20 anni di fotografia di Alberto Amato. Oggi la mostra dell’artista scomparso l’anno scorso

20 anni di fotografia di Alberto Amato. Oggi la mostra dell’artista scomparso l’anno scorso

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Cinquanta opere fotografiche e cinque opere di video arte, per riscoprire l'ultimo ventennio di ricerche di Alberto Amato, il fotografo, filmmaker, giornalista e tele cineoperatore Rai scomparso prematuramente l'anno scorso, a 56 anni.

La mostra, "ALAM, foto e altro di Alberto Amato", curata dalla moglie Eliana Biamonte e dai figli Luna, Elio, Ermes, sarà inaugurata nell'ambito della manifestazione "Univercittà in Festival" oggi, venerdì 16 luglio alle 18.30,  allo Steri (Sala delle Armi).

Per i familiari e gli amici "un tributo d'amore, nato dal desiderio di continuare a far vivere l'entusiasmo di Alberto, la sua ricerca, il suo travaglio nel difendere la sua unicità di uomo e di artista. Ma anche dal piacere di condividere con chi ne ha voglia il cammino della curiosità, del vedere con un nuovo cristallino il mondo, la vita, di cercare e cercare e cercare, di abbandonare il già visto, il conosciuto e rassicurante oggetto della nostra conoscenza per sperimentarci in forme altre".

Un viaggio appassionante attraverso immagini che trasfigurano oggetti banali del quotidiano - uova, barche, orologi, biglie - i quali prendono nuova vita. Visioni, sperimentazioni, provocazioni, cortocircuiti mentali e visivi, cose "arti...gia..nate" al computer, per dirla con l'artista.

La mostra sarà aperta fino al 30 luglio (martedì-sabato dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30, domenica dalle 10 alle 14, lunedì chiuso).

Antica la passione di Amato anche per la pellicola. Alla fine degli anni Settanta realizza i suoi film in Super 8: "L'attesa", "Buela", "Idola Specus", con i quali partecipa a diversi festival internazionali. Promotore del Laboratorio di cinema sperimentale Linea Grigia alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo. Collabora con le riviste Filmcritica e Fiction, con il Laboratorio teatrale universitario e con il Teatro Biondo di Palermo. Dagli anni '80 il passaggio al video con "La giostra dei falchi", "Luna... Io", "Caos... Pathos", "Squarci e visioni", "Dario", "Monnezza".

Fonte : Ufficio stampa Università di Palermo