I primi abitatori di Bagheria non furono nè banditi nè fuggiaschi-come una delittuosa tradizione vorrebbe far credere- ma gente onesta e laboriosa, quì chiamata dai signori del '700 per la costruzione di immensi palazzi di villeggiatura e la custodia delle terre.
Architetti, murifabbri, pittori, valorosi agricoltori furono, quindi, i primi abitanti di quelle casette che ancora circondano i palazzi principeschi e che furono poi il nucleo di questa bella cittadina, tanto ricca di storia e tanto progredita in soli due secoli di esistenza.
E le donne d'allora?
"Se è vero, come dice Schopenauer, che noi ereditiamo dal padre il carattere e dalla madre tutto quanto è soggettivo in noi", si può affermare che le dolci compagne dei primi bagheresi furono donne di ingegno svegliatissimo.
Difatti Bagheria è pervenuta - rapidamente - ad un grado di civiltà, cui altri centri di origine più lontana non sono ancora arrivati, e annovera tra i suoi figli uomini insigni per ingegno e per dottrina, apprezzati da tutto il mondo civile.
Il popolo di Bagheria - ora più che mai - vive un febbrilissimo movimento di sapere, di industria, di civiltà.
Rotti gli antichi latifondi, l'agricoltore divenne proprietario della terra, e dalla terra volle trarre il massimo vantaggio.
Agli immensi seminati sostituì agrumi, viti, pomidori, dando origine a tante industrie grandiose e lucrative.
L'ambiente campestre in cui è nato, il popolo di Bagheria ha saputo trasformare in un centro di civiltà; credente , ma non bigotto, cattolico, ma non clericale, ha saputo sostenere le più grandi lotte per la libertà e per il pensiero.
Ed ogni qualvolta il clero ha tentato di evadere dalle sacrestie per scaldarsi al sole della vita nazionale, il popolo di Bagheria ha saputo ricacciarlo nell'ombra, con battaglie memorabili.
di S. Chiello, tratto da Bagheria Solunto, guida illustrata, edizioni "Casa di Cultura" - 1911. Ristampa Anastatica.