Flamia: salvai un imprenditore che doveva essere ucciso perchè si rifiutava di pagare il pizzo

Flamia: salvai un imprenditore che doveva essere ucciso perchè si rifiutava di pagare il pizzo

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C'è anche questo all'interno delle dichiarazioni di Flamia che viene riportato in un articolo pubblicato oggi da livesicilia.it.

 L'imprenditore, di cui nn viene reso noto il nome osò reagire ai boss che erano andati a chiedergli il pizzo, e la mafia di Bagheria lo aveva condannato a morte. . A raccontarlo è Sergio Flamia, collaboratore di giustizia del clan bagherese, chedal 2008 collaborava con i servizi li informò del fatto.

Flamia avrebbe evitato il peggio, avvertendo il misterioso personaggio con cui era in contatto. Un agente segreto che era pure andato a fargli visita mentre era detenuto. Il suo intervento fu provvidenziale. Ecco come il collaboratore di giustizia ricostruisce i fatti: “Quando dovevano ammazzare l'imprenditore... che era in programma di farlo ammazzare per contro di Nino Zarcone e Carmelo Bartolone io l'ho riferito a questo qua e i carabinieri hanno avvisato a questo imprenditore dicendogli: stai attento, noi ti stiamo sorvegliando perché c'è un progetto di attentato verso di voi”.

Per fare capire le loro intenzioni all'imprenditore fu fatta ritrovare una testa di capretto e una bottiglia piena di benzina. Non si piegò. Credeva di potere fare la voce grossa. Era sicuro di avere anche lui le spalle coperte, la protezione di qualcuno che comandava nel clan bagherese, scrive il periodico on line palermitano.

Avuta la soffiata i Carabimieri si attivarono subito per sventare il progetto dell'omicidio che era stato già studiato nei dettagli 

Nessuno, però, ha mai capito che dietro lo strano movimento dei carabineri in quel periodo c'era lo zampino di Flamia. La voce arrivò all'orecchio di Zarcone “che mi dice a me - ha raccontato Flamia ai pubblici ministeri di Palermo - forse siamo stati intercettati, è un casino, i carabinieri sanno che abbiamo in programma di ammazzare a questo. Cosa che poi non si fece più perché i carabinieri erano a conoscenza di tutto”.

E l'imprenditore ebbe salva la vita.