Politica

Ha commesso un errore politico, a nostro avviso, il presidente della Regione Rosario Crocetta, nel firmare il decreto che include Bagheria tra i comuni che andranno al voto amministrativo il prossimo 25 maggio, e cerchiamo di spiegare il perchè.

Bagheria nell'ultimo anno ha visto due terremoti uno di carattere giudiziario l'altro politico, ben lungi entrambi dall'essersi stabilizzati, e le cui scosse, che non saranno di semplice assestamento, continueranno a manifestarsi nei prossimi mesi.

Circa un anno fa le indagini dell'operazione 'Argo' con gli oltre venti arresti, mettevano a nudo a Bagheria e nel territorio una realtà che molti sospettavano o intuivano, ma che solo pochi 'addetti ai lavori' conoscevano: una cosa nostra viva e vegeta malgrado i colpi ricevuti con gli arresti, in due momenti diversi nel giro di due anni, degli ultimi due capi della famiglia bagherese, vale a dire Antonino Zarcone e Giuseppe Scaduto.

Veniva disvelato un retroscena di intimidazioni, minacce  e violenze ad imprese, a commercianti, ma anche a singoli cittadini, che stava a certificare una organizzazione criminale in cui 'caduti' gli uomini di prima fila, immediatamente venivano sostituti dalle seconde e dalle terze file.

Nel mese di ottobre, cominciava la collaborazione con i magistrati di uno dei protagonisti della storia criminale di Bagheria, Sergio Rosario Flamia: dalle sue dichiarazioni sono derivate come polloni altre inchieste che tra qualche tempo arriveranno a conclusione.

Nel mese di ottobre scorso, il responsabile dell'ufficio Tecnico di Bagheria l'ingegnere Giovanni Mercadante, da circa venti anni in ruoli di altissima responsabilità nelle burocrazia comunale veniva 'beccato' in flagranza di reato, con in tasca 3.000 euro ( debitamente fotocopiati) frutto di una tangente combinata con la responsabile di una associazione di servizi sociali.

Era la prima volta che prendeva i soldi? aveva delle coperture? aveva dei complici? ancora nessuno ha dato risposte a queste ovvie e banalissime domande.

altL'ing. Giovanni Mercadante dopo un paio di giorni di arresti domiciliari fu precipitosamente, forse troppo precipitosamente, rimesso in libertà, ed a proposito dell'affermazione fatta pubblicamente dall'ex sindaco Vincenzo  Lo Meo che l'ex capo dell'Ufficio Tecnico sarebbe stato licenziato, c'è qualcuno che nutre grossi dubbi su questa affermazione: è vero che c'è una decisione dell'organismo di disciplina che ha deciso il licenziamento di Mercadante, ma il provvedimento doveva essere perfezionato con una delibera di presa d'atto della giunta che ancora però nessuno ha visto.

Nel mese di febbraio 2014 ed in coincidenza anche con le confessioni del dichiarante Sergio Flamia, i Carabinieri compiono al cimitero una operazione che per alcuni risvolti sconvolgenti avrà una ripercussione mediatica impressionante, e che ha portato all'apertura di una indagine che vede per ora indagati tre dipendenti comunali: sappiamo per certo che ancora le indagini, come si ricorderà avocate dalla DIA, proseguono, e sino a qualche giorno fa gli inquirenti sono andati a fare una visita al cimitero per effettuare riscontri.

Dalle indagini dell'operazione 'Argo' veniva fuori un interesse non secondario di cosa nostra nella gestione dei servizi cimiteriali, prova ne era un documento contenente le licenze rilasciate per la costruzione di cappelle gentilizie trovato in casa di uno degli arrestati dell'operazione, e di cui a suo tempo demmo notizia.

