Gentile Direttore, colgo l'occasione offertami dalla recente approvazione, da parte del consiglio comunale di Bagheria, delle direttive per la revisione del P.R.G. per consegnare alla tua attenzione alcune semplici riflessioni sull'argomento.
Premetto che un plauso va rivolto all'intero consiglio comunale per il lavoro svolto, al di la delle contrapposizioni politiche ed ideologiche: il fatto storico che per la prima volta una classe politica definisce le linee guida di sviluppo socio-economiche di Bagheria.
Questo è un aspetto a cui deve essere tributata la giusta valenza, ricordando che l'attuale P.R.G. è nelle sue linee generali figlio di una gestione commissariale (1992-1995), che poco a tenuto conto delle prospettive di sviluppo socio-economico del nostro territorio, e che tante difficoltà a generato nella sua piena attuazione a seguito degli innumerevoli contenziosi creati.
Ma è questo lo strumento operativo che abbiamo ed è questo quello che non possiamo sconvolgere nelle linee generali.
Nella definizione delle linee guida per la revisione del P.R.G. un caposaldo è rappresentato dalla sostanziale validità ed attualità dello strumento urbanistico, condizione questa che ha consentito di operare delle scelte che rappresentano solo dei correttivi e delle integrazioni allo strumento esistente. In definitiva si è cercato di migliorarlo laddove evidenti sono le lacune attuative che lo stesso manifesta.
Questo lavoro è stato condotto dalla maggioranza che sostiene Biagio Sciortino, integrato da alcune delle proposte dell'opposizione. Sarebbe interessante che le varie proposte discusse in aula venissero pubblicate per consentire alla cittadinanza di analizzarle ed approfondirle, anche e soprattutto per comprendere come e se si è fatto l'interesse della cittadinanza.
Perché un altro aspetto di questo articolato atto amministrativo è stato rappresentato da una strumentale contrapposizione all'interno del consiglio tra la maggioranza ed una parte dell'opposizione.
L'argomento che ha prodotto un vero e proprio scontro, e che ha stimolato il collega consigliere provinciale Vincenzo Lo Meo ad assumere una posizione che induce non poche riflessioni, è quella relative ad un atto d'indirizzo, proposto dal vice-presidente D'Agati, che di fatto aumentava l'indice di edificabilità in verde agricolo da 0,03 m3/m2 a 0,10 mc/mq.
Tale atto di indirizzo era sostanzialmente identico ad uno proposta dal PD d'opposizione (Amato, Maggiore, Di Bernardo e Chiello) che alzava l'indice di edificabilità in verde agricolo addirittura a 0,15 mc/mq. L'esito della suddetta votazione ha prodotto due distinti effetti. Il primo è rappresentato dalle dimissioni del consigliere D'Agati da vice-presidente del consiglio, ed è questo l'effetto più traumatico poiché, io che ho lavorato con lui a stretto contatto per due anni posso testimoniare che, nessuno come Gaetano D'Agati può interpretare l'importante ruolo istituzionale: preciso, puntiglioso, deciso e solido nelle posizioni, equilibrato ed al servizio dell'istituzione sempre, al di sopra dell'appartenza politica; in poche parole al servizio dei bagheresi.
Ed è per tale motivo che le sue dimissioni mi addolorano e privano il consiglio di un punto di riferimento. Il secondo degli effetti prodotto dalla votazione è rappresentato dalla unitaria visione di città che una parte dell'opposizione ha manifestato.
Il fatto poi che questa opposizione sia rappresentativa delle due maggiori forze politiche dello scenario politico nazionale (PD e PdL), in eterno conflitto ideologico, in contrapposizione su ogni argomento, bene rappresenta quali possano essere gli intendimenti ed interessi che li hanno portato a formulare le medesime proposte.
La foga con cui in aula prima, e sulle pagine virtuali, e non, dei notiziari locali poi sono state sostenute delle tesi ci ha indotto a chiarire quali effetti avrebbe potuto produrre l'atto d'indirizzo in esame.
