Una proposta (forse) di sinistra: tagliare del 20% le indennità degli amministratori

Una proposta (forse) di sinistra: tagliare del 20% le indennità degli amministratori

Politica
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Molte letture ma poche reazioni al nostro articolo, ma anche alla campagna di stampa che soprattutto il "Giornale di Sicilia" sta portando avanti per documentare

come leggi giuste nate per tutelare il reddito e l'impegno di chi fa politica, siano nella pratica dei politici di oggi, diventate strumenti indecorosi per succhiare denari dalle casse pubbliche.
Un commento dell'Associazione "Noi cittadini", una imbarazzata e imbarazzante lettera di S.E.L. che pubblichiamo a parte, per il resto silenzio tombale dei cittadini, dei partiti e delle istituzioni.
Nessun comunicato del Partito Democratico uno e bino, l'U.D.C. ha altri giochetti da fare per dedicare tempo a questi dettagli, consiglieri "indipendenti" e "civici" hanno altre tele da tessere; non vorremmo però che il silenzio della gente comune sottintendesse, come in parte temiamo, che visto questo ben di Dio di denari che si ricava a fare l'eletto dal popolo, tanto vale buttarvisi a capofitto.

Altro che antipolitica! Ci sarà l'arrembaggio!

E' quello che temiamo avverrà alla prossime amministrative, quando alla riffa per vincere uno dei quaranta ( 1 sindaco, 8 assessori, 30 consiglieri) biglietti della ricca e generosa lotteria comunale, (che potranno rendere in cinque anni dai cinquanta ai duecentomila euro), saranno in centinaia a buttarsi dentro.

LO SPIRITO VERO DELLA LEGGE

Vogliamo anche, per chiarire il senso di una proposta che faremo alle forze politiche della città, iniziare con qualche precisazione.

1) La democrazia ha dei costi economici legati al funzionamento delle istituzioni, dal Parlamento nazionale , passando per i consigli regionali e provinciali e per arrivare ai consigli comunali che la comunità deve essere cosciente e consapevole che è corretto affrontare e sostenere.

2) E' giusto e doveroso che quanti mettono a disposizione il loro tempo, la loro professionalità e la loro passione politica, vedano tutelato il proprio posto di lavoro (se ce l'hanno), il proprio reddito, le proprie aspettative di vita e di futuro, e che abbiano a ricevere un giusto ed equo indennizzo rispetto all'impegno che metteranno in campo.

Detto questo, parlare di rischio di antipolitica o di politica fatta solo per i ricchi, perché ci si indigna per le cifre raggiunte da questo trasversale e multicolore "magna magna" fa soltanto sorridere.

In realtà ci fu un tempo in cui un bracciante, un operaio, un artigiano, un intellettuale povero potevano diventare, come diventarono, deputati o consiglieri regionali, provinciali e comunali.
E' proprio oggi che questa possibilità non esiste più: oggi, anche i partiti cosiddetti di sinistra hanno appaltato il fare politica ai professionisti della politica e la rappresentanza politica ai vari livelli è diventata appannaggio solo dei piccoli o grandi ras delle preferenze e delle clientele.

LA POLITICA  SOLO  PER I RICCHI  ?   IL  RISCHIO  DELL' ANTIPOLITICA?

Ma siamo seri!

Solo perché si  denunciano le cifre di uno spreco vergognoso, che suona come insulto alle condizioni di una città?
Solo perché si vorrebbero tagliare un pochino le unghia all'ingordigia degli "eletti"?

La verità è un'altra. La legge nacque per tutelare dei diritti legittimi di quanti venivano chiamati a rappresentanti delle istituzioni.

Un tempo peraltro i consigli comunali venivano convocati per una quindicina di sedute l'anno e per altrettante sedute le commissioni ( e forse anche meno).
Certo era un numero insufficiente, anche perché i consigli comunali avevano allora poteri e sfere di decisioni molto più ampie che adesso.
Ora invece che contano molto meno si ritiene opportuno convocarli anche quattro o cinque volte la settimana, anche la settimana del Ferragosto con l'unico esin troppo esplicito obiettivo di far maturare indennità e rimborsi.

Sono gli abusi di una legge giusta, che i partiti un tempo di sinistra non solo non denunciano, ma della quale anzi sono i primi a giovarsene alla grande.
Il problema non è, cara S.E.L., obbligare i consiglieri a stare due o tre ore a parlare di aria fritta.
Il problema è che, consigli comunali e commissioni vanno convocati quando è veramente necessario o urgente parlare di qualcosa, e non come oggi, che le convocazioni servono per larga parte  per mettersi i soldi in tasca.

COSA E' LA POLITICA ?

Certo l'attività di controllo, le interrogazioni e le solite balle: ma la politica non si può intendere solo come "lavoro" dentro le istituzioni, per quattro, cinque giorni la settimana.
La politica era un tempo, quando c'era la passione, e dovrebbe ancora essere un impegno che si esercitava "anche" dentro le istituzioni, ma non esclusivamente nel chiuso di consigli e commissioni.
La politica è stare tra la gente, interpretarne i bisogni, costruire movimenti; non è ripetere per qualche centinaio di volte al mese le stesse cose davanti alla tv.
Far finta di non capire queste cose, misura la distanza che separa ancora la sinistra dal capire le ragioni del perché Berlusconi, se la salute lo assisterà, potrà fare il bello e il cattivo tempo per i prossimi trenta anni.

LA NOSTRA PROPOSTA

Per questo perché questa discussione non sia sterile e fine a se stessa facciamo una proposta alla politica nell'accezione più nobile del termine.

Siamo alla vigilia dell'approvazione del bilancio 2010: i partiti e i consiglieri facciano un gesto coraggio e di alta politica.
Riducano del 20% i capitoli che si riferiscono alle indennità del sindaco, del Presidente del consiglio, e alle indennità e ai rimborsi dei consiglieri e alla benzina per il fuori sede.
Si risparmierebbero circa 200.000 euro.

Li destinino esclusivamente a due capitoli:
1) Interventi urgenti a favore di famiglie bisognose 2) Interventi a favore di famiglie bisognose con soggetti portatori di handicap

Ecco questo sarebbe un gesto alto e nobile che potrebbe in qualche modo riconciliare la politica con i cittadini.

E noi su questo chiederemo un pubblico pronunciamento dei partiti, dei sindacati, delle associazioni di volontariato, della Chiesa locale, di quei cittadini che, malgrado tutto, non si rassegnano a tollerare ulteriormente questo degrado e questa vergogna, di cui si rende protagonista indistintamente l'attuale classe politica alla Regione, alla Provincia ,al Comune di Palermo e Bagheria.

Ma noi viviamo a Bagheria e parliamo per Bagheria.

E stiano tranquilli gli amici di S.E.L., perché né la democrazia nè le istituzioni né le condizioni della nostra città correrebbero alcun pericolo, se anziché quindici volte al mese i consigli e le commissioni si riuniranno solo dieci volte al mese.

Anche perchè la diversità non basta proclamarla, ma occorre soprattutto praticarla.