Come quella coppia che alla vigilia della separazione comincia a far volare accuse, parolacce, piatti e stoviglie: sembra questo il tramonto inglorioso di una gestione dalla quale adesso tutti, tecnici e politici, si preoccupano di prendere le distanze.
C'è un articolo sul "Giornale di Sicilia" di domenica 14 novembre a firma di Giacinto Pipitone, che da notizia di un documento durissimo di 33 pagine con allegate 1000 pagine di deliberazioni allegate, inviato da due dirigenti del Coinres Giuseppe Pirrone e Roberto Li Causi, rispettivamente direttore tecnico e direttore amministrativo, alla Procura della Repubblica di Termini Imerese, alla Prefettura e alla Procura della Corte dei conti.
In risposta parrebbe ad una affermazione del sindaco di Bagheria Biagio Sciortino contenuta in una nota inviata ai vertici del Coinres, in atto guidato da un coordinamento commissariale.
"Errori organizzativi e gestionali-scrive Sciortino- non possono ricadere sul patrimonio dei Comuni soci e quindi sulle tasche dei cittadini." .Come dire: ognuno si assuma adesso le proprie responsabilità.
Ed i "tecnici" non ci stanno e rimandano la palla nel campo avverso: quello dei sindaci e delle decisioni politiche. Sarebbero i politici-a loro dire- i responsabili della voragine di 40 milioni di euro che si è aperta dal 2007 ad oggi
Se dobbiamo essere sinceri non avevamo mai avuto notizie pubbliche di dissensi nella gestione del Coinres tra dirigenti amministrativi e politici; anzi molto spesso sono stati i sindaci ad accusare di "inadempienze" la direzione tecnica del Consorzio: mancato acquisto delle D.P.S., dotazioni personali di sicurezza;
grimaldello e pretesto per proteste epiche nel passato, che hanno provocato oltre dieci giorni di astensione consecutive dal lavoro delle maestranze e che hanno lasciato il segno nella "storia" delle nostre città;
e più di recente mancato invio di elenchi di autisti dei mezzi, mancato invio degli elenchi dei dipendenti in carico ai singoli comuni, mancata elencazioni dei compiti cui i dipendenti sarebbero addetti, mancata descrizione dei luoghi di lavoro dei dipendenti, ecc.
Un'altra delle cose interessanti che la relazione non dice, ma che sarebbe interessante sapere è se, e in che misura siano state mai adottate trattenute di stipendio a quei dipendenti che, in media due tre volte l'anno si astenevano dal lavoro con motivazioni risibili e pretestuose per periodi che andavano dai dieci ai quindici giorni consecutivamente.
Il comune di Bagheria stacca per esempio il suo assegno mensile in banca ( 380.000 euro) solo per pagare i suoi oltre 150 "dipendenti" dei quali esiste un elenco in banca.
Ma se chiede quale ruolo abbiano, quale funzione ricoprano e dove effettivamente lavorino questi 150, almeno sino a qualche settimana fa era difficile avere risposta.
Almeno così sosteneva anche in pubbliche interviste televisive il sindaco di Bagheria Sciortino, che in diverse occasioni ha proclamato:"Pagheremo solo i dipendenti che lavorano".
E durante l'estate si parlava di una media rilevata di 60/70 presenze al giorno, con minimi di 40 dipendenti che effettivamente lavoravano. E gli altri? un mistero che nessuno riusciva a chiarire.
Adesso- meglio tardi che mai- apprendiamo che il deficit del Coinres, secondo i dirigenti tecnici "è legato alla politica messa in atto dai sindaci in ordine alle assunzioni di personale" fatte in presenza di"una grave situazione finanziaria di cui i sindaci avevano contezza".
Non solo ma "le assunzioni sono state fatte in base ad un piano operativo che era in realtà un mero studio di fattibilità che scaturiva dalla richiesta dell'agenzia di rifiuti" e "non si capisce come si sia dare attuazione solo alla parte che prevedeva nuovo personale senza acquistare mezzi e attrezzature previste nello stesso documento."
E così continua: "L'assenza di mezzi rendeva inutile l'assunzione di personale. Gli organi consortili deliberavano di non acquistare i mezzi per carenza di copertura finanziaria mentre non si ponevano problemi per il nuovo personale".
Allegate alla relazione ci sarebbero anche le delibere in cui i tecnici si sarebbero opposti alle assunzioni " prive-si specifica-di qualsiasi copertura finanziaria".
Per concludere secondo quanto contenuto nella relazione "Si è creato un caos organizzativo perché volutamente i sindaci non hanno mai approvato i bilanci di previsione (dal 2008 al 2009 n.d.r.) e i rendiconto degli ATO", con il risultato che "la mancata adozione dei bilanci dell'ATOP provoca la mancata previsione nei bilanci comunali delle somme necessarie a garantire il funzionamento del servizio di raccolta".
Tutto giusto, tutto vero. Ma una domanda non possiamo non farla a Giuseppe Pirrone e Roberto Li Causi.
Ma solo ora hanno scoperto queste cose? Perché solo ora hanno deciso di scrivere alle Procure?