino bagherese, che ha tutto l’interesse che la gestione dei rifiuti nella propria Città avvenga senza recare pregiudizio all’ambiente ed alla qualità della vita dei suoi Cittadini, poi come operatore economico che conosce il settore, le sue dinamiche e le norme che lo regolamentano.

Michele Raspanti (nella foto), amministratore SER.ECO.

 

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