La prima considerazione che va condotta è sul fatto che non appare chiaro di quale "Atto di irresponsabilità politica e contrario agli interessi dei bagheresi" si stia trattando. Si sostiene che l'atto d'indirizzo avesse ricevuto parere favorevole da parte del dirigente, Ing. V .Aiello, ma si opera artificiosamente una forzatura. Infatti il parere favorevole è relativo a "quelle parti del territorio, poste nelle immediate vicinanze della periferia dell'abitato il cui frazionamento della proprietà richieda insediamenti da considerare come zone C".
Quindi sostanzialmente si tratta di trasformare una porzione limitata di territorio adiacente il centro abitato da "zona E" (verde agricolo) a "zona C" (zona residenziale ad intervento indiretto) dove è possibile costruire previa lottizzazione.
Solo in questo caso il parere può essere reso favorevolmente.
L'indice di fondiario di edificabilità su verde agricolo è stabilito per legge e solo per legge può essere modificato. È dunque un falso ideologico affermare che l'approvazione dell'atto di indirizzo avrebbe consentito "...incrementare nella aree a verde agricolo l'indice di edificabilità da 0.03 a 0.10 mc/mq..." allo scopo di creare "...una stanzialità diffusa sul territorio, in modo da rendere possibile sui terreni la presenza dei proprietari e coltivatori, con notevole utilità ai fini del presidio territoriale e della salvaguardia del paesaggio...".
Piuttosto la proposta appariva come un ulteriore tentativo di garantire ai pochi proprietari (per 120 mq di costruzione sarebbero stati necessari almeno 4.000 mq di terreno) di "appezzamenti di terreno in adiacenza al centro abitato" di poter realizzare la propria residenza estiva non troppo distante dal centro abitato.
Per tutti gli altri, per coloro che coltivano sul serio il terreno, nelle contrade Accia, Amalfitano, Porcara, Lanzirotti, Specchiale, Raiata, Feotto, Brigandi, Scannicchia etc. etc., non ci sarebbe stato alcun beneficio. I fortunati sarebbero stati coloro che hanno terreni in alcune contrade vicine al paese quali Marino, Monaco, Fonditore e cosi via.
Mi sono chiesto dunque quale "Atto di irresponsabilità politica e contrario agli interessi dei bagheresi" si sia compiuto con la bocciatura di un'atto di indirizzo, dal sapore vagamente populistico (la campagna elettorale per l'elezione del nuovo sindaco è già cominciata), che nessuna soluzione proponeva per la tutela del territorio e la salvaguardia dell'agricoltura.
Mi sarei aspettato altro da chi ha costruito il proprio consenso sulle speranze del proletariato.
Un'analisi più realistica di uno scenario che impone all'agricoltore moderno un'evoluzione tecnologica e del ciclo produttivo, un rinnovamento delle colture e l'abbandono progressivo degli agrumi che ormai, nel nostro territorio, possono conservare solo testimonianza degli splendori della Conca d'Oro. Ci aspettavamo altro, non certo l'ultimo assalto cementificatorio alle aree di verde adiacenti il centro abitato.
Caro direttore la lascio con un'ultima riflessione.
È sempre più faticoso rinunciare alle gioie che la famiglia, gli amici, il lavoro possono darti per dedicare le tue migliori energie credendo che una Bagheria migliore sia possibile. Tale fatica è tanto più grande quanto più acrimoniosi, esacerbati, ingiusti sono le valutazioni con cui ogni giorno ci scontriamo.
L'UDC si trova al governo di questa città di meno di due anni, ma e come se le colpe delle attuale difficoltà fossero solo nostre. Questo non è giusto. Ma siamo sicuri che verrà presto il tempo dove potranno farsi analisi, approfondimenti e bilanci delle esperienze politiche ed amministrative, dove ad ognuno potranno tributarsi meriti ed addebitarsi demeriti. Presto gli Ascari saranno smascherati e cacciati dallo scenario della politica.
Bartolo Di Salvo, consigliere provinciale dell'U.D.C.