Crediamo sia questo l’auspicio che si possa fare per il voto provinciale del 15 e 16 giugno.
E’ vero: c’è stanchezza della politica e dei politici, e da noi c’è anche un dibattito sulla utilità delle province, ma , e non lo ripeteremo mai abbastanza, è la politica, è la pratica della democrazia,
Non c’è ne sono altre: anche quando siamo stufi degli slogan dei candidati e dei programmi dei partiti, e di una classe politica troppo presa a coltivare il proprio orticello e disattenta ai bisogni collettivi, non dobbiamo mai cedere alla sfiducia.
La salvezza sta sempre nella politica. Non ci sono altre strade.
Non ci salva la protesta sterile e parolaia, non ci salva l’astensionismo, non ci salva il disinteresse e il voltare le spalle.
Per questo ci auguriamo, che siano tanti i siciliani che nelle giornate di domenica e lunedì andranno ad esprimere, e per chiunque, il proprio voto.
A Bagheria, verso la fine, la campagna elettorale è stata turbata da un episodio grave e inquietante: l’incendio, quasi certamente riconducibile a motivi politici, dell’auto di un candidato alla provincia dell’M.P.A., Michele Balistreri.
Certo la campagna elettorale, al di là delle apparenze non è stata serena: come sempre reciproche accuse e controaccuse tra i vari schieramenti e i candidati, di ricorrere a metodi scorretti per la ricerca del consenso.
Però queste cose, a nostra memoria, purtroppo ci sono sempre state; sono episodi, e non ci si fraintenda, che anche se inaccettabili e moralmente esecrabili, in qualche modo, stanno ancora “dentro” lo scontro elettorale.
Ma la macchina bruciata, l’intimidazione, il messaggio trasversale, stanno da un’altra parte: appartengono alla sfera della violenza e della criminalità.
Per questo, bene hanno fatto, sindaco e consiglio, associazioni, partiti, candidati e singoli cittadini a respingere e condannare l’episodio con grande tempestività e fermezza.
Due altre considerazioni: malgrado tutte le polemiche, in queste settimane, i candidati soprattutto, e i loro sostenitori, hanno incontrato e parlato con migliaia e migliaia di elettori di diversi ceti e condizioni sociali, e di fatto hanno, come si dice, “toccato il polso” della nostre comunità.
Ascoltino i bisogni, le esigenze positive che, al di là di richieste particolari, come pure spesso succede, si manifestano in questi incontri: sono in tanti a chiedere che nelle istituzioni trovino risposte adeguate i temi dell’istruzione e della formazione, la tutela dell’ambiente, il rilancio dell’economia.
Bene, chiunque andrà a Palazzo Comitini, si ricordi, di quello che alla gente ha detto e dalla gente ha avuto detto.
Ed infine, siamo convinti che questi incontri informali di chiusura di campagne elettorali, serate di musica o danze, happening, feste, siano un modo per “umanizzare” la politica, per liberarla, dai vecchi stereotipi e dalle vecchie liturgie, dei famosi “comizi di chiusura”.
Stare assieme, anche divertendosi, ascoltando musica, bevendo o degustando qualcosa, conversando con amici e conoscenti è un bel modo per ritrovarsi anche al di là della politica.