Lettera aperta alla città “impacchettata”- di Antonio Belvedere

Lettera aperta alla città “impacchettata”- di Antonio Belvedere

Politica
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Care amiche/amici, concittadine/i

rompo il silenzio che mi sono imposto da qualche settimana.

Le gioiose macchine da guerra si preparano allo “scontro finale” secondo un copione già visto tante volte Soliti nomi, solite facce, “pacchetti” di voti che si spostano da una parte all’altra, nessuna novità di rilievo, Bagheria mi appare in questi giorni sempre più isolata dal mondo: una realtà autoreferenziale, un piccolo mondo arcaico.

Col gruppo dei 100, abbiamo immaginato una città diversa, aperta al mondo e pronta a imparare da quello che di buono accade in altre realtà, vicine e lontane. Ma questo sogno si è infranto prestissimo, come molti di voi hanno capito, di fronte ad una sorta di realpolitik della paura, che ha fissato come priorità assoluta la battaglia delle “forze democratiche” contro il “pericolo Lega”. Peccato che il rimedio proposto, come ha brillantemente commentato qualcuno, somigli molto ad un rimedio omeopatico. Pensate: l’attuale leader delle “forze democratiche” è consigliere uscente di quello delle “forze oscurantiste” e ha condiviso con lui la precedente battaglia elettorale.

Ad uno sguardo esterno a queste logiche, appare evidente che i due rassemblement si preparano a mettere in scena la “rappresentazione dello scontro”, per ritrovarsi poi tutti insieme appassionatamente a spartirsi le spoglie dell’unica vera sconfitta: la città dei cittadini.

Pertanto, dopo la spaccatura verificatasi in seno al gruppo dei 100 e la rinuncia alla candidatura da parte di Tornatore, mi sono posto più volte la domanda: che fare, di fronte a questa ennesima minestra riscaldata che si prepara? Stare a guardare ancora una volta, ridotti al silenzio, prendersi una bella vacanza e rivedersi dopo il 28 di aprile o trovare un’altra strada, impervia e difficile ma seria, per dare una speranza a questa comunità? Il pessimo esito dell'amministrazione a 5 stelle, inoltre, e il vuoto lasciato a sinistra dalle scelte dei suoi rappresentanti locali lascia senza alternative valide tutta una fascia di elettori delusi, che non si sentiranno rappresentati dalla offerta politica delineatasi in queste settimane.

Questa stessa domanda la pongo a voi, amiche ed amici.

Ci siamo incontrati per mesi, ogni settimana, per capire insieme quello che serve al rilancio della nostra comunità: da soluzioni concrete per l’incubo dei rifiuti a progetti anche “visionari” per capovolgere il degrado economico e sociale, abbiamo impegnato tempo e riflessioni nel sincero tentativo di arrivare alle elezioni con una vera lista civica, erede – nei miei pensieri almeno - della più nobile tradizione del civismo bagherese, quello del 1964 per intenderci.

Per non disperdere speranze e sinergie, dobbiamo andare avanti. Come?

Vorrei poter formare una lista con i nomi di tanti amici bravi e preparati (svegliatevi) ma anche di tanti giovani (penso ai miei ex studenti, oggi adulti) desiderosi di condividere con me una battaglia di civiltà: per “spacchettare” la città e chiamare i cittadini ad un voto finalmente un po’ piu libero. Se questo si avverasse nei prossimi giorni, potrei tentare di candidarmi a Sindaco per mettere insieme una squadra che esprima il meglio di questa comunità con la quale poter dare il mio contributo di uomo libero.
Ci sarebbe, forse, anche la possibilità di avere il sostegno di una figura importante della politica e della cultura siciliana come Claudio Fava, il cui alto profilo di studioso, oltre che di politico, giornalista, sceneggiatore non ha bisogno di presentazioni. Claudio Fava presiede attualmente la commissione antimafia dell’ARS, rappresentando l’anima più autentica della lotta delle istituzioni contro il crimine organizzato. Dai Cento Passi per la Sicilia ai “Cento passi per Bagheria e Aspra”, questo sostegno sarebbe per noi un grande onore.
Che ne pensate? Abbiamo pochi giorni, il tempo stringe……

Antonio Belvedere
architetto, docente di Disegno e storia dell’arte presso il Liceo Scientifico D’Alessandro di Bagheria, dottore di ricerca in storia dell’architettura e conservazione dei beni architettonici, ha svolto la sua attività professionale tra l’Italia e la Francia. Ha pubblicato nel 1995 Il Palazzo Cutò di Bagheria, monografia dedicata alla Villa Aragona-Cutò.