Ma non solo i servizi cimiteriali, perchè già il capofamiglia bagherese Antonino Zarcone arrestato nel dicembre 2011, nell'operazione Pedro parlando con i propri sodali illustrava il 'metodo bagherese':

Questa l'intercettazione testuale di Zarcone: ' Lo sai come facciamo da noialtri,...io che cosa faccio? Me ne vado al comune, all'Ufficio Tecnico (....) prendi tutte le licenze, tutte le licenze che stanno per uscire, le licenze che stanno per uscire prima ancora di mettere mano, dice: 'La licenza.. a chi l'hanno data la licenza? 'A Tizio', subito ci sono due costruttori... perciò tu sai dov'è il terreno e non c'è lo sbancamento, se tu ciarrivi all'ultimo non ci puoi andare a dire...che ci sono gli impegni fatti...invece tu ci deva andare in partenza, si va al comune, prendi un impiegato del comune e gli dici tutto quello che esce di appalti pubblici, gare di appalto...Così funziona a Bagheria, da me, appena loro...escono...tu ci arrivi dall'ufficio".

A ciò si aggiungano gli arresti nell'operazione 'Baghdad' dell'aprile del 2013, di un sorvegliante del Coinres, Antonino Di Bella, , ma che era un pò considerato il dominus dell'azienda, oltre che di un dipendente comunale Diego Lo Paro. Le indagini hanno messo in rilievo  la vicinanza di Di Bella a Pino Scaduto, già capofamiglia di Bagheria.

Nelle ultime settimane ad alcuni dipendenti comunali, al deposto sindaco Vincenzo Lo Meo,  e ad un assessore sono stati notificati o avvisi di garanzia per gravi reati, o avvisi di prosecuzione di indagini per procedure disinvolte o omissive inerenti l'uso e l'occupazione di suoli pubblici.

altNon può essere un caso che piuttosto che i commissari dell'Assessorato regionale, il Prefetto abbia inviato a Bagheria il suo alter ego, la dr.ssa La Iacona.

Poi c'è, più che mai attuale, il tema del dissesto: anche se ognuno cercherà di lasciare il cerino acceso nelle mani di chi viene dopo ( chi avrà l'obbligo di dichiararlo ? il commissario prefettizio o il nuovo consiglio?), una delle conseguenze sarà che la Corte dei conti, che riceverà gli atti per competenza, aprirà una indagine per individuare chi come e perchè ha contribuito alla formazione del debito che ha portato al dissesto: ed anche questa sarà per sindaci, assessori alle finanze, e consiglieri che hanno approvato i bilanci fonte di problemi per quanti saranno individuati come responsabili.

Dal punto di vista politico, appena venti giorni fa il sindaco Lo Meo veniva appiedato dal  voto di due terzi dei consiglieri, dopo una fase politica convulsa ed una seduta consiliare per alcuni aspetti drammatica, e dopo un dibattito,  dove si è detto di tutto e di più, per cui i Carabinieri hanno acquisito la registrazione degli interventi di quella seduta consiliare.

Il buonsenso avrebbe voluto che si avviasse a Bagheria una fase intanto di cauta attesa per quanto potrà accadere, di decantazione dei conflitti e delle contrapposizioni acerrime manifestatesi negli ultimi mesi, , di rasserenamento del quadro politico, un avvio di chiarimento e di confronto  tra le forze politiche ed  un fase di riflessione critica sull'esperienza appena trascorsa e soprattutto un serio esame per la soluzione delle questioni aperte a Bagheria.

altInsomma un periodo sabbatico di almeno sei mesi, un anno.

Invece dopo avere concionato, in consiglio e fuori, sul fallimento di una classe politica, quasi  tutti a spingere perchè si andasse subito al voto, per andare  a riformare un consiglio comunale che non si è mai occupato per pavidità della questione rifiuti, lasciata in appalto al solo sindaco Lo Meo, che non si è occupato nè si occuperà mai per meschina furbizia di Piano regolatore, sfruttando i margini generosi che la legge offre per definirsi incompatibile e defilarsi, ma che riprenderà, potete starne certi, a riunirsi un giorno sì e l'altro pure per parlare di aria fritta, così come è stato sinora.

