Giuseppe Tornatore: Baarìa è un film fatto con il cuore

Giuseppe Tornatore: Baarìa è un film fatto con il cuore

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Peppuccio Tornatore ama dire che quando un film esce nelle sale cinematografiche non è più del regista che lo ha realizzato, ma del pubblico che va a vederlo: perché ogni spettatore troverà qualcosa che lo emozione e lo colpisce,

una chiave di lettura nuova e diversa. Ed è per questo che, ora che il film è del pubblico, abbiamo voluto pubblicare questa intervista rilasciataci da Tornatore

D. Un travolgente, straordinario successo al Festival del cinema di Toronto, nessun premio a Venezia. Come spieghi questa dualità?

R. Ma…non credo che ci sia una dualità. Perché al festival del cinema di Venezia il film ha avuto un successo straordinario: poi non ha avuto un premio.
Ma questo è un fatto che può accadere.

D. Forse perché tradizionalmente a Venezia i film-come dire- popolari o che piacciono al grande pubblico, non hanno mai trovato nella giurìa una accoglienza particolarmente calorosa?

R. Ci possono essere mille spiegazioni: c’è chi sostiene - ma io non lo sostengo - che il cinema italiano da un po’ di anni a questa parte a Venezia non passa. C’è chi aggiunge che il cinema popolare a Venezia non passa, perché Venezia predilige film intellettualistici o altro….
Però la verita è questa: siccome si era persa l’abitudine di invitare in concorso i film degli autori che hanno già avuto successo, adesso quando capita che non abbiano un premio è come una tragedia.
Se si va vedere l’ultimo Festival di Cannes, in cui c’erano un sacco di registi molto affermati che hanno portato il loro film, e hanno fatto bene, e non hanno vinto niente, nessuno si è scandalizzato.


D. Quando si scioglierà questo “nodo irrisolto” tra l’opera di Tornatore e una certa parte della critica italiana?


Questo bisognerebbe chiederlo alla critica cinematografica.
Io in questo momento posso solo dire è che al momento Baarìa è tra i miei film alla prima uscita, quello meglio recensito dalla critica italiana.
Se qualcuno volesse fare un sondaggio e andasse a prendere tutte le recensioni di tutti i miei film usciti in Italia, alla prima presentazione, lo ripeto, constaterebbe che Baarìa è quello che è stato meglio accolto dalla critica italiana.
Solo che, ovviamente, se il film ha sette recensioni positive e tre negative, tutti parlano solo di quelle negative.
Perché siamo in Italia. E sembra che in Italia non si possa vivere senza polemiche, e anche quando non ci sono bisogna inventarle.



D. In una intervista sul quotidiano “La Repubblica” dell’altro ieri il Tornatore mite, tollerante, che tende a smussare le spigolosità, tira invece fuori la clava e se la prende con chi sta attaccando in maniera rozza e qualunquista il cinema italiano, ed in particolare il ministro della Funzione pubblica Brunetta.
Come mai?


R. Ma... io sono per mia natura, mite, tollerante e disponibile, però come si dice al mio paese : “I cosi torti unni pozzu viriri”. E quindi siccome io so che fatica, che dolore, che sofferenza c’è dentro il mondo del cinema, allora sentire dire questi insulti gratuiti ai cineasti italiani, non l’ho mandata giù.
Ho lasciato passare qualche giorno, perché non mi andava di rispondere alla polemica, mentre ero a Venezia; poi, quando un giornalista mi ha fatto una domanda sull’argomento, ho risposto con la schiettezza che mi caratterizza sia quando tiro fuori la mia mitezza che quando tiro fuori la mia durezza.


D. Forse i complimenti di Berlusconi (”Baarìa è un film da Oscar”), che a mio avviso peraltro sono sinceri, sono stati però intempestivi, anche perché Berlusconi ha, in questo periodo in particolare, un rapporto conflittuale con la stampa. E’ possibile che quell’uscita del premier abbia creato un pregiudizio nei confronti del film?



R. Io questo l’ho detto subito, e comunque questa dichiarazione di Berlusconi l’ho appresa solo in conferenza stampa, e ho detto esattamente questo: che ringrazio il presidente, perché a mio avviso il suo giudizio era sincero.
Quando ha visto il film il Presidente è stato calorosissimo, e mi ha detto cose bellissime, che non ho potuto che apprezzare e delle quali l’ho ringraziato.
Però da un grande comunicatore, quale lui è, mi sarei atteso una tempistica più accorta.
Aver espresso questo giudizio prima ancora che il film fosse visto dalla stampa internazionale, ha potuto creare qualche problema
Tuttavia io fatico a credere che il suo giudizio abbia potuto condizionare la critica o la giurìa come molti hanno scritto, perché questo significherebbe screditare la critica e la giurìa.
Tanto è vero che la critica ha parlato benissimo del film, la giurìa ha assunto le proprie determinazioni come avviene in ogni festival.


D. In questa “full immersion” di tre giorni a Bagheria, che accoglienza hai trovato?



R. Ma ovviamente la città mi ha manifestato un tale livello di affetto, di emozioni che sono rimasto veramente colpito.
Oggi ho incontrato gli studenti del Liceo classico “Fr.sco Scaduto” dove ho fatto i miei studi classici, e riconosco che è stato un incontro veramente entusiasmante e commovente: i ragazzi sono andati a rispolverare, e me l’hanno riletto, il giudizio (
peraltro lusinghiero n.d.r.) che accompagnò 35 anni fa il conseguimento del mio diploma di maturità classica.
Ma tutta la gente è stata straordinaria, affettuosa, vicina… Mi sono sentito, se fosse possibile, ancor più che a casa mia.


E sono felice che il film sia stato proiettato in anteprima a Bagheria.
Ho sempre pensato durante la lavorazione: chissà cosa succederà quando i baarioti vedranno questo film.
E sono in molti quelli che continuano a chiedermi: “sei timido, hai paura, ti preoccupi di come verrà accolto?”

Io non ho per niente paura: sono tranquillissimo, serenissimo, perché siccome è un film fatto col cuore, e io so che la gente di Bagheria il cuore ce l’ha, mi aspetto che la gente lo vedrà con lo stesso cuore con cui l’ho fatto io.
Al di là poi dei giudizi che sul film potranno nascere, anche perché i film che mettono d’accordo tutti, non sono mai stati realizzati, e io non credo di avere la capacità di farlo.
Però io so che, almeno la sincerità con cui ho fatto il film, verrà riconosciuta da tutti