Il sindaco di Casteldaccia Fabio Spatafora, comune che ha recentissimamente dichiarato il dissesto finanziario, risponde all'articolo scritto dalla "passata amministrazione" sul suo operato publicato su questo sito il 24 ottobre:
"Non sarà la disinformazione a lavare le colpe della scellerata gestione finanziaria da parte delle amministrazioni che hanno preceduto la mia.
Basterebbe guardare gli atti per rendersi conto che, da quando ci siamo insediati, non abbiamo prodotto nessun debito. Anzi, al contrario, abbiamo tagliato di netto la spesa rispetto al passato.
Vogliamo fare qualche raffronto?
Ad esempio, visto che nell’articolo di cui sopra di parla di incarichi e consulenze, vale la pena precisare che dall’inizio del mio mandato ho conferito due sole consulenze a professionisti in materia fiscale, del valore di circa 2 mila euro lordi ciascuna.
Quante consulenze sono state date dalle precedenti amministrazioni? Decine e decine, a volte a persone che non possedevano neanche i titoli stabiliti dalla legge. Esperti che in molti casi non hanno prodotto neanche la relazione finale sulle attività svolte. Chissà perché! Quanti soldi dei contribuenti sono stati spesi? Più di 350 mila euro. Per non parlare del lungo elenco di incarichi a tecnici (architetti, ingegneri ecc.) per progettazioni inutili costate al Comune circa 2 milioni di euro. Impegni di spesa, per la maggior parte, non mantenuti e lasciati in eredità alla mia amministrazione.
Altro esempio, sempre nello stesso articolo mi si accusa di non aver combattuto l’evasione e l’elusione fiscale. Detta dal braccio destro dell’ex sindaco – rinviato a giudizio per aver sgravato, secondo quanto riportato dalla stampa, amici e parenti dal pagamento di importanti somme di tributi locali e multe per eccesso di velocità – fa davvero ridere. Per completare il quadro va anche detto che durante le amministrazioni precedenti la riscossione degli oneri di urbanizzazione era prossima allo zero, per la gioia di pochi facoltosi costruttori.
Cosa ha fatto la mia amministrazione? Per prima cosa si è dotata di una banca dati dei contribuenti. Abbiamo recuperato il tempo perduto, inviando avvisi di accertamento per l’anno di imposta 2011 del valore di 700 mila euro, mentre ogni settimana partono, in media, 50 avvisi di accertamento per gli altri anni.
Potrei continuare a rispondere punto per punto, ma voglio soffermarmi solo su altre due questioni.
Mi si rimprovera la mancata vendita del patrimonio comunale per colmare il disavanzo di bilancio. Questa proposta è una vera e propria castroneria. Chi l’ha avanzata fa finta di non sapere che molti proprietari degli alloggi popolari non sono, purtroppo, nelle condizioni di sostenere l’esiguo affitto mensile dovuto al Comune, figurarsi il riscatto dell’alloggio. Inoltre, si tratta di immobili non accatastati. Una procedura, quest’ultima, che il Comune non può sostenere a causa della mancanza delle risorse economiche necessarie.
Mi viene rimproverato, inoltre, di non aver venduto il campo da calcio e l’ex macello. Sul primo grava ancora un mutuo con la Cassa depositi e prestiti. Il secondo, invece, viene utilizzato come deposito mezzi e materiali del Comune. Venderlo vorrebbe dire andare alla ricerca di un’altra area con un nuovo esborso per le casse del Municipio.
La seconda riguarda la chiusura dell’asilo comunale. Un atto dovuto poiché il Comune avrebbe potuto mantenerlo, per legge, solo nel caso in cui ci fossero state una trentina di iscrizioni. Le iscrizioni, invece, sono state 11. Con questi numeri avrei dovuto più che raddoppiare la retta a carico delle famiglie, che avrebbero dovuto sostenere un costo maggiore rispetto a quello offerto da diverse strutture private. Per quanto riguarda il mantenimento del personale dell’asilo nido si tratta di dipendenti comunali, che pertanto non avrei né potuto né voluto licenziare, oggi utilizzati per altre mansioni".
Fabio Spatafora