ICRE: "Memoria e affari" - di Gino Di Stefano

ICRE: "Memoria e affari" - di Gino Di Stefano

Politica
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Ormai è noto a tutti, che, come è emerso dalle risultanze di parecchie attività investigative, la gestione del ciclo dei rifiuti rappresenta un’attività verso la quale la mafia nutre grande interesse, sia per i proventi che per la possibilità di controllare l’intero territorio.

Che a Cosa Nostra faccia gola il lucroso business dello smaltimento dei rifiuti non è certo più un segreto. Parecchie Indagini e molti atti giudiziari e di diverse commissioni parlamentari di inchiesta, hanno ampiamente indagato e sviscerato il fenomeno, dimostrando come troppo spesso il grimaldello attraverso cui la mafia mette le mani sulla munnizza è rappresentato dalle stesse istituzioni preposte alla gestione del servizio.

Gino di stefanoRicordiamo tutti, dopo le risultanze dell'accesso agli atti, disposto lo scorso gennaio dal prefetto di Palermo, è emersa “una contiguità tra esponenti della criminalità organizzata corleonese o tra persone ad essi vicine e gli amministratori comunali, favorita da un fitto intreccio di legami parentali, da rapporti di frequentazione o da una comunanza di interessi economici”.

Intrecci che, nell’ambito della gestione della pubblica amministrazione, si sarebbe trasformata in terreno fertile per le cosche attratte dalle gestione dei business connessi alle attività del Comune.

E’ proprio le attività connesse alla gestione del ciclo dei rifiuti e dell’avvio di una sorta di raccolta differenziata, sono quelle che in questo momento suscitano clamore a Bagheria.

Infatti, non possiamo non ricordare, che il comune di Bagheria, già socio dell'Ato (Ambito territoriale ottimale) Palermo 4, oggi in liquidazione, “sfruttando le difficoltà incontrate dallo stesso ATO PA4 (COINRES), ha garantito a società private con affidamenti, collegate a consorterie al quanto discutibili, lo svolgimento del servizio di raccolta rifiuti”, per espressa volontà del sindaco”, nonostante, il comune era in possesso di un Piano di intervento per la raccolta dei rifiuti approvato dalla Regione (ARO).

Sindaco che, sin dal suo insediamento, aveva dato avvio “ad una gestione straordinaria del servizio disponendo, con proprie ordinanze contingibili ed urgenti, interventi attraverso noli affidati a più imprese, esercitando anche una competenza impropria”.

Insomma, senza timore di smentita, un fiume di denaro sotto l'insegna "rifiuti" si sta distribuendo con affidamenti alle quali partecipano sempre e comunque le stesse aziende, ed evidenziamo, se ce ne fosse bisogno, una cosa certa: accanto a grandi gruppi e famiglie storiche del settore presenti in Sicilia, ci sono aziende sconosciute ai più che in pochi anni hanno quintuplicato i propri fatturati. E non mancano le ditte in odor di mafia, come accaduto a Corleone con una azienda che si scopre essere in realtà presente in provincia in molti appalti appena aggiudicati.
Ed a tal proposito, non possiamo dimenticare l’affidamento di oltre 3 milioni di €. del Sindaco CINQUE alla Tech.
Infatti la Tech sta vincendo appalti e ottenendo affidamenti diretti in tutta la Sicilia, e questo a fatto si che, la procura di Termini Imerese avviasse le verifiche sulla serie di affidamenti fatti anche a Bagheria, tra i quali quello anche alla “No.ve.ma.”, la ditta adesso finita al centro di un’interdittiva del prefetto di Palermo perché, assieme alla “Trade eco service”, ritenuta vicina ai boss della famiglia corleonese.
Tutto ciò a Bagheria, sembrerebbe non bastare al Sindaco CINQUE del Movimento 5 Stelle!!!!!
Infatti con un comunicato sul sito ufficiale del Comune del 9 settembre u.s. l’amministrazione pentastellata, compie un passo avanti per creare flussi di qualità nella raccolta dei rifiuti differenziati e crea una eco-stazione nei locali dell’ICRE, i magazzini dove la mafia faceva affari e lo aveva destinato a campo di sterminio.
E’ paradossale, che si invitino i Cittadini Bagheresi, proprio in quel posto, per conferire i propri rifiuti. Rifiuti che potrebbero rappresentare risorse ed affari per Cosa Nostra, dato che, come ha raccontato il pentito Nino Giuffré, “...In questo posto venivano dati appuntamenti a quelle persone che non erano più ritenute affidabili e una volta che arrivavano lì non facevano più ritorno a casa ...” e per tale motivo definito dallo stesso “È il campo di sterminio di Cosa nostra”!!!!!
Ancora di più, tale decisione del Sindaco Patrizio CINQUE, appare sconcertante, perché, solo pochi mesi fa (luglio 2016), il Comune di Bagheria ha manifestato l’intendimento di partecipare, per il tramite della Città metropolitana di Palermo, al bando finalizzato alla presentazione di progetti per la predisposizione del programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle Città metropolitane e dei Comuni capoluogo di provincia, proponendo la realizzazione di cantieri culturali giovanili nell’ex magazzino ICRE.
Noi vorremmo che quel luogo possa realmente rappresentare il distacco ed riscatto della città dalla morsa mafiosa, ricordando il passato e programmare un futuro in maniera libera da condizionamenti di qualsiasi natura.
Scusate se mi ripeto, ma è per il grande disappunto, per le reiterate incapacità organizzative che il Sindaco palesa, ormai quotidianamente.
Oggi si è consumato un'altro grave atto di questa incapacità.
Concludo, chiedendomi: avrà mai questa Amministrazione il tempo di capire il male che provocherà a questa città tale inopportuna iniziativa?
Chiediamoci se Bagheria merita tutto questo.

Bagheria, li 15 settembre 2016
 Firmato

Gino Di Stefano