Lauricella contesta in aula le dichiarazioni del pentito Zarcone: 'dice cose che non esistono'

Lauricella contesta in aula le dichiarazioni del pentito Zarcone: 'dice cose che non esistono'

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Si difende attaccando Salvatore Lauricella arrestato nell'operazione Argo del giugno 2013, perchè considerato di essere capo della famiglia di Villabate e Ficarazzi, e referente autorevole che assieme a Nino Zarcone e Gino Di Salvo, 'governava' gli affari del mandamento mafioso di Bagheria.

Eppure Zarcone aveva affermato che proprio Lauricella, u Scintilluni, avrebbe dovuto essergli riconoscente per avergli salvato la vita quando era entrato in contrasto con Natale Bruno, boss di Brancaccio, perchè gli veniva rimproverato di essere andato fuori dal suo territorio:"Nel 2010-2011 c’'era gente di Brancaccio che lo voleva morto perché si era comportato male... Io seppi che c’era questo piano e allora mi misi in mezzo. Dissi che garantivo io ed evitai il peggio, grazie ai miei buoni rapporti con Bruno".

Questo resoconto di Zarcone viene vivacemente contestato da Lauricella durante un interrogatorio nel processo 'Argo', al punto da richiedere l'intervento del rappresentante della Procura, Mariella Agliastro.

Lauricella, in cella dal 2013 con l'accusa di essersi occupato di estorsioni fra Bagheria e Villabate, avrebbe dovuto pagare con la vita il fatto di avere chiesto il pizzo lontano dal territorio di sua competenza.

E Lauricella sul suo rapporto con Zarcone minimizza “Lui era commerciante di macchine e io pure. Siccome avevo delle macchine che a lui interessavano, ci siamo visti in autosalone, ci siamo incontrati, lui si è comprato da me, io le ho vendute a lui e lui a me”. . Mai parlato con Zarcone di questioni illegali? “No, mai avuto questi dialoghi”. Solo affari di macchine e nient'altro.