Andremo, (o andranno),  i bagheresi a votare il 25 maggio per un nuovo consiglio comunale: ma si ripresenteranno l'80 forse il 90 % dei vecchi consiglieri ed il 60-70% di loro torneranno in consiglio, con un sindaco nuovo, che potrebbe essere un consigliere promosso a sindaco, dopo la solita campagna elettorale fatta con inutili programmi-polpettone, tutti uguali, tutti inutili, che nessuno leggerà e nessuno rispetterà, in cui c'è dentro l'universo mondo, utili solo alla tipografie che li stampano; e poi con tutti scatenati a caccia di preferenze.

Ma qualcuno si chiede perchè non si trova più uno solo che sia uno, rappresentante serio e di prestigio del mondo delle professioni, dell'imprenditoria, del lavoro, della cultura che manifesti, di fronte al quadro sconsolante che oggi la politica bagherese offre di se stessa, la voglia di scendere in campo e di  dare un contributo ?

Continuiamo a pensare che una pausa di riflessione, certo non avrebbe portato ad una catarsi della politica, è inutile farsi illusioni, ma avrebbe potuto consentire, per usare una espressione rubata agli strizzacervelli di elaborare il lutto, di capire sino in fondo i limiti dell'esperienza Lo Meo, di individuare energie fresche e nuove che sicuramente a Bagheria esistono, e ne è una riprova l'articolo di Valerio Gruessner pubblicato su questo sito sui temi del turismo.

Bagheria, lo sosteniamo da sempre, è ricca, ricchissima di risorse: basta cercarle e valorizzarle, tutto il contrario di quanto fanno i partiti, che procedono all'occupazione di tutti gli spazi e le opportunità possibili nulla lasciando ai più bravi e meritevoli, ma tutto in pancia e in tasca ai loro protetti.

L'unica novità rispetto all'ultima campagna elettorale sarà la presenza del candidato a sindaco e della lista del MoVimento 5 stelle: sarà sufficiente questo per avviare il cambiamento?  

Si voterà quindi il 25 maggio; ma non vorremmo, (ma in fondo perchè no?), che chi ha spinto perchè si andasse al voto, subito e a tutti i costi, avesse fatto i conti senza l'oste. 


Angelo  Gargano

Oggi è stato presente a Bagheria il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico (PD)  in un convegno organizzato dal Partito Democratico sui beni confiscati a cosa nostra. Ad accoglierlo al suo arrivo a palazzo Aragona Cutò, oltre al segretario cittadino del P.D., Orazio Amenta, anche il commissario prefettizio Michela La Iacona, con la quale il viceministro si è soffermato a parlare qualche minuto, Francesco Fucarini, dirigente della Polizia di Stato, ed il maggiore Claudio Montesi, comandante dei CC di Bagheria. 

Un'occasione importante, quella di oggi, per parlare di beni confiscati, in una realtà, quella di Bagheria, dove la questione beni confiscati assume un'importante valenza. Non solo perchè sono tanti i beni sottratti a cosa nostra, e solo qualcuno di questi riutilizzato, ma anche perchè a Bagheria  è presente una struttura di eccellenza, l'unica confiscata alla mafia, che si occupa di sanità. Abbiamo rivolto alcune domande al viceministro Bubbico e questo è il resoconto.

A cosa serve la giornata di oggi?

"Intanto, questa giornata deve servire a confermare l'impegno per sconfiggere la mafia. Ciò deve essere fatto con grande forza, grande determinazione, agendo in profondità e modificando gli assetti strutturali che regolano le attività delle istituzioni pubbliche.

