Seduta importante del consiglio, che finisce però a coda di sorcio

Seduta importante del consiglio, che finisce però a coda di sorcio

Politica
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Seduta fiume quella di ieri sera del consiglio comunale di Bagheria, andata avanti per oltre cinque ore: dopo la solita schermaglia procedurale,

che si prende i primi 50’ minuti di discussione sostanzialmente inutile ( si tratta di certificare la necessità e l’urgenza della seduta), con l’U.D.C. a sostenere che non ne esistono i presupposti e altri partiti invece a ribadire che sono i problemi aperti nella città, a confermare la necessità di una seduta consiliare, si passa all’argomento più importante iscritto all’ordine del giorno, vale a dire “La relazione annuale del difensore civico”.

 

Per una ventina di minuti il difensore civico Giorgio Castronovo espone il bilancio di un anno di attività, il cui contenuto riportato in un opuscolo, è stata distribuito preliminarmente ai consiglieri:: tre- quattro in particolare, le questioni che hanno visto i cittadini “ricorrere” all’intervento del difensore civico.
Preliminarmente Castronovo accenna alla utilità e importanza di questo istituto , in una città come Bagheria, e sottolinea l’importanza di creare una cultura della “difesa civica”, che passa anche attraverso il rapporto con le scuole da lui particolarmente curato.

Oltre 1600 i cittadini da me ricevuti in un anno nel mio ufficio- puntualizza Castronovo.

Bollette pazze dell’A.P.S, mancata raccolta rifiuti, condizioni delle strade di Bagheria ridotte ormai a trazzere, le questioni sulle quali si è trovato a dover intervenire, riuscendo talora a risolvere problemi elementari, quali l’approvvigionamento idrico delle scuole, dovuto alla quasi incomunicabilità tra organi delle scuole e uffici comunali.

Ma come è facilmente prevedibile è stata la questione della bollette dell’A.P.S. che ha preso gran parte dell’intervento di Castronovo e dei consiglieri successivamente intervenuti nel dibattito.
Quasi un migliaio i ricorsi presentati-ha precisato Castronovo-, basati non su generiche rivendicazioni, ma su motivazioni solide che trovano anche giustificazioni in sentenze della Cassazione. Una sorta di "class action" ante litteram.
Il fatto che per esempio l’A.P:S. , a distanza di due anni dall’ingresso nella gestione della distribuzione dell’acqua, non ha ancora elaborato una carta dei servizi, né un regolamento relativo alla fornitura idrica.
Altro elemento discutibile delle bollette contestate è quello che in assenza di una lettura dei contatori, per motivi vari, si sia andati ad una fatturazione dei consumi “presunta”.
Nella discussione intervengono oltre una decina di consiglieri, e l’assessore ai lavori pubblici Gino Di Stefano, che precisa alcuni passaggi della gestione A.P.S., mentre tra i banchi qualcuno dissente sul ruolo “troppo politico” assunto dal difensore civico, Giorgio Castronovo.

Naturalmente da stigmatizzare che dopo qualche ora di discussione viene fuori il solito malcostume dello squagliamento generale dei consiglieri, tant’è che verso la fine della seduta i consiglieri rimasti sono meno di una decina.