Consiglio comunale sul cimitero: i consiglieri all'attacco. Lo Meo ' sono sereno e non mi dimetto'

Consiglio comunale sul cimitero: i consiglieri all'attacco. Lo Meo ' sono sereno e non mi dimetto'

Politica
Typography

Durante tutta la serata sembra Lo Meo, come San Sebastiano trafitto dalle lance, rassegnato a subire i colpi, o peggio le schioppettate verbali che arrivano dai consiglieri: e nessuno che si alzi a dire due parole anche formali in sua difesa, non lo fa nessuno degli assessori, nessuno dei pluridecorati capisettore pronti sempre ad agguantare indennità di responsabilità e premi di produzione quando stasera, che è il momento di assumersi le responsabilità, si rintanano, vorrebbero come sparire e lasciano Lo Meo solo di fronte alla torma di consiglieri che come lupi famelici lo puntano, lo braccano, lo demoliscono.

Seduta ad altissima tensione con accuse pesanti da parte di qualche consigliere ma lui, come torre che non crolla, chiude la seduta con poche parole: 'Non ho nulla da rimproverarmi, non ho nulla di cui vergognarmi, e per questo non mi dimetto e continuerò per la mia strada'.

Niente dimissioni che gli chiedono quasi tutti nella oltre decina di interventi che riempiono una seduta durata oltre quattro ore, ed in cui va in onda lo psicodramma di una comunità, il cui nome ha visto, in questi ultimi quattro-cinque giorni, legato a immagini che hanno portato a definire quello di Bagheria sui media  'il cimitero degli orrori'.

Si vedrà se questa sfiducia trasversale a tutti i gruppi diventerà nelle prossime settimane un fatto politico concreto con la presentazione di una formale mozione di sfiducia; ma adesso i numeri, quantomeno per presentarla, ci sono.

Un centinaio di persone nel settore riservato al pubblico, ma a parte qualche sfuriata iniziale, il dibattito va avanti tranquillo per tutta la serata.

Nel suo intervento Lo Meo sceglie la linea minimalista, di basso profilo, sminuzza i problemi, li aggira, snocciola una raffica di ovvietà, senza riuscire però a dare nessuna risposta ai tanti interrogativi aperti.

Il responsabile del cimitero subito rimosso, ma la verità è che mancano le tombe, perchè ahimè muore troppa gente; la concessione dei loculi, da perpetua che era, l'abbiamo portata a 40 anni e volevamo portarla a 38 o 35 anni, ma il consiglio ha nicchiato; l'operazione con la Congregazione del SS.Sacramento è stato un percorso limpido finalizzato alla soluzione di un problema, la variante per l'ampliamento del cimitero già dotata di pareri che avrebbe potuto seguire un percorso autonomo rispetto alla revisione generale del PRG che ad un certo punto, (chissà perchè?), viene 'calata' nel nuovo Piano regolatore; se qualcuno ha sbagliato pagherà, giustifica il caposettore che è da poco arrivata a questa nuova responsabilità e quindi non è tanto pratica.

Una squadra di cinque collaboratori si alternerà al cimitero, dove sono state forse seguite procedure improprie per l'estumulazione, comportamenti discutibili; comunque c'è una indagine, collaboreremo con la Magistratura, la giustizia farà il proprio corso, abbiamo fiducia nel lavoro  dei giudici.

Non c'è uno scatto d'orgoglio, una assunzione di responsabilità nel merito ( 'mi prendo solo le responsabilità politiche'), nè una parola di scusa ai bagheresi, così come gli chiede di fare Emanuele Tornatore nel suo appassionato e applaudito intervento, o Daniele Vella quando gli suggerisce una riflessione sul fatto che la politica  arriva sempre dopo, quando la frittata è già fatta, ed il chiaro riferimento è alle vicende Coinres e Mercadante.

'La politica ha il compito di anticipare non di essere scavalcata dagli eventi e di rincorrerli'  dice il capogruppo PD

A richiamarlo alla realtà alla quale continua a sottrarsi, non servono gli interventi di Gino e Mimmo Di Stefano, Bartolone, Matera, presidente della Circoscrizione di Aspra, e di tutti gli altri: Piero Aiello, Nino La Corte, Nino Arena, Maurizio Lo Galbo, Francesco Gurrado, Maria Grazia Lo Cascio e Marco Sciortino, che, pur dell'U.D.C., prende nettamente le distanze dal sindaco su tutte una serie di affermazioni fatte da Lo Meo nella sua relazione introduttiva.

'Ma come poteva pensare il sindaco che al cimitero tutto era a posto se non esiste neanche un contratto con una ditta che avrebbe dovuto trattare i rifiuti speciali'? chiede in maniera perentoria Bartolone; 'come si può pensare di scaricare tutto sui dipendenti quando con le omisssioni a monte ci sono già le premesse per una violazione delle leggi e delle norme con l'inandempienza della politica.' ?

Silenzio di tomba è il caso di dire di Lo Meo, dell'assessore Mchelangelo Testa e del caposettore Laura Picciurro

E poi come si concilia, incalza Gino Di Stefano questo scaricabarile e questa presa di distanza, quando non appena insediato Lo Meo ha riportato Paolo Aiello a responsabile del cimitero, asserendo, stando a quanto dice Di Stefano che era persona di sua assoluta fiducia  di cui si fidava pienamente e del cui operato era pronto a rispondere ?

Neanche una responsabilità 'in vigilandum' si riconosce Lo Meo.

E poi,  come si concilia la correttezza dell'operazione SS. Sacramento con il fatto che la magistratura ha posto sotto sequestro proprio le aree oggetto dell'intervento ? silenzio.

E perchè, stavolta frecciata con il veleno a Lo Meo-San Sebastiano di Gino Di Sefano prima e di Mimmo Di Stefano poi, l'iter della variante sull'ampliamento del cimitero è stato di fatti bloccato inserendola nel treno lentissimo del PRG, visto che la necessità di avere buovi loculi era diventata una vera e propria emergenza?

Il veleno sta in una allusione pesante di Gino Di Stefano, e cioè che dietro questa operazione possano esserci interessi personali del sindaco, perchè la variante già allestita e dotata di pareri, all'atto dell'inserimento nel P.R.G. avrebbe subito una modifica nella viabilità di accesso.

Lo Meo reagisce: sono pronto ad assumermi solo responsabilità politiche, a testa alta, come ho sempre fatto, perchè non ho altro tipo di responsabilità; sono una persona perbene, non coltivo interessi personali o particolari, e lo ribadisce più volte: sfido chiunque qui dentro e fuori a dimostrare che nelle decisioni sul cimitero o su qualsivoglia altro problema amministrativo io sia stato mosso da interessi personali.

Non finirà con il consiglio di ieri sera, la storia avrà senz'altro un  secondo tempo anche perchè, duole dirlo, in nessuno degli interventi è stato anche solo minimamente sfiorato il nocciolo del problema, ecioè la presenza di cosa nostra e della famiglia mafiosa di Bagheria nella gestione dei servizi cimiteriali.

Non può essere un caso infatti che l'indagine partita dal Tribunale di Termni Imerese è stata, già il giorno dopo il blitz dei carabinieri al Cimitero, avocata dalla Direzione Distrettuale Antimafia; e quando si rifugge dall'affrontare con chiarezza e coraggio i nodi veri di un problema, mettendosi come lo struzzo la testa tra la sabbia,  il rischio è che non si abbia la minima percezione di quanto stia realmente accadendo.

Angelo Gargano