Si sta giocando, in queste settimane, una partita politica decisiva per le sorti della Città, in ordine agli equilibri che determineranno i nuovi assetti del potere
alle amministrative della primavera del 2011.
A fare da sfondo alle dinamiche della politica bagherese, vi sono alcuni temi intorno ai quali si muovono interessi particolari e generali, la cui ricomposizione costituirà il terreno su cui si cimenteranno gli uomini ed i partiti che aspirano al governo della Città.
Innanzitutto la tematica urbanistica, che - dopo la bocciatura di ben tre piani stralcio da parte dell’Assessorato Regionale al Territorio ( è passato solamente quello relativo alla zona Serradifalco- Svincolo autostrada) e lo stallo della riapposizione dei vincoli, in Consiglio Comunale, - sta determinando una situazione di grave sofferenza del settore edilizio ed del suo indotto, strategico per l’economia della Città.
La mancata riapposizione dei vincoli, (atto obbligato a cinque anni dal 2002, anno di approvazione del PRG, che scadrà nel 2012) oltre che concorrere alla bocciatura dei piani stralcio, costituisce una pericolosa spada di Damocle sul concreto utilizzo dei fondi strutturali comunitari, che confluiranno a Bagheria attraverso il PISU, il PIST e il GAL progettato dalla locale agenzia di sviluppo locale, e l’impossibilità di procedere agli espropri, in mancanza dei vincoli, potrebbe inficiare l’utilizzo dei fondi stanziati, riproponendo un limite storico della politica del nostro territorio.
I fondi della programmazione comunitaria 2007/2013 costituiscono un’occasione unica per l’attivazione di processi produttivi sostenibili e virtuosi del nostro comprensorio e la politica non riesce a esitare gli atti propedeutici per un loro utilizzo efficace ( strumenti di pianificazione del territorio sia di natura urbanistica che commerciale, l’attivazione e la disponibilità delle aree artigianali).
Bagheria non fa eccezione e la politica si presenta, colpevolmente in ritardo all’appuntamento rivolto a creare condizioni favorevoli all’attuazione delle politiche di sviluppo locale, impegnata, con tatticismi di breve respiro, solo a perpetuare le condizioni di autosopravvivenza .
Difatti ha assecondato gli istinti conservatori di un Consiglio Comunale, che ha abdicato al suo ruolo primario di organo di pianificazione urbanistica, regredendo a sede di interessi particolaristici, a volte inconfessabili e rinunciando, di converso, ad imprimere all’azione amministrativa un’impronta sui temi dello sviluppo economico. Specularmente il sindaco Sciortino non ha mai dato l'impressione, sui temi della programmazione negoziata e dello sviluppo locale, di interpretare una leadership autorevole e competente.
Emblematica appare la designazione dell'amministratore delegato del Patrto territoriale dell’agenzia di sviluppo locale Metropoli Est, inserita nel calderone della spartizione cencelliana della nuova compagine di governo cittadino, alla stregua di un qualsiasi ruolo di sottogoverno cittadino.
Altro tema cruciale, che ha tenuto banco in queste settimana e che avrà sicure refluenze sulla vita amministrativa futura della Città , è la vicenda Coinres.
Ad essa si legano:
1) il nodo del buco di bilancio maturato in questi anni ( ricordiamo che solamente Bagheria per quanto riguarda il Coinres è passata dai 6 mld di costi del 2005 ai 12 contabilizzati nel 2009);
2) le correlate, responsabilità amministrative, contabili, e le probabili refluenze penali;
3) il destino dei circa 500 dipendenti e delle loro famiglie;
4 ) gli esiti della nuova riforma degli ATO e del nuovo sistema di raccolta e smaltimento , in discussione all’ Assemblea Regionale Siciliana ;
5) il ripristino di un livello di dignità e vivibilità decoroso e consono agli standard di una comunità civile;
6) l’attivazione e l’attuazione di qualsiasi indirizzo di politica economica di natura turistica , legata ai servizi alle persone o rivolta ad un tessuto di piccole e medie imprese artigiane.
In definitiva tre, appaiono, le aree strategiche intorno alle quali si giocheranno le sorti del presente e futuro confronto politico:
1) le politiche urbanistiche;
2) le politiche di sviluppo locale legate alla programmazione dei fondi comunitari;
3) la politica gestionale dei servizi a rete (rifiuti, acqua , manutenzione e gestione della viabilità e degli spazi a verde).
I distinguo e le spaccature dei partiti locali, dal PD al PDL, e per certi versi alcuni dissensi all’interno dell’UDC, appaiono sintomatici di una situazione fluida e fanno da cornice al tentativo di comporre un quadro di interessi sopraelencati.
Chi riuscirà a trovare una proposta programmatica credibile di sintesi, nella quale prevalga l’interesse della collettività, godrà sicuramente di un vantaggio competitivo nella partita amministrativa del 2011.
Su questi temi si dovranno confrontare i diversi pretendenti allo scranno più alto di Palazzo Ugdulena: da Biagio Sciortino che ha già annunciato la sua ricandidatura, ad un possibile candidato ufficiale dell’UDC (Alessandra Jannì piuttosto che Bartolo Di Salvo), a Gianfranco Ingrassia, ipotetico punto di mediazione dello schieramento raccolto intorno all’attuale Sindaco.
Soggetti politici che si trovano, in ogni caso, a giocare la partita della futura sindacatura dalla posizione di vantaggio che deriva dalla gestione del potere locale. A questi vanno aggiunti quanti vantano legittime aspirazione sul fronte dell’opposizione del quadro politico attuale, da Vincenzo Lo Meo, capogruppo alla Provincia del PDL Sicilia, a Vittoria Casa, che non ha nascosto le sue ambizioni, per finire a Rosario Giammanco, autore di un tentativo di ricomporre la parcellizzazione dell’universo composito del PDL.
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L'articolo è pubblicato sul numero de "L'approfondimento" in edicola