Una lettera aperta al sindaco di Bagheria Patrizio Cinque

Una lettera aperta al sindaco di Bagheria Patrizio Cinque

Politica
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Riceviamo e Pubblichiamo: 

Egregio Sig. Sindaco
Mi rendo conto che Lei è impegnato nei molteplici adempimenti e responsabilità che la carica comporta, ma mi consenta di distrarla, per lo spazio di questa lettera, dalle ambasce della vita Sindacale.


Io sono uno dei tantissimi bagheresi che già negli anni 60 e 70 hanno dovuto lasciare la propria città di origine per cercare lavoro. Certo sono stato un emigrato di lusso ( l’emigrazione intellettuale non è un fenomeno di questi giorni) ma in ogni caso sono stato, di mala voglia, un emigrato.
Ora a distanza di circa 40 anni dalla mia primitiva partenza, mi pongo spesso l’amletiano dubbio se ha perso la mia originaria identità di bagherese acquistando quella derivata del paese che mi ospita o, peggio, non ho più un’identità avendo perduto quella originaria e non acquistata quella derivata.
Quale che sia la risposta, una qualche traccia del mio originario essere bagherese deve essere rimasto atteso che con periodica ripetuta frequenza ritorno fisicamente alle mie origini e, quando mi trovo “ nel continente “, seguo la pagina web del Comune di Bagheria bevendone tutte le notizie.
In questa ricerca spasmodica, avendo comunque, malgrado tutto, evidentemente assorbito una qualche abitudine del paese che mi ospita, mi rendono puerilmente felice le notizie che riguardano i progetti, i suoi progetti, di rendere questa città più pulita e più inserita nel contesto della massa delle città italiane.
E lei non immagina, invece, la mia cocente delusione, ogni volta che ritornando alle origini, constato che nulla è cambiato; che malgrado la finalmente realizzata raccolta differenziata, la quantità di rifiuti sparsi per le vie e il territorio di Bagheria ha raggiunto livelli che forse neppure nel cosiddetto terzo mondo.
Ultima notizia web. “ SONO STATI ASSUNTI GLI OPERAI PER LA PULIZIA DELLE STRADE CITTADINE”
Non metto in dubbio che gli operai siano stati assunti, ma quali gli effetti pratici di tali assunzioni ?
Per quanto mi risulta la “ munnizza “, per le vie della città, è tale che gli operai, con dinoccolata lena, non ci liberano dalla bibblica quantità di cartacce che i supermercati bagheresi, con quotidiano impegno alimentano con i loro deplian pubblicitari.
Il mio originario residuo “ genus “ bagherese mi ricorda che pulire Bagheria è un’impresa ciclopica ; che il cittadino bagherese ha una pervicace idisioncrasia per la pulizia pubblica, ma non si può non osservare che quello della pulizia delle strade cittadine non può essere uno slogan da web ma un obbligo da eseguire ogni giorno per 365 giorni l’anno. L’avere pulito il Corso Butera circa 10 gg fà non può impedire che dopo tre, quattro giorni sia ridivenuto un letamaio.
Si viene eletti Sindaci per risolvere i problemi della collettività che si amministra, almeno quelli primari; se non si è in grado di farlo perché gli ostacoli sono insormontabili, perché il sistema l’ho impedisce, perché l’apparato non collabora o quant’altro ancora, l’ho si denuncia, in modo anche clamoroso, mettendo all’indice i responsabili e se del caso, in estremis, si danno le dimissioni.
Il politico, o meglio nel nostro caso, l’amministratore capace è quello che, malgrado gli ostacoli, riesce a raggiungere gli obiettivi che si è proposto e messo alla base del suo programma elettorale e che i cittadini hanno votato.
Mi creda Sig. Sindaco, questa mia non è dettata da intenti insidiosamente politici, (aborro i molti politicanti di oggi e apprezzo i pochi capaci amministratori), ma dalla rabbia e dal disgusto dello stato di degrado e lerciume cui è ridotta questa città la cui responsabilità, ad onor del vero, non ricade esclusivamente su di Lei ma anche su molti di quegli amministratori che l’hanno preceduta.

Bagheria lì 01/07/2017
Antonino Gagliardo