I ritardi accumulati dall’amministrazione bagherese riguardo alla programmazione dei fondi 2007/2013 questa rubrica li ha evidenziati in tempi non sospetti a far data già dalla fine del 2006, quando cominciava a prendere corpo e sostanza le linee guida dei documenti di programmazione strategici.
L’emblema della lentezza e della negligenza e della superficialità che ha contraddistinto l’atteggiamento dell’Esecutivo cittadino è costituito dall’iter d’elaborazione del Piano Strategico Territoriale.
Anche se non nasce da un obbligo di legge, il piano strategico è lo strumento che è stato individuato a livello comunitario e nazionale (delibera CIPE n. 20/04) per definire strategie partecipate di sviluppo locale sostenibile dei territori, nella nuova fase di programmazione 2007-2013.
La definizione di questo fondamentale documento di programmazione va inserito in un quadro di progressivo decentramento di funzioni alle regioni ed ai comuni, verso una prospettiva di sussidiarietà e compiuto federalismo.
Le nuove strategie di sviluppo sostenibile dei territori, difatti, necessitano di partecipazione nelle scelte strategiche e di una visione condivisa dello sviluppo.
Il piano strategico si concentra in particolare sugli interventi ritenuti strategici, come, per esempio: la condivisione e l’integrazione delle finalità dei progetti a vari livelli, il coordinamento fra le istituzioni interessate, non dimenticando la questione fondamentale del reperimento delle fonti di finanziamento.
E’, in definitiva, il disegno politico dello sviluppo sostenibile di medio-lungo periodo coinvolgendo nel processo decisionale gli operatori privati e la società civile, tramite la promozione di reti d’alleanze e di cooperazione tra città e tra territori promuovendo la competitività e l’attrattività del territorio, valorizzandone le risorse e le opportunità.
Compito peculiare è costruire reti di cooperazione. Il piano strategico, in definitiva, disegna il futuro del territorio mettendo in rete gli attori; nasce e si attua dal basso e non viene imposto.
La sua funzione non si esaurisce con la predisposizione di un documento di piano, ma continua per tutto l’arco temporale di attuazione, attraverso il monitoraggio del percorso di attuazione
E’ uno strumento aggiuntivo e non sostitutivo della pianificazione territoriale questo significa, che il piano strategico non è un p.r.g., non impone vincoli, ma definisce la cornice strategica a cui dovranno rifarsi con coerenza gli indirizzi per i futuri piani urbanistici e per i piani di settore.
Da questa sintesi si evince il ruolo fondamentale che riveste per una comunità l’adozione di tale strumento, la cui efficacia deriva dalla procedura d’esecuzione e di coinvolgimento, che non è un atto formale o un semplice adempimento tecnico-amministrativo, ma misura il reale grado di maturità di un territorio e dei suoi attori locali ed istituzionali nell’attuazione di una piena e reale condivisione e compartecipazione alla stesura.
Per poter sfruttare pienamente le occasioni che i fondi strutturali concederanno al nostro territorio sarà fondamentale la dotazione di un valido Piano Strategico Territoriale.
L’impressione che abbiamo maturato è che Bagheria abbia registrato colpevolmente dei ritardi e delle omissioni e riteniamo che la mancanza di risorse economiche a cui si fa risalire la mancata redazione ed adozione secondo i criteri sopra esposti, costituisca un alibi debole.
Organismi e soggetti istituzionali dotati di sensibilità sulla materia, affidabilità ed autorevolezza, avrebbero supplito alla mancanza di fondi, convocando intorno ad un tavolo le migliori professionalità e risorse umane del territorio e su un strumento strategico per la crescita e lo sviluppo della comunità, ritengo, vi sarebbe stata un’adesione convinta e motivata.
Vedremo come ci si adopererà per colmare i ritardi accumulati, nell’attesa che i complementi di programmazione che i collaboratori del Presidente della Regione Lombardo stanno definendo, rendano operativi gli strumenti già approvati dall’UE.
Valuteremo l’indispensabile valore aggiunto che l’ingresso in giunta dell’UDC,
produrrà sull’azione politica della Giunta, con l’auspicio che Bagheria non perda l’appuntamento con l’ultima chiamata del treno dello sviluppo.
E se è vero (citando Bartolo Di Salvo; consigliere Provinciale dell’UDC ) che il Sindaco, nello svolgimento delle sue funzioni deve interpretare le esigenze della propria cittadinanza, dando risposte alle esigenze di miglioramento della qualità della vita, garantendo indirizzi di sviluppo che privilegino il raggiungimento del bene comune, adoperandosi perché i bisognosi, gli ultimi possano nutrire una speranza di miglioramento, riteniamo, che, Sciortino, sui temi dello sviluppo, sia obbligato a svolgere un ruolo incisivo e determinante.
Altrimenti in una realtà altamente depressa economicamente e socialmente come Bagheria, la politica rischia di rimanere sola testimonianza d’impotenza, senza interpretare le esigenze e le speranze di cambiamento e di progresso.
Michele Balistreri, presidente del Centro Studi "Primavera Liberale"
L'articolo è stato pubblicato su "L'Approfondimento di Febbraio 2009
In foto, Michele Balistreri