Manifestando tolleranza zero verso le attività che annunciano illegalità diffuse e condizionamenti criminali. Se vogliamo parlare di libertà, civiltà, democrazia; se vogliamo liberare questi territori dalla condizione di subalternità nella quale vivono, nonostente gli investimenti pubblici, dobbiamo sconfiggere la mafia e affermare i principi di legalità"
 

Il ritorno alla collettività di beni che sono stati illecitamente acquisiti dovrebbe coincidere con un loro uso produttivo. Si puo' agire sulla legge e renderla più efficicace, proprio per consolidare nell'opinione pubblica l'orientamento di una lotta senza quartiere alla mafia cui lei accennava ?

"Lei ha ragione. L'agenzia (Anbsc, si occupa dell'amministrazione dei beni confiscati. Ndr) è nata pochi anni fa. Di fatto non ha mai potuto contare su strutture in grado di garantirne la piena operatività.

E' un sistema fragile che va irrobustito intanto introducendo delle modifiche normative. Bisogna introdurre quella struttura amministrativa capace di mettere a valore questi ingenti patrimoni e capace di introdurre un rapporto più proficuo con la magistratura perchè è nella fase di sequestro che le aziende subiscono i più gravi contraccolpi.

Bisogna dire che le aziende a titolarità mafiosa  spesso non vivono in condizioni di mercato, quindi la loro floridezza non dipende dalla capacità di essere competitive.

Questo però non ci deve indurre a rinunciare a a mettere in campo gli sforzi per restituire all'equilibrio finanziario, produttivo, di bilancio, quelle attività che devono essere riportate alla legalità Perchè l'economia legale deve sempre vincere su quella illegale"

Sul futuro di Villa Santa Teresa, l'azienda sanitaria confiscata a Michele Aiello, avete già qualche idea?

" Su questo tema so che si sta cercando una soluzione. L'agenzia ha nominato un consiglio di amministrazione. Si sta lavorando abbastanza efficacemente.

Ma cio' non risolve il problema perchè bisogna definire una finalità, una modalità gestionale capace di elaborare progetti di medio e di lungo periodo. Esiste su questo bene, un'attenzione forte della Regione siciliana.

Esiste anche un protagonismo dei lavoratori che vogliono diventare titolari del rilancio di questa importante struttura sanitaria che garantisce non solo importanti attività diagnostiche ma anche terapeutiche. Questa struttura è stata impegnata, recentemente, in un rapporto di collaborazione e di scambio molto positivo, con l'Istituto Rizzoli di Bologna"

So che la Regione sta lavorando ad una soluzione, che tuteli i lavoratori e le loro professionalità e consenta un pieno ed efficiente utilizzo della struttura a favore dei pazienti.

A Bagheria si vota il 25 maggio. Siamo all'indomani di alcune emergenze dal punto di vista della legalità. Ci sono state alcune operazioni antimafia. Un grave episodio concussione che hanno un dirigente comunali. Dichiarazioni di un pentito bagherese che avrebbero portato alla luce l'interesse della mafia nei servizi cimiteriali. Si va al voto in un clima pesante. Cosa puo' dire a questo proposito?

" Io vorrei tanto augurarmi che questa competizione elettorale si sviluppi sul tema del futuro di questa città. Non è sopportabile che un territorio che ha un patrimonio straordinario, bellezze ineguagliabili, debba vivere in condizioni di marginalità e non debba ritornare a rappresentare un punto di orgoglio e di riscatto per i propri cittadini. Io credo che la chiave risieda soprattutto nell'affermazione dei principi di legalità. Sarebbe opportuno che i paritti si vincolino a procedure di trasparenza anche in eccesso rispetto a quelle previste dalle legge." 

Nelle elezioni amministrative però succede che la ricerca del consenso a tutti i costi, riduca le difese rispetto alla intromissione di interessi illegittimi o addirittura criminali dentro le forze politiche. Cosa si può fare?

alt"So che la ricerca del consenso porta ad abbassare l'attenzione su determinate tematiche. Ma noi dobbiamo parlare alla città e ai cittadini e dobbiamo metterli di fronte alle loro responsabilità. Perchè non è attenuando l'impegno per la legalità che si risolvono i loro problemi. 

