Qualche centinaio di persone sabato pomeriggio nella suggestiva cornice di Piazzetta Larderia, ad incoraggiare il candidato mandato a combattere due sfide impossibili: la prima,
quella di frenare l'inevitabile arretramento del Partito Democratico prevedibilmente dovuto a quell'effetto valanga che si innesca dopo una cocente delusione e una sconfitta; la seconda, quella di battere da signor sconosciuto che era sino a ieri, il consigliere provinciale uscente Tubiolo, eletto cinque anni fa a sorpresa nella Margherita, dopo avere battuto Leonardo Passarello.
Comunque vada, un consigliere in questo collegio, il Partito Democratico lo prende alla grande: allora, diamoci dentro, si sono detti i ragazzi.
E Tornatore con quel coraggio un pò ribaldo e incosciente dei giovani, anche se a noi pare di carattere mite e riflessivo, ha accettato la sfida e sta combattendo come non si sarebbe pensato.
L'uditorio ci dice che di strada se ne è fatta, ma prima di crescere, il PD, di strada, dovrà farne ancora tanta.
Facce di vecchi comunisti (poche a dire il vero) che hanno conosciuto gli anni delle ideologie, delle intolleranze e dei pregiudizi assieme agli eredi della vecchia balena bianca e agli opportunisti di tutte le stagioni.
In mezzo quelli che saranno i veri protagonisti del futuro Partito Democratico: i trentenni e i quarantenni, riformisti, democratici, laici, che cercano di coniugare ai valori della solidarietà, quelli del merito e dell'efficienza.
Saranno loro, magari tra dieci anni a potere vincere la sfida contro il progetto moderato, che diversamente da come ci eravamo illusi, non era per niente grettezza culturale e ciarpame neofoascista, ma capacità di interpretare al meglio e di cogliere i bisogni ma anche le paure di una società che la sinistra si è rappresentata, come spesso succede, non come è, ma come razionalmente vorrebbe che fosse, in maniera illuministica insomma.
Ma è un discorso da approfondire fuori ed oltre la campagna elettorale.
Forza Emanuele!
Un consiglio per la prossima: piuttosto che lasciar parlare, come si usava un tempo per un malinteso senso della democrazia, chiunque ne abbia voglia, meglio due, tre interventi programmati, per ascoltare cose sensate.
Anche la liturgia delle vecchie chiese andrà cambiata per far crescere il partito nuovo.
A conclusione sarà Paolo Zarcone, con la sua "vecchia " voce che rimanda alle emozioni delle recite di Buttitta e ai canti di Busacca e della Balistreri, a farci respirare un pò della vecchia , ma sempre fresca aria popolare.
Guarda il video realizzato sabato 31 maggio, durante l'incontro "Tutti con Tornatore" a piazzetta Larderia