Il presidente del consiglio Daniele Vella, è tra i nostri amministratori uno dei più attenti alle questioni della comunicazione,
e ne segue con una attenzione che apprezziamo anche gli strumenti più moderni, siti on line, social network ecc…; per questo accogliamo sempre volentieri e talvolta sollecitiamo suoi contributi e sue prese di posizione su questioni che riguardano la vita di Bagheria.
Qualcosa però, e lo diciamo molto chiaramente, non ci convince nell’ultimo comunicato che ha fatto per sottolineare la grande partecipazione alla giornata del FAI di primavera, che ha visto riaprire per due giorni, il giardino di Villa San Cataldo.
Nel suo comunicato, Daniele Vella si rivolge ai cittadini chiedendo di “mantenere alta la pressione” nei confronti della Provincia per un sollecito recupero del bene.
Va però rilevato che Daniele Vella, non è un qualunque cittadino: è consigliere comunale dal 2006, avendo in qualche modo ricevuto il bastoncino della staffetta dal padre Pino che era stato amministratore dal 2001 al 2006; inoltre, se non ricordiamo male, dal settembre del 2008 è anche presidente del consiglio.
Ha quindi ben altri compiti, funzioni, poteri e responsabilità di quelle di un comune cittadino.
Lui è uno dei soggetti che oltre a farla “aumentare” sugli altri, “la pressione”, dovrebbe sentirla innanzitutto su sé stesso, perché altrimenti non ci capiamo più.
Allora dovrebbe sapere che nel 2002, per qualche breve periodo della sindacatura Fricano il parco di Villa san Cataldo, rimase aperto e fruibile per i cittadini.
Dopo qualche settimana però fu richiuso, (custodito in teoria dalla Provincia che ne è proprietaria, nei fatti lasciato preda di vandali e di latrocini , di cui l’informazione ha dato puntuale notizia), perché si disse necessitavano opere di messe in sicurezza: è vero, il giardino di Villa San Cataldo è messo male e solo l’amore e lo spirito di servizio del F.A.I. e degli studenti dell’istituto regionale d’arte lo hanno reso presentabile durante la giornata di primavera del F.A.I.
Sì, in effetti, necessitavano lavori di sostegno dei muretti di contenimento, delle basi per gli elementi decorativi dei viali, dei grandi vasi e sculture di tufo, oltre che di manutenzione della recinzione e di altro. Lavori certo urgenti e importanti, ma niente di che.
Eravamo nel 2002-2003, e sono trascorsi sette anni.
Nel settembre del 2006, il sindaco Biagio Sciortino, a qualche mese dalla sua elezione, sbandierò al popolo la famosa convenzione-burletta firmata con l’allora presidente della provincia Francesco Musotto che prevedeva la riapertura e l’uso pubblico in tempi brevi.
Siamo arrivati al 2010, ed ancora stiamo a gingillarci con la favoletta della grande sensibilità dei bagheresi che in migliaia mostrano di essere assetati di verde e di cultura.
Ma allora, con queste convenzioni-farsa e sollecitazioni per "aumentare la pressione”, volete forse prenderci per i fondelli, per usare una espressione raffinata?
Ma chi, più di un sindaco, di un assessore o degli amministratori locali avrebbe potuto e dovuto “aumentare la pressione” nei confronti della Provincia?
E perché non è stato fatto?
Ed in questi anni chi e cosa hanno fatto amministratori locali e provinciali per vigilare che quei lavori venissero finanziati ed eseguiti?
Se non andiamo errati sino all’anno scorso non c’era nessun progetto, né finanziato né tantomeno messo in cantiere dalla Provincia regionale di Palermo per la messa in sicurezza del giardino di Villa san Cataldo.
E a chi sarebbe spettato “mantenere alta la pressione”, per usare la sua espressione, caro presidente Vella?
Siamo intervenuti pubblicamente almeno tre –quattro volte sui giornali locali, sollevando la questione, e sollecitando soprattutto, chi avrebbe dovuto e potuto intervenire; ma inutilmente, perché altre, purtroppo duole constatarlo, sono le questioni che stanno a cuore a chi ci amministra.
Il sindaco in particolare, non risulta abbia mai fatto alcunchè per rendere concreta la convenzione-farsa, firmata con Musotto; e dire che occasioni di incontro con l’attuale presidente della Provincia Giovanni Avanti ne ha avute millanta.
Come la storia del Parco di cultura ambientale di Monte Catalfano.
Oltre quattro milioni di euro pubblici spesi per attrezzare minimamente l’area: poi un brutto incidente, ormai quasi un anno fa occorso ad un bambino, ed allora parco chiuso con ordinanza del sindaco, almeno dal settembre scorso. Da allora solo il silenzio
E questo lo chiamate amministrare? E questo sarebbe perseguire il “bene comune”?
Magari poi arriva qualcuno che fuori dai denti ti dice la verità, e cioè che ancora a distanza di due anni dal completamento, i nostri amministratori di maggioranza (U.D.C., P.D. continuista, e cespugli civici) non riescono a mettersi d’accordo su chi debba gestire il Parco di cultura ambientale di Monte Catalfano, che naturalmente va in malora.
La Forestale? I servizi di protezione civile? Qualcuna della associazioni ambientaliste e non che ne ha fatto esplicita richiesta?
Non si sa, perchè ancora, i nostri bravi e perfettini amministratori, che si riempiono la bocca del “bene comune”, debbono mettersi d’accordo.
Non si decide nulla ed il parco è là, pare ripulito, ma con una bella ordinanza che ne vieta la feuizione e l'accesso, anche se entrarci di fatto non è vietato a nessuno.
E Bagheria aspetta.
E chi dobbiamo “mettere sotto pressione” per il parco di Monte Catalfano, presidente Vella? Ce lo suggerisca Lei, e noi seguiremo il suo consiglio.
Magari fra qualche anno, in una giornata F.A.I. della primavera del 2015, quando la gente riscoprirà Monte Catalfano, qualcuno apprezzerà la grande sensibilità dei bagheresi e farà l’ennesimo comunicato.
E’ vero, presidente Vella, amministrare oggi è difficile; poche risorse e tante, tantissime questioni aperte.
Ma, e lo diciamo senza alcuna voglia di offendere, anche le qualità e le capacità degli amministratori contano: perché quando alla mancanza di risorse si aggiungono anche la mancanza di idee, di capacità e di volontà, allora veramente non c’è futuro per i cittadini amministrati.