Il primo anno del sindaco Patrizio Cinque - di Angelo Barone

Il primo anno del sindaco Patrizio Cinque - di Angelo Barone

Politica
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La continuità amministrativa è quel caposaldo incontrovertibile su cui si costruisce il futuro di una città. Esso costituisce il principio generale per cui, all’alternarsi dei soggetti che amministrano, il piano di sviluppo e di crescita di un territorio non debba subire dei rallentamenti. In altra parole, al cambio di amministrazione non deve registrarsi uno stop degli interventi che favoriscono lo sviluppo e la crescita della comunità. Questo è un assioma assoluto su cui si basa l’amministrazione della cosa pubblica.

Tornando a Bagheria, al periodo storico-politico coincidente con l’elezione diretta del sindaco (quindi dal 1994 ai nostri giorni), quasi sempre è apparso chiaro il ruolo che gli amministratori volevano assegnare alla città all’interno dello scenario vasto della provincia di Palermo, della regione siciliana, della nazione italiana.
Ricordiamo velocemente cosa hanno programmato le amministrazioni che si sono susseguite in questi anni:
VALENTINO (1995-1999)
• Riapertura museo Guttuso con assetto museale moderno;
• Adozione del PRG;
• Pianificazione, attraverso l’accensione di un mutuo, della manutenzione del patrimonio dell’edilizia scolastica;
• Organizzazione di eventi museali di risonanza internazionale (All’Ombra degli Dei – Guttuso; personale di Sal Scarpitta);
• Predisposizione della progettualità dei Patti Territoriali

FRICANO (2001-2006)
• Approvazione del PRG;
• Pianificazione di interventi infrastrutturali su piazze;
• URBAN;
• PIOS (35.000.000,00 € di finanziamenti);

SCIORTINO (2006-2011)
• Realizzazione aree artigianali;
• Bagheria-Baaria l’altra città;
• Completamento depuratote;
• PIST 23;
• Regolamento assegnazione beni confiscati alla mafia;

di Lo Meo poco possiamo dire poiché, per gli eventi che sono a tutti noti, la sua amministrazione si è chiusa traumaticamente dopo poco meno di tre anni.

Se è vero che l’amministrazione attuale deve confrontarsi con lo stato di dissesto (che il M5S invocava a squarciagola) dichiarato poco prima delle elezioni amministrative del 2014 (circostanza questa che sarebbe toccata a chiunque), figlia di cattiva amministrazione (che il M5S non perde occasione di rimarcare), è altrettanto vero che gli unici frutti colti dopo il primo anno, sono figli di altre amministrazioni. Ci appare dunque stonata l’enfasi con cui, in maniera autoreferenziale e narcisistica, il primo cittadino sottolinea gli eventi che altri hanno pensato, predisposto e fatto finanziare. La passerella cui il sindaco si sottopone con superba ostentazione, senza mai riconoscere meriti ai suoi predecessori, padri reali dei progetti in fase di realizzazione, è quanto di più miserevole un amministratore possa fare. È facile prendersi meriti (vedi inaugurazione della scuola Puglisi) del lavoro altrui, senza mai assumersi l’onere degli sbagli altrui.
Ma non vogliamo in alcun modo parlare del passato, e non vogliamo analizzare il presente per evitare figuracce al sindaco, anche se "due righe" sono d'obbligo. Ci riferiamo alla vicenda sui dati sensibili, (in merito alla quale è in corso un'indagine da parte del garante della privacy) massima espressione della "TRASPARENZA" dell'amministrazione, finiti in mano ad un'associazione sportiva ("operazione di Business" cit.), molto vicina al Movimento 5 stelle tanto da essere "rappresentata" pure in consiglio da un consigliere pentastellato, ci riferiamo alla gestione dello stadio comunale "dato" in uso senza alcun regolamento ( e sappiamo quanto ci tengano ai regolamenti), per non parlare poi dei tanti incarichi dati ad "amici e parenti".
Ciò che realmente ci preme è comprendere quale idea di futuro ha per i nostri figli e per la nostra città l’amministrazione pentastallata.
Al di là del raggiungimento dell’ordinarietà (città pulita, strade asfaltate, scuole sicure e funzionali, acqua nelle case, servizi ai soggetti meno abbienti) che appare ancora ardua e poco chiara, il dovere di un’amministrazione è quello di definire un FUTURO POSSIBILE per le nuove generazioni. Ci dica, dunque, questa amministrazione ciò che vuole che sia questa città: dormitorio di Palermo o cos’altro?
Bagheria è ormai una città in coma, senza un reale motore economico, senza una pianificazione territoriale che dia certezze e che attiri investimenti. Una città rassegnata all’incedere delle nuove leve della mafia che negli ultimi tempi, in modo sempre più aggressivo, hanno stretto al collo le piccole attività artigianali rimaste.
Avevo nutrito una flebile speranza. Avevo creduto che al di là delle appartenenze, degli schieramenti, un patto generazionale potesse cambiare la mia, la nostra città. Vivo la cocente delusione del mio voto sprecato.

Angelo Barone
consigliere comunale "Cambiare Bagheria"