Ospitiamo volentieri questo contributo di Michele Raspanti, amministratore della SER.ECO., operatore del settore, sul progetto reso noto dall'amministrazione di Patrizio Cinque di creare una società pubblica per la gestione dei rifiuti, appunto la GE.CO rifiuti SpA.
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Da ciò che si legge sulla presentazione della GE.CO. SPA, si rileva che tale società, ad intero capitale pubblico, si dovrebbe occupare di gestire le fasi del ciclo dei rifiuti e nello specifico effettuare: la raccolta, lo spazzamento, il trasferimento dei rifiuti, le fasi intermedie preliminari allo smaltimento o recupero dei rifiuti, diserbo e bonifica dei siti degradati. Ed ancora raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali, la realizzazione di impianti connessi alla loro lavorazione e smaltimento, la progettazione e realizzazione di impianti connessi al ciclo integrato dei rifiuti al fine di recuperarli e trasformarli in energia.
Ancora oggi dopo tanti anni nel settore della gestione dei rifiuti vi è parecchia confusione ed invece di svilupparsi e crearsi ricchezza ed occupazione, continuano ad esservi serie criticità per scelte politiche inadeguate.
Per quanto riguarda la costituzione della SPA a totale partecipazione pubblica, ferme restando tutte le valutazioni e considerazioni di gran parte di cittadini bagheresi sulla opportunità di creare un altro strumento di questo tipo, dopo le esperienze tristementi note di COINRES e METROPOLI EST, si rilevano già delle incongruenze con quanto stabilito dalla normativa vigente rispetto alle attività che tale società dovrebbe svolgere.
La società si potrebbe occupare soltanto di spazzamento, raccolta e trasporto e non di realizzazione di impianti nè tantomeno di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti speciali, realizzazione di impianti connessi alla loro lavorazione e smaltimento, progettazione e realizzazione di impianti connessi al ciclo integrato dei rifiuti al fine di recuperarli e trasformarli in energia.
Infatti, i Comuni che hanno costituito l’ARO (ambiti di raccolta ottimali) potranno gestire l’attività di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani ed assimilabili (vedasi circ. prot. n. 221 del 01/02/2013 – Assessorato dell’energia e dei servizi di pubblica utilità – Regione siciliana) e, pertanto, la società dovrebbe occuparsi esclusivamente di questo.
Tutto ciò deriva da una motivazione ben precisa:
La gestione dei rifiuti urbani passa per una identificazione dei fattori che caratterizzano le diverse fasi del ciclo integrato che, come è noto, si articola in due fasi diverse per caratteristiche tecnologiche ed organizzative. Una prima fase, labour intensive, con elevato impegno di forza-lavoro, con modesti investimenti di capitale e brevi tempi di ammortamento, che comprende lo spazzamento, la raccolta differenziata ed indifferenziata e il trasporto. Una seconda fase, capital intensive, che richiede grossi investimenti di capitali per l’impiego di impianti ad alto contenuto tecnologico, con tempi di ammortamento elevati.
La scelta di fare un investimento per la realizzazione di impianti (sovra comunali ) da parte di una società pubblica che nasce con lo scopo di gestire i rifiuti nel proprio Comune, oltre che non previsto dalla normativa, si rivelerebbe una scelta fallimentare, in quanto verrebbe ammortizzato soltanto su un Comune, e quindi, sulla quota fissa della tassa dei rifiuti a carico dei cittadini.
Inoltre, presupposto e caratteristica principale della SPA a totale partecipazione pubblica è la prevalenza dell’attività volta a favore dell’ente affidante (Comune); i rifiuti prodotti da quest’ultimo sono rifiuti urbani (art. 184 D.Lgs. 152/06) e/o assimilabili e NON rifiuti speciali; questi ultimi vengono gestiti direttamente dal produttore e/o detentore a propria cura e spese. Ne deriva che un investimento in un impianto per il trattamento dei rifiuti speciali potrebbe risultare improprio e non conforme ai principio di efficienza, efficacia ed economicità, allorquando non si conosce l’esistenza di tali impianti, la progettualità ed il relativo stato già in essere.
Per quanto riguarda la scelta del modello di gestione, occorre considerare quanto previsto dalla normativa comunitaria che prevede che gli enti locali possono procedere ad affidare la gestione dei servizi pubblici locali attraverso:
1) esternalizzazione a terzi mediante procedure ad evidenza pubblica secondo le disposizioni in materia di appalti e concessioni di servizi;
2) società mista pubblico-privata, la cui selezione del socio privato avvenga mediante gara a doppio oggetto;
3) gestione cosiddetta “in house”, purché sussistano i requisiti previsti dall’ordinamento comunitario, e vi sia il rispetto dei vincoli normativi vigenti.
(Per i servizi di rilevanza economica il soggetto che affida il servizio dovrà tener conto sia della disciplina comunitaria sia delle norme nazionali settoriali).
Stante tutte le esperienze negative fino ad oggi subite dai bagheresi, stante anche la mancanza di condizioni di natura economica e di convenienza economica e considerato che la società GECO SPA avrebbe vita fino al 2050, e che in questo lungo arco di tempo si succederanno diverse amministrazioni, ognuna con idee diverse; per evitare repentini cambiamenti (con i disagi ed i costi che ne derivano) forse sarebbe auspicabili la scelta di svolgere il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto attraverso moduli privatistici.
Il principale vantaggio di questa scelta è il controllo da parte dell’Ente e la possibilità anche di revoca l’appalto in caso di scarsa qualità del servizio reso.
Se poi la società affidataria del servizio o partner privato in caso di società mista fosse una società ad azionariato diffuso (proprietari cittadini ed imprese), che abbia la disponibilità di strutture, impianti e macchinari che possa offrire servizi a più Comuni ed aziende private, si potrebbe attuare una piccola rivoluzione nel sistema di gestione dei rifiuti, creare nuovi posti di lavoro e sviluppare il comparto, riconoscendo ai cittadini che vi partecipano il risultato dell’attività d’impresa che potrebbe servire da incentivo collettivo e creare un sistema virtuoso consentendo il raggiungimento in tempi brevi degli obiettivi di raccolta differenziata.
Queste considerazioni vengono fatte prima come cittadino bagherese, che ha tutto l’interesse che la gestione dei rifiuti nella propria Città avvenga senza recare pregiudizio all’ambiente ed alla qualità della vita dei suoi Cittadini, poi come operatore economico che conosce il settore, le sue dinamiche e le norme che lo regolamentano.
Michele Raspanti (nella foto), amministratore SER.ECO.