Qualcosa sembra non dare pace al partito democratico di Bagheria: a sette giorni dalla data prevista per le elezioni primarie in cui si voterà la persona candidata alla guida della segreteria cittadina, le posizioni delle varie componenti del partito non sono state ancora ufficializzate.
Li avevamo lasciati al punto in cui l’assessore del comune di Bagheria alle Pari Opportunità, Cultura, Programmazione della progettazione integrata 2007-2013, la neo-pd Vittoria Casa – ex Bagheria Democratica -, aveva ritirato la sua candidatura a segretario cittadino, in seguito al “gelo” che questa proposta aveva sortito. Ma procediamo con ordine.
Unico nome tirato in ballo, quello della Casa, ha dovuto fare presto i conti con il disappunto di alcune componenti del Pd che di quella scelta avevano dato una lettura troppo “verticista”, criticandone il senso di candidatura “calata dall’alto”: unica scelta possibile con ancora una volta lo spauracchio delle liste bloccate al seguito, quella di Vittoria casa si palesava, a dir loro, dietro le mentite spoglie di una scelta “unitaria” – soluzione più volte invocata, fra l’altro, dalla direzione provinciale del Pd. All’agitazione febbrile per questa soluzione poco gradita (nelle modalità di scelta e non per la persona, tengono subito dopo a precisare), la stessa componente dei giovani aveva fatto seguire l’annuncio di un’ipotesi – mai confermata dopo-, di presentazione di una lista d’opposizione, con o senza l’indicazione di un proprio candidato segretario. Apriti cielo…
A sollevare il polverone, anche la pubblicazione di un’intervista immaginaria a “Luther Blisset, alias il segretario che vorremmo”, firmata dai membri del coordinamento cittadino Orazio Amenta, Gabriella Grossi, Mimmo Meola, Emanuele Tornatore, nella quale si sostanziava una forte presa di posizione contro le logiche di una politica avvezza agli accordi, alle spartizioni del potere e attaccata alle poltrone.
L’eco di questa protesta (e probabilmente anche un po’ la frenesia per la possibile candidatura di Rita Borsellino alla presidenza della regione, per la quale l’assessore Casa aveva già firmato l’appello), ha rimesso tutto in discussione, facendo saltare l’unica proposta di candidatura.
Nel comunicato che ne ufficializzava il ritiro infatti, la componete Letta definiva “pretestuose” le accuse mosse alla componente di Bagheria Democratica e si dichiarava obbligata, oltre che profondamente amareggiata, a rivedere la sua proposta di candidatura dell’assessore Casa.
Questo fino a qualche giorno fa. Il quadro, adesso, sembra cambiar forma un’altra volta: da più parti giunge conferma di un ulteriore ripensamento da parte della componente ex-Bagheria Democratica sul ritiro della sua proposta, che anzi potrebbe essere ricavalcata sullo stesso nome.
E mentre le ultime ore scorrono in un torrente di riunioni-fiume di coordinamento cittadino, allargato, ristretto, di gruppo d’appartenenza e poi ancora allargato, si vocifera anche di un possibile slittamento di una settimana della data delle elezioni, non più 17 febbraio bensì domenica 24.
Una richiesta di tempo che oltre a far pensare ai tempi lunghi della politica, sottende un altro aspetto: al di là dell’evidenza, e cioè che l’optima condicio non è ancora stata trovata, questa “calda” vita domestica in casa Pd, lascia pure riflettere su quanto ogni singola anima presente al suo interno abbia il proprio peso specifico, in fatto di contributi, valori, capacità d’attrazione che sono essenziali forse, e a cui nessuno di loro vuol rinunciare.