Domenica sono stato alla messa della Chiesa bagherese al cimitero, riferita agli inquietanti atti di barbarie che sono arrivati alla ribalta dell’informazione nazionale.
L’omelia del Vicario dell’arcivescovo è stata chiara ed efficace, ha indicato due responsabili principali: chi ha perpetrato il misfatto per puro tornaconto economico e chi è ricorso al turpe mercimonio per risolvere un problema personale incurante delle conseguenze comuni.
Al centro della riflessione quindi la logica dei soldi e quella dell’interesse personale al di fuori di ogni dimensione etica sulle conseguenze dei nostri atti.
Quella logica che Papa Francesco, al Foro Italico, ha indicato come il principale male: “Dio ci liberi da una vita piccola, che gira attorno ai “piccioli”. Ci liberi dal pensare che tutto va bene se a me va bene, e l’altro si arrangi. Ci liberi dal crederci giusti se non facciamo nulla per contrastare l’ingiustizia.”
Al centro della riflessione critica del Vicario la logica egoista che ha denunciato il Papa, indicando la strada del servizio: “…il potere secondo Dio, è il servizio. Lo dice Gesù. E la voce più forte non è quella di chi grida di più. La voce più forte è la preghiera. E il successo più grande non è la propria fama, come il pavone, no. La gloria più grande, il successo più grande è la propria testimonianza”.
Credo ci sia una terza responsabilità da denunciare, quella di chi aveva il dovere di risolvere quella insostenibile condizione di disagio e si è limitato all’installazione di qualche pila di loculi prefabbricati.
Da anni giace nei cassetti un accordo di finanza di progetto che prevede l’affidamento dei servizi cimiteriali ad una ditta che si dovrebbe occupare della manutenzione di quello storico, dell’ampliamento, della tumulazione, a prezzi medi inferiori a quelli attuali, con gratuità per gli indigenti.
Questo accordo è stato prima bloccato, con la scusa di varianti urbanistiche, ora, che il nuovo prg dovrebbe avere risolto il problema, non si capisce perché stenta ancora a partire.
Nel passato si creavano emergenze ambientali per affidare, ai soliti noti, gli interventi di pulizia straordinaria; di recente si è preferito ricorrere a società a totale partecipazione comunale dove collocare persone di fiducia; si vuole fare la stessa cosa col cimitero o si tratta di semplice incapacità ad amministrare?
Sempre il Papa nel recente messaggio ai giovani siciliani ha detto: “…non accontentarti di guardare l’orizzonte dalla spiaggia, no, vai avanti. Gesù non vuole che rimani in panchina, ti invita a scendere in campo. Non ti vuole dietro le quinte a spiare gli altri o in tribuna a commentare, ma ti vuole in scena. Mettiti in gioco! Hai paura di fare qualche figuraccia? Falla, pazienza. Tutti ne abbiamo fatte tante, tante. Perdere la faccia non è il dramma della vita. Il dramma della vita invece è non metterci la faccia: quello è il dramma!,”.
Il Papa ha invitato i giovani ad un nuovo protagonismo, ma li ha anche a riprendere il dialogo coi vecchi :
”Loro devono darti le radici, radici che poi – nelle tue mani – produrranno speranza che fiorirà nel futuro. Diversamente, ma con radici. Senza radici, tutto è perduto: non si può andare e creare speranza senza radici”.
Solo da un dialogo tra le generazioni, che metta al centro la cultura del servizio e del bene comune, può nascere una nuova speranza per dl futuro di Bagheria, “Quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che ha di sotterrato” a persone come me può toccare il compito delle radici, a qualcun altro quello dell’albero fiorito.
Pino Fricano
già sindaco di Bagheria 2001-2006