Gymnasium club: volontà e sacrifici fanno il miracolo a Casteldaccia

Gymnasium club: volontà e sacrifici fanno il miracolo a Casteldaccia

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Si è svolto lunedì sera il saggio conclusivo dei circa 40 atleti, maschi e femmine, di età compresa  tra i cinque e i venticinque anni, che quest'anno hanno calcato il tappeto della Gymnasium club di Casteldaccia.

C'erano naturalmente i genitori a mangiarsi con gli occhi i loro ragazzi, ma anche le loro bambine, (poco meno della metà dei frequentanti la palestra sono infatti di sesso femminile), preoccupati un pò che i ragazzi non si facessero male.

Una bella serata di sport, la cui importanza la si coglie appieno parlando, così come noi abbiamo fatto, con i ragazzi e le ragazze. Ognuno di loro ha avuto una motivazione per decidere di praticare questo sport: dall'autodifesa alla necessità di dare sfogo ad un carattere vivace; ognuno di loro dai 'pulcini' ai più grandi pronti ad affrontare i sacrifici degli allenamenti, delle tarsferte, per potere tenere in alto il nome della palestra e perchè no? anche di Casteldaccia, la cui amministrazione comunale è presente alla serata con il vicesindaco Vincezo Accurso.

Palestra nata nel 1994 la Gymnasium club, ma solo dal 2008 rilevata dai fratelli Giovanni e Antonino Lo Dolce, sotto la cui gestione, la struttura ha cominciato a volare alto, soprattutto nella specialità sportiva del taekwondo

Ne fanno fede la partecipazione a decine di campionati e tornei, alla miriade di atleti provenienti dalla Gymnasium club, che hanno ottenuto centinaia di medaglie e riconoscimenti sia come atleti singoli che come squadra.

L'alloro più bello, il miracolo insomma, rimane quello conseguito dal diciannovenne Antonino Bossolo che ai mondiali di Mosca conquista una medaglia di bronzo nella categorie -61 Kg.

Riconoscimenti anche per i tecnici e non solo per gli atleti: Giovanni Lo Dolce, nominato direttore della squadra Sicilia cadetti e coach dell'Italia al 5 campionato mondiale para taekwondo svoltosi recentemente a Mosca.

Insomma una bella realtà in un terriotrio quasi del tutto privo di impianti sportivi e che solo nel calcio riesce talvolta a riconoscersi.

nella foto il momento conclusivo del saggio