E' morto Giorgio Provenzano detto Gino, cultore dei canti dei carrettieri (foto)

E' morto Giorgio Provenzano detto Gino, cultore dei canti dei carrettieri (foto)

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E' morto sabato a Palermo in ospedale, dopo un intervento chirurgico all'età di 72 anni, Giorgio Provenzano detto Gino.

Figlio di carrettiere, e carrettiere egli stesso, sin da piccolo conobbe quel mondo ricco di fatica e suggestioni che è stato il mondo dei carretti e dei canti dei carrettieri, di cui fino a qualche settimana prima di morire fu uno dei migliori  e più autentici  interpreti.

Ancora un mese fa era stato a Parigi assieme a  Giovanni Di Salvo ed altri per una esibizione che aveva avuto uno straordinario successo.

Aveva vissuto per parecchi anni negli USA,a Chicago ci pare di ricordare, da dove era tornato circa a metà degli anni '80 per fondare assieme ad un socio la pizzeria "La Ruota".

Di lui ricordiamo un cammeo, rimasto memorabile nel film Barìa di Giuseppe Tornatore, e che rivelarono in Gino doti naturali di grande interprete.

La scena è quella in cui Peppino Torrenuova porta una piccola cassa da morto, messa assieme con quattro "lapazze" e quattro chiodi, contenete il corpicino del figlio morto subito dopo la nascita.

In piazza Madrice sta ferma una carrozza, che allora serviva come mezzo di trasporto tra la piazza Madrice e la Puntaguglia.

Peppino si rivolge o gnuri:" Quantu vò pi purtarimi a Puntavugghi".

Gino-gnuri subito intuisce, e con uno sguardo che dura qualche secondo e sottende la umana comprensione del dramma che si è consumato e dello stato d'animo che attraversa in quel momento Peppino Torrenuova e risponde: "Acchiana Pippinu".

Solo due parole per una scena tra le più intense e straordinarie del film Baarìa.

Gino lo avevamo intervistato per Teleone appena prima la partenza per Parigi e ci aveva cantato alcuni versi di un canto dei carrettieri a palazzo Cattolica.

Addio Gino!

Le esequie si svolgeranno alle ore 10.30 di lunedì 7 maggio presso la Chiesa di Sant'Antonio a Bagheria.

Ai familiari tutti, il cordoglio di Angelo Gargano e della Redazione di Bagherianews