Politica

Chiariamo subito che non ci siamo iscritti al Club di quanti pensano che l'esperienza politica propiziata dal voto di 15.000 bagheresi che hanno eletto sindaco Patrizio Cinque, sia da liquidare nel più breve tempo possibile, magari con una velleitaria spallata sull'onda delle cose che non vanno e che sono tante, a partire dalla ormai cronica emergenza rifiuti, o con una improbabile congiura di Palazzo.

Pensiamo che questa pagina di storia avviata innanzitutto dalla gente di Bagheria debba essere scritta sino in fondo, e solo allora si potranno trarre le conclusioni. Fuor di metafora, pensiamo che Patrizio Cinque, a meno che non si senta maturo per  tentare altre avventure politiche, come qualcuno pensa, completerà sino in fondo il suo mandato nel 2019.

La finestra del 2017, elezioni regionali o politiche, cui Patrizio Cinque potrebbe decidere di concorrere, in ogni caso dista ancora tre anni che, a seconda dei punti di vista possono sembrare tanti, ma passeranno velocemente.

Diamo tempo, scrivemmo, tutto quello necessario, anche al di là dei due anni (ma sei mesi se ne sono già andati) che il sindaco con molto ottimismo pone come traguardo per fare toccare con mano il cambiamento; però è d'obbligo per la politica e l'opinione pubblica porre in corso d'opera alcuni interrogativi agli attuali amministratori, senza che questi si adontino e ripetano ormai lo scontato ritornello che prima era anche peggio.

Proprio perchè abbiamo voluto che niente fosse più come prima che 15.000 bagheresi la loro rivoluzione l'hanno fatta  innescando, o comunque sperando di innescare, un virtuoso e profondo processo di cambiamento nella politica bagherese, una politica che in qualche modo ci aveva nauseati e aveva determinato guasti profondi: quindi per favore smettiamola, e ci rivolgiamo ai tifosi , che tali sono di entrambi i fronti, di ripetere sempre la stessa solfa: oggi chi governa è chiamato a rispondere delle soluzioni possibili dei problemi che con i mezzi, gli strumenti e le risorse che ci sono è d'uopo attendersi.

altPer questo continuiamo a pensare che ognuno per la nostra parte, la politica, la società civile, gli uomini e le donne di cultura, le associazioni, l'informazione debbano fare la loro parte per concorrere lealmente ad un processo radicale di cambiamento che, cinquanta anni  dopo la giunta comunista di Peppino Russo del 1964 è l'unico tentativo  che si pone l'obiettivo di  cambiare radicalmente, dalle fondamenta la nostra realtà politica e sociale; non credo che ci capiterà un'altra opportunità come quella che stiamo vivendo e di questo è bene si rendano conto i protagonisti; dobbiamo dare con le idee, con le proposte e con i comportamenti quotidiani ,e perchè no ? anche con le giuste critiche, un aiuto a questa amministrazione.

Fermo restando che il MoV 5 stelle e i suoi attivisti devono aprirsi con coraggio alla società civile, debbono superare quel muro di diffidenza, sciogliere quel grumo di rancorosità e di astio verso tutto e tutti e capire che le questioni sono di portata tale che se continuano a  pensare di potercela fare  da soli verranno inevitabilmente travolti, e con loro, purtroppo, la nostra intera comunità

Non è stata una grande trovata quella di Patrizio Cinque all'indomani del voto allorchè ripetè in diverse occasioni:" Abbiamo in consiglio una maggioranza bulgara, se non ce la faremo dovremo dare solo la colpa a noi stessi". Questi impeti romantici e/o gladiatori non servono caro sindaco, perchè quando si governa una realtà difficile e complessa come quella di Bagheria è meglio essere in tanti, anzi in tantissimi, ed a tutti sarebbe stato giusto chiedere una mano, facendo affidamento anche su quella ondata di fiducia e di speranza che la sua elezione ha suscitato.

Guai a richiudersi nel recinto, guai a mandare solo proclami, guai a pensare di sfangarsela da soli 'scoprendo' e denunciando vere o presunte trappole e inghippi e imbrogli, perchè lo stato in cui si trova Bagheria non consente nè trovate propagandistiche nè diversioni tattiche; sarebbe, più ancora di quanto non sia adesso, la rovina della nostra comunità.

