Sono passate alcune ore e, dopo averci dormito su (poco!), riesco a raccogliere i pensieri e metterli nero su bianco, per ringraziarvi e fare il punto della situazione.
Ripenso a questi due anni passati per le strade di Bagheria tra la gente, due anni trascorsi ad informare i cittadini, compiere azioni di denuncia, banchetti, guerrilla gardening, a conoscere questo territorio in ogni sua piccola piega e sbrogliare la matassa di una macchina comunale malfunzionante, per capire come Bagheria, la splendida città delle ville, avesse potuto ridursi così.
Ripenso a quando ho ascoltato per la prima volta le parole di Beppe Grillo, le sue idee e proposte per migliorare ciò che in Italia non funziona, e ho pensato che erano le stesse idee e proposte che avevo io a livello nazionale e, con le dovute proporzioni, per la nostra città.
Ripenso a quando, in riunione, abbiamo deciso di presentarci come lista per le elezioni comunali. Sapevamo che era un passo grande, enorme, da ponderare con attenzione, e che sarebbe stata per noi una responsabilità gigantesca su una strada piena di insidie.
Come Movimento Cinque Stelle abbiamo deciso di partecipare perché era la naturale prosecuzione del nostro lavoro sul territorio, ma anche e soprattutto perché pensavamo che Bagheria meritasse la possibilità di scegliere qualcosa di nuovo e diverso in un panorama politico spesso fonte di delusioni e problemi. Quando sono stato designato come candidato sindaco, con votazione degli attivisti, mi sono reso conto che da quel momento in poi ogni mia azione e parola sarebbe stata posta al vaglio, studiata, analizzata e restituita ai cittadini, che sarei stato, da quel momento, il terminale di un gruppo di attivisti che come me aveva messo anima e corpo in questa avventura meravigliosa.
Sentivo una responsabilità enorme verso di loro: la responsabilità di comunicare al meglio quello che il Movimento Cinque Stelle rappresentava e voleva rappresentare per Bagheria, di esternare quelle idee e proposte che nascevano dagli attivisti, da cittadini comuni che sognavano una città migliore.
Quella responsabilità è la stessa che oggi sento verso tutti voi cittadini, che abbiate votato per me o no, che vi siate recati alle urne o no.
Il 18 maggio del 2012 eravamo solamente in sei, armati di palette e scope per pulire quella stanza promossa a nostra sede: oggi questi attivisti che chiamo fratelli, cresciuti incredibilmente sia nel numero che nelle competenze, mi accompagneranno in questa nuova avventura, in cui “paletta e scopa” diventano strumenti metaforici per riordinare questa martoriata città, insieme a tutti i bagheresi, che non devono e non possono più essere estranei alla politica, ma diventarne parte attiva da subito.
La situazione di Bagheria, oggi, è infatti responsabilità di ognuno di noi: siamo stati cattivi custodi della città, non vigilando su chi aveva il compito di amministrarci, lasciando che le cose andassero alla deriva, ma questo modo di concepire la politica come qualcosa di “estraneo” e “altro” rispetto a noi è stato spazzato via dal vostro voto, dalla vostra volontà di rinnovamento, a cui risponderemo da subito con fatti concreti.
Sappiamo che il nostro territorio è un territorio difficile: solamente pochi giorni fa, con l’operazione “Reset”, il mandamento mafioso di Bagheria è stato azzerato con oltre 31 arresti.
Sappiamo che il lavoro che ci troveremo davanti non sarà semplice: faccio parte, insieme a molti attivisti, della generazione cresciuta con Falcone e Borsellino, e in nome di questi eroi della legalità vogliamo circondarci di tutti coloro che credono in una Bagheria onesta, trasparente e libera dalla mafia e dal malaffare, non lasciando nessuno indietro ma trasformando giorno per giorno quella nostra mentalità del “lasciar correre” in un civile “battere i pugni” per i nostri diritti.
Si prospetta l’inizio di un’avventura davvero impegnativa, che solamente con una grande dedizione e passione potremo portare avanti, consapevoli di essere, come tutti, fallibili e che non c’è miglior referente della cittadinanza per correggere eventuali errori.
Ciò che chiediamo a tutti voi cittadini, oggi, è di vigilare sul nostro operato, informarvi, bacchettarci quando sbaglieremo e supportarci su questa strada tutta in salita, ma che già qualcuno chiama “Rinascimento bagherese”.
Un grazie grande come questa città, la città resa immortale da Guttuso, Dacia Maraini, Tornatore, Ignazio Buttitta e tanti altri artisti, la città che deve tornare ad essere la perla incastonata tra il mare e la roccia, la città che i nostri padri hanno amato prima di noi e che abbiamo il dovere di restituire splendida ai nostri figli. Andiamo ad amministrare Bagheria e in alto i cuori!
PATRIZIO CINQUE
(sindaco di Bagheria)