La sua candidatura è stata incerta sino all'ultimo minuto: i candidati più noti avrebbero fatto carte false per non trovarselo antagonista. Alla fine però Stefania Craxi, sottosegretario agli esteri del governo Berlusconi
Lo incontriamo nel suo comitato elettorale in Via Dante, a Bagheria.
Perchè si sta candidando?
Vede, ho sempre seguito e mi sono sempre interessato di politica, e confesso di avere avuto da tempo la voglia di schierarmi, di confrontarmi, di mettermi alla prova. Mi è stata offerta questa occasione, e spero di non deludere nè i miei sostenitori, nè il mio partito.
Da anni sono vicino ai circoli della "Giovane Italia" che fanno capo alla "Fondazione Craxi" di cui Stefania Craxi è presidente, ed è negli incontri, nei dibattiti, nei convegni di questi circoli che sono maturate anche le mie scelte politiche di schieramento. Di recente poi, l'impegno con Giovanni Greco, che è stato eletto al Parlamento Regionale.
Lei ha conosciuto Bettino Craxi?
Quando Craxi lasciò la scena politica io ero molto giovane: però da quanto leggo avverto uno sforzo che da più parti si sta facendo di una rilettura della sua presenza politica, non "inquinata" dagli episodi successivi all'ondata di giustizialismo seguita all'inchiesta "Mani Pulite". E poi Stefania, ovviamente , è anche per me una miniera inesauribile di notizie e di ricordi sullo scomparso leader socialista.
In quale clima nasce la sua candidatura?
Io credo che sia anche il segno di una politica che cambia, di una politica, intesa complessivamente, che si rinnova veramente.
Sono venute meno le barriere ideologiche, i gruppi dirigenti e le candidature non passano più attraverso le vecchie logiche, anche le nomenclature pesano meno, c'è in definitiva più spazio, in tutti i partiti, io credo, ad espressioni vere del mondo del lavoro e della produzione, dell'impegno sindacale, delle associazioni di volontariato: i vecchi filtri sono saltati.
Conta, più che l'adesione politica o ideologica, il collegamento con la società, e la capacità di rappresentarne i bisogni.
Che ruolo pensa di potere avere alla Povincia?
Io sono un tecnico, un geometra, che ha una azienda di marmi: entro ogni giorno in contatto e mi confronto, con i problemi delle piccole aziende artigiane legate al settore delle costruzioni: la lentezza della burocrazia, la difficoltà di accedere ai crediti, i costi d'impresa sempre crescenti: ecco penso che alla Provincia esistano le risorse per dare risposte ad alcuni di questi problemi; e poi rifacendomi sempre al discorso iniziale, penso di avere l'esperienza per dare impulso, per quello che potrei fare, all'edilizia scolastica e alla viabilità.
I suoi passatempi, i suoi hobbys?
Sino a qualche tempo fa mi piaceva giocare al biliardo: l'altra mia passione,perchè è tale, e che non viene mai meno è quella del canto. Sono famose, mi creda, nei matrimoni o negli incontri e nelle feste di famiglia le mie performance canore: non lo dico io, ma sono veramente bravo; My Way di Frank Sinatra è il mio cavallo di battaglia.
Non sorrida, ma sino a qualche anno fa, avevamo costituito un gruppo con altri amici: qualcuno suonava strumenti, ed io facevo da presentatore e cantante, con un comico come spalla.
Non abbiamo calcato palcoscenici nazionali: ci esibivamo nelle feste di paese, però servivamo da traino ad artisti importanti.
Ricordo anni fà a Polizzi Generosa, tirammo la volata ad Aleandro Baldi, reduce dall'aver vinto un Festival di Sanremo.
Una previsione?
Sarà dura per tutti.