Si guardi con coraggio ai problemi, così come in parte Le abbiamo visto fare, ma con lo stesso coraggio si chieda un aiuto ed una collaborazione a tutti, per affrontare problemi che farebbero tremare i polsi a chiunque, e si evitino propaganda e fughe in avanti.

E basta con il mantra "non disturbare il manovratore" , perchè è diritto-dovere dei cittadini  interpellare i manovratori, certo senza pregiudizio, ma chi governa ha il dovere via via di rendere conto e di spiegare quanto sta facendo.

Anche perchè noi dall'esterno ci rendiamo perfettamente conto, più di quanto non se ne rendano conto gli stessi protagonisti che trasformare "quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo" in classe dirigente che fa rivoluzioni è impresa difficile, riuscita nella storia così poche volte da potersi contare sulla dita di una sola mano. Però è d'obbligo provarci senza fare però le verginelle offese per le critiche, spesso legittime  e sacrosante, che vengono sollevate sia in sede consiliare che in tante altre sedi.

Scrivemmo subito all'indomani del voto che è vero che non si fanno 'le nozze coi fichi secchi' e quello che ci attendevamo erano soprattutto dei segnali che facessero intendere che musica, orchestra e direttore d'orchestra erano veramente cambiati.

Alcuni di  quei segnali che chiedevamo non sono mai arrivati: ci riferiamo ai chiarimenti su quella famosa delibera con la quale i dirigenti si spartirono 40.000 euro di premialità a raggiungimento risultato che tanto scalpore fece. Chiedemmo semplicemente e inutilmente di conoscere quali erano gli obiettivi che erano stati dati ai dirigenti dai precendenti assessori: nessuno, nè il sindaco nè l'assessore al personale si sono mai degnati di dare questa risposta, non al sottoscritto, ma a decine di migliaia di cittadini bagheresi che sono stati chiamati a ripianare sulle loro carni un dissesto che i precedenti amministratori hanno provocato, e che ha molti padri e padrini.

Sono arrivati, è vero, segnali forti sul terreno di un impegno, non solo verbale e retorico contro il malaffare mafioso, magari con qualche ingenuità ,ma sicuramente con grande coraggio e convinzione.

Abbaimo visto anche grande piglio e autorevolezza da parte del sindaco al momento di affrontare le problematiche più spinose che via via gli eventi ponevano 

Alcuni dei segnali arrivati sono però in controtendenza, nel senso che noi li consideriamo negativi,  a partire dalla riapertura al traffico del corso Umberto, con le mirabolanti promesse di nuovi itinerari pedonali e centri commerciali naturali; sogni naturalmente, come quello dell'imprenditore belga pronto a spendere 500.000.000 di euro in un paese con servizi da terzo mondo, senza un piano regolatore, con un apparato tecnico-amministrativo traballante, un paese in cui uno sputo di area artigianale è ferma da quattro anni.

Ritorni, caro signor sindaco, con i piedi per terra, riparta dalle questioni oggi sul tappeto e andiamo al dunque.

altIl 28 novembre sul sito ufficiale del comune compare l'ultima notizia che ha  qualcosa a che vedere con il tema dei disservizi nella raccolta rifiuti, che è tema caldissimo e attualissimo, con la notizia della chiusura della discarica di Siculiana e con la buona notizia  che eravamo stati dirottati a Bellolampo.

Bene.

Siamo al 10 dicembre e l'amministrazione non ha speso una sola parola ufficiale per comunicare ai propri amministrati cosa stia succedendo; forse c'è stato, o forse no qualche rapido scambio di battuta in qualche consiglio comunale. Per il resto assolutamente nulla: ma è corretto lasciare senza informazioni certe e ufficiali i cittadini in questo marasma di m....?

Alcune domande:

1°) E' vero che Bagheria assieme ad altri tre comuni , Villabate, Monreale e Carini possono complessivamente conferire 200 tonnellate di rifuti /die a Bellolampo? e allora perchè l'emergenza ? considerate le quantità di rifiuti prodotti a Bagheria, la 'quota' riservataci dovrebbe essere sufficiente, con in più il vantaggio per la distanza nettamente inferiore. Ed allora perchè da oltre dieci giorni Bagheria è un letamaio?