Non è con l'abusivismo edilizio che si premia la rendita fondiaria. Ciascuno ha il diritto di arricchirsi ma nel rispetto della legge, anzi lo si fa di più e meglio rispettando la legge. 

Perchè noi non dovremmo poterlo fare?

Quindi chi pensa ad un amministrazione indulgente, non pensa al futuro dei propri figli e delle generazioni successive.

Io penso che noi dobbiamo rompere un clima politico e culturale che ci porta spesso ad inseguire il consenso, restando vitttime degli impegni che si assumono per conquistare il consenso. Non è di questo che abbiamo bisogno soprattutto noi cittadini del Mezzogiorno d'Italia"

 

 

'A Bagheria abbiamo avviato un confronto tra noi dell'N.C.D., Forza Italia, Fratelli d'Italia ed un parte dell'U.D.C., e stiamo proseguendo per ricercare le ragioni di una alleanza tra le forze del centro moderato che possa avere le chances pr vincere le elezioni e per affrontare adeguatamente i problemi gravissimi aperti'

Esordisce così Pietro Alongi, deputato regionale del N.C.D., da noi interpellato telefonicamente, peraltro molto presente in quest'ultimo periodo a Bagheria anche in relazione al futuro di villa Santa Teresa, la struttura sanitaria confiscata a Michele Aiello.

'Le posso dire - continua Pietro Alongi - che stiamo trovando disponibilità ed attenzione nei dirigenti bagheresi di questi raggruppamenti, ed è per questo che consideriamo frutto di precipitazione oltre che ingiustificata fuga in avanti la presa di posizione di due circoli bagheresi di N.C.D. a sostegno di candidature che sanno solo di autoreferenzialità.'

'In ogni caso- precisa Alongi - i circoli bagheresi  che fanno riferimento all'N.C.D. a Bagheria sono oltre dieci, anche perchè in questa fase politica, la proposta del nostro partito che si ancora ai valori del moderatismo democratico e liberale, ha una notevole forza attrattiva, e si sta rivelando catalizzatore ed elemento di coagulo per una serie di raggruppamenti oltre che di singoli esponenti della politica bagherese.'

'Sono in grado di potere affermare con fermezza che l'N.C.D., ed in questa opinione ho trovato conforto anche nell'ex - presidente della Regione on. Francesco Cascio, non darà il proprio simbolo nè la propria investitura a nessun candidato che non sia il frutto di un serio confronto e di una consapevole condivisione.'

Fatta questa precisazione la conversazione  torna a spaziare sui compiti che attendono le forze politiche a Bagheria

alt'A Bagheria in particolare, in vista non solo della campagna elettorale, ma con l'obiettivo di un nostro radiacamento nel territorio - riprende il parlamentare N.C.D. - stiamo interloquendo oltre che con i nostri potenziali alleati , anche con decine di esponenti politici, interessati ad un rapporto con noi, e tra questi Francesco Cirafici, presidente e promotore della formazione di altri circoli'

'Per questo ribadiamo - scandisce con decisione- che prima dobbiamo affermare il metodo di scelta del candidato sindaco che va fatto ripeto, sedendosi attorno ad un tavolo e ragionando sulla opportunità che oggi si pone per le forze di centro moderate, di trovare un nome prestigioso e autorevole per la candidatiura a sindaco, che consenta di chiudere un quindicennio in cui il P.D. sia pure in modi diversi è stato al governo di Bagheria, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.'

'C'è oggi la possibilità - conclude Pietro Alongi - sviluppando un progetto per la città che veda come cardini i temi dello sviluppo economico urgente e indifferibile, della democrazia  e dalla partecipazione della gente alle decisioni dela politica, oltre che il tema della legalità, di realizzare una allenza dei moderati che può salvare Bagheria.'

