Il ruolo di noi fisioterapisti osteopati è quello di risolvere e gestire problemi legati al dolore e riabilitare funzioni alterate delle persone che si rivolgono a noi,
ma diversamente da quello che la maggior parte della gente pensa, questo avviene non solo attraverso l’approccio manuale, per raggiungere l’obiettivo prefissato bisogna che il fisioterapista e l’osteopata abbiano il ruolo di informare, rassicurare, chiarire ed educare il paziente, il quale dovrà comprendere che il suo, sarà un ruolo attivo nel percorso riabilitativo.
Come primo passo dovranno essere scardinati quelle convinzioni e credenze errate che il paziente utilizza nella gestione del proprio dolore
Uno degli errori sicuramente più frequente è quello che in presenza di dolore cronico, ovvero quando è presente da più di 3 mesi, la persona tenderà a limitare il movimento della zona dolente con la convinzione che potrebbe peggiorare il quadro clinico.
In realtà la mancanza di movimento non farà altro che alimentare la sintomatologia dolorosa, questo perché non solo diminuirà la capacità delle strutture muscolari legamentose tendinee e ossee di sopportare i carichi di lavoro ma anche perché faciliterà il meccanismo neurologico chiamato “sensilibizzazione centrale”, in sintesi quello che accade è che al sistema nervoso centrale arriveranno segnali di dolore anche in assenza di danni tessutali o infiammazione, per far capire come questo accade possiamo dire che è come se il sistema nervoso centrale “ si abituasse” a ricevere informazioni nocicettive anche a stimoli o movimenti che di per se non sono ne dannosi ne lesivi finendo per percepirli come tali. Questo spiegherebbe in parte il perché l’uso di farmaci antinfiammatori in caso di dolore cronico risulta spesso inefficace,
Allora come comportarsi in caso di dolore cronico?
La letteratura scientifica più recente ci dice che uno dei mezzi più efficaci, sia nel breve ma soprattutto nel lungo periodo, è l’esercizio terapeutico, ciò significa che il movimento è indispensabile sia per la risoluzione e la gestione del dolore che per il recupero della funzione della area dolente.
Nell’allenamento terapeutico, il professionista terrà conto delle problematiche articolari e muscolari del paziente al fine di poter impostare un programma di allenamento terapeutico idoneo.
Da un punto di vista psicologico, contribuisce a rendere il paziente consapevole del suo ruolo nel percorso terapeutico. L’idea che la persona si cosciente di essere parte attiva nel ciclo di guarigione permette di portare a termine gli obbiettivi prefissati, velocizzare i tempi di recupero e rendere meno stressanti le terapie e gli esercizi.
L’esercizio terapeutico oltre a riportare in una condizione migliore l’apparato muscolo-scheletrico rendendolo più forte ed elastico, aumentando la capacità del nostro organismo di compensare e combattere i carichi a cui è sottoposto durante la vita quotidiana, farà prendere coscienza attraverso “l’esperienza del movimento”, che il movimento non può e non deve essere dannoso, bisogna ricordarsi che il DOLORE è la somma di fattori biologici e fisiologici ma anche pscologici sociali e ambientali, le paure, aspettative negative, esperienze personali o di persone vicine a noi, non avere chiare le strategie su cosa fare e cosa invece no, avrà come risultato “la paura di muoversi” che alimenterà il dolore stesso.
Il corpo umano è fatto per muoversi, stare bene, essere in forma non significa solo non avere dolore ma significa soprattutto potersi muovere liberamente
Il movimento può sostituire molti farmaci. Nessun farmaco potrà mai sostituire il movimento.
Dott. Giuseppe Buttitta
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