Oltre duemila giornalisti e fotografi accreditati, centinaia di televisioni da tutto il mondo, la presenza, preannunciata alla prima, di centinaia di autorevoli esponenti del mondo della politica, della cultura, dello spettacolo, dell’industria e del lavoro italiani e stranieri
La anteprima del film di Giuseppe Tornatore a Venezia sarà un evento di portata mondiale, anche se qualcuno da noi, tende a considerarlo come un evento strapaesano.
Ed il giorno dopo, il nome Baarìa, sarà forse tra quelli più scritti e pronunciati nelle varie lingue del mondo.
Per qualche giorno saremo sotto la luce di riflettori di straordinaria intensità e potenza.
Pensiamo, e lo abbiamo scritto a suo tempo, che un figlio di questa terra non potesse pensare di fare di più e di meglio per il paese che lo ha visto nascere e dove è cresciuto.
Di fronte agli effetti benefici che ci potranno tornare da questo “tsunami” mediatico diventano poca cosa anche le significative risorse che la produzione del film ha investito a Bagheria.
Avremo così come sarà accaduto per le grandi svolte del passato, (la divisione del feudo dell’Accia, la capacità di passare da una coltura all’altra superando “in avanti” le crisi, dal vigneto e l’ulivo, al pomodoro e poi all’agrumeto), una occasione , una opportunità che sarebbe da sciocchi dissipare.
Per questo hanno ragione, quanti , e tra questi qualche nostro lettore, quando alla domanda: “ Cosa ci dobbiamo aspettare, noi baarioti, da Baarìa”, rispondono: “La domanda giusta sarebbe: cosa faranno oggi, domani, i baarioti dopo Baarìa, dopo cioè che la nostra città, almeno per qualche tempo diventerà una città del mondo”.
"Ci sono “passaggi” nella storia di una comunità", come ci ricordava, in una intervista televisiva, l’amico Mimmo Aiello, con Tornatore tra i protagonisti della originalissima esperienza del circolo “L’incontro”, "che ti interpellano, che ti interrogano, che ti chiedono e pretendono una risposta.”
Non è esagerato pensare che il film di Peppuccio Tornatore, per i baarioti, potrà essere uno di questi”passaggi”.
Baarìa sarà senz’altro un bel film, anzi un bellissimo film: la maestria di Tornatore, la bravura degli attori, la sontuosa scenografia, lo spessore degli trama narrativa, la qualità professionale degli artefici del progetto, faranno di Baarìa, ripetiamo, un film da godere.
Noi ci auguriamo, dal più profondo del cuore che sia anche un grande, un grandissimo film: questo avviene, come è noto, allorchè storie e vicende ancorchè minime e marginali che possono anche provenire da angoli sperduti del pianeta, verranno assunte come riferimenti da gente diversa e lontana come elementi fondanti della propria memoria, della propria vita, della propria identità e della propria umanità.
Se il film parlerà, cioè, il linguaggio universale, a tutti accessibile, dell’opera d’arte.
Ci auguriamo, cioè, che avvenga quello che avvenne per “Nuovo cinema Paradiso”, e per altri film di Tornatore, da “L’uomo delle stelle”, alla “Leggenda del pianista sull’oceano”, alla “Sconosciuta”.
Per quanto riguarda le responsabilità dei nostri politici e più in generale di noi baarioti, una speranza ovvia: di impiegare al meglio per il nostro futuro questa “carta” che ci è stata offerta.