 

Così come Bersani oltre un anno fa iniziò la sua campagna elettorale dal distributore di carburante e dall'officina meccanica del padre a Bettola (PC), così Emanuele Tornatore riparte da via G.B. Marino, rione Incorvino, luogo delle memorie, dove è cresciuto, dove ha i suoi amici, dove ha coltivato i suoi sogni e dove ha maturato la sua formazione.

'Guai - dice - a dimenticare le proprie radici anche se modeste, ma alimentate dai sacrifici e dai buoni insegnamenti'

Ha però un doppio valore simbolico questo presentazione di candidatura alle primarie del PD, che ha già l'aria di una vera campagna elettorale, con un intervento-comizio di Tornatore ampio e articolato.

Vale  a dire quello di ripartire dalla periferia,  ed il quartiere Incorvino, cresciuto a casaccio verso la fine degli anni '80, in pieno boom dell'abusivismo edilizio in quel periodo imperante, periferia dimenticata lo è stata purtroppo da lunghissimo tempo: solo di recente la Farmacia, la Chiesa, solo qualche anno fa la scuola, servizi di acqua, luce e fognature approssimativi o carenti.

Nutrita la partecipazione: ci sono i giovani, gli amici e la gente del quartiere, ci sono esponenti del PD, ma anche facce insolite, gli ex consiglieri Nino Arena e Angelo Bartolone,  a cui beneficio Tornatore farà un chiaro riferimento ad un percorso che prescinda dalla casacca di partito, che demolisca divisioni pregiudiziali e consenta a gente che ha militato in schieramenti diversi di incontrarsi sul terreno delle cose da fare.

C'è anche l'ex presidente del consiglio Caterina Vigilia.

Passa poi alle questioni aperte, a partire dal default del comune, che ha accumulato negli anni 60 milioni di debiti fuori bilancio:' Occorre indagare su chi ha reso possibile o autorizzato questa massa imponente  di debito che ora la comunità viene chiamata a ripianare, 'occorrerà individuare i responsabili politici e amministrativi e chi ha sbagliato dovrà pagare' afferma con foga Tornatore.

'Non è possibile - continua - che tutti veniamo messi nello stesso mazzo, dobbiamo riuscire a far capire alla gente che pur nel fallimento della politica, c'è chi porta responsabilità molto maggiori rispetto ad altri'.

Descrive l'esperienza di consigliere come una esperienza drammatica, per la complessità delle questioni, per il senso di impotenza che talvolta prende chi rappresenta gli interessi della gente comune, della difficoltà di trovare, anche se dall'opposizione, soluzioni ai problemi.

E a questo punto anche una frecciata al suo partito, e alla politica ambigua di una parte del P.D. che talvolta, aggiunge ironicamente, 'mi ha messo in confusione'.

Se questo percorso che ho iniziato dalle primarie e, nel caso dovessi uscirne vincitore,  per la sindacatura di Bagheria, è un percorso che non prevede nè rivincite nè ritorni all'indietro, nè scorciatoie.

Se dovessi uscire sconfitto dalle primarie assumo l'impegno che non mi candiderò in nessun caso a consigliere comunale, perchè chi ha goduto di un ampio sostegno del partito alle primarie, non può poi sfruttare questa rendita di posizione per farsi eleggere consigliere.

altEd a proposito dei consiglieri inevitabile il riferimento ai costi della politica: è giusto che chi mette il proprio tempo e la propria professionalità a disposizione della comunità abbia un equo riconoscimento economico. 

Ma gli abusi vanno perseguiti ed eliminati: 'basta con quattro commissioni consiliari, basta quattro sedute settimanali tra consiglio e commissioni'.

Nel finale i problemi della raccolta rifiuti, del decoro urbano, del lavoro anche di quelle categorie he oggi siamo portati a considerare marginali: detenuti, cassintegrati, operai che godono del susssidio di disoccupazione: 'abbiamo il diritto di chiedere a chi gode del beneficio degli ammortizzatori sociali di dare una amno per la cura del verde, della buona tenuta della città.'

Insomma, una campagna per le primarie, che è già di fatto campagna elettorale.

 

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