2° E' vero, come ha affermato il consigliere Filippo Tripoli che nei primi sei mesi di quest'anno 2014 si è fatto ricorso a noli per soli 145.000 euro, mentre  da luglio ad oggi i costi per i noli a freddo e a caldo sono lievitati sino ad oltre 450.000 euro ? cifra che lascia prevedere un ulteriore ed intollerabile aumento della tassa sui rifiuti ?

3°) Perchè questa benedetta delibera di fuoriuscita dal Coinres che veniva presentata come l'asso nella manica non è stata ancora partorita? cosa si aspetta esattamente? Chi o cosa lo impedisce ?  Ce lo dica, perchè abbiamo tutto il diritto di saperlo.

Un dubbio noi cominciamo ad averlo: non è che la SpA pubblica si rivelerà nelle condizioni date la strada più impervia, che non porterà da nessuna parte? Rifletta ed ascolti, e si confronti  senza pregiudizio con quanti indicano una strada diversa.

Ed in ogni caso l'opinione pubblica non vuole sentire ripetere sempre che prima era pure così, anzi peggio; è proprio  per cambiare che Patrizio Cinque è stato votato, proprio  perchè niente fosse più come prima. Ed allora, che facciamo ?

Le ultime brevi considerazioni sul segretario generale Eugenio Alessi, che doveva essere una delle gambe sulle quali  doveva viaggiare il cambiamento: confessiamo che fummo favorevolmente colpiti allorchè venne presentato alla stampa, ed in particolare ci colpirono due considerazioni che fece in quella circostanza.

La prima quando il neosegretario riferì che il suo primo giorno a Bagheria incontrando un vigile urbano con la semplice 'pettorina', si presentò e gli chiese: "Come mai siete senza divisa ?" Pare che non ci siano i soldi per comprarle" rispose l'interlocutore, "ed allora "? fu la chiosa del segretario come dire: " E questo sarebbe un buon motivo ?" Sono trascorsi circa tre mesi dal suo insediamento e nell'ultima uscita pubblica, la commemorazione del IV Novembre e  del sacrificio di Ciro Scianna, i nostri vigili, al di là del loro personale merito, sembravano degli straccioni accanto alle altre forze di Polizia in divisa; persino i volontari della Protezione civile erano vestiti con grande decoro e fiammanti abiti.

L'abito, talvolta, fa il monaco.

L'altra cosa che ci colpì fu a proposito della 'struttura piramidale del personale': "non accadrà più - aveva asserito in modo categorico il segretario- che se è assente un impiegato un servizio non funzioni, perchè in automatico subentrerà il gradino superiore, che è in grado di espletare quella funzione". Bene, idea eccellente.

Ci siamo ricordati di questa cosa stamane negli Uffici Tecnici di piazza Indipendenza, ( per inciso quelli che dovrebbero istruire e autorizzare il progetto dell'investitore belga)  dove un cittadino chiedeva di accedere agli Uffici per una visura catastale:"L'addetto è ammalato" hanno risposto dai piani alti " Ed allora?" continuava a chiedere con gli occhi straniti l'utente "cosa debbo fare? quando debbo tornare ?" nessuno dei presenti, nè dai piani alti nè al pianoterra, era naturalmente in grado di dargli una risposta.

Poi qualcuno ha trovato il coraggio di dirgli la verità: raggiunga corso Umberto e arrivi sino a piazza Palagonia, c'è una rivendita di tabacchi, anche là fanno le visure catastali, forse le costerà un euro in più, ma stia sicuro che il titolare, che noi si sappia, scoppia di salute.

I problemi sono seri e sono tanti: sappiamo che Lei e qualche suo assessore ci mettete un impegno encomiabile, ma forse serve anche qualcos'altro.

Angelo  Gargano

 

Da un articolo di livesicilia pubblicato oggi, si capisce quanto dura e irta di ostacoli sia ancora  la strada che i contrattisti bagheresi debbono fare per tentare di 'agganciarsi' al treno dei precari regionali che viaggia verso la stabilizzazione.

Intanto questa delibera di proroga al 31 dicembre nessuno l'ha ancora vista: si dice che nel dispositivo contenga pari pari il verbale stilato in Prefettura lo scorso lunedì, qualcuno aggiunge che prima di tirarla fuori l'amministrazione intenda cautelarsi facendola vistare prima da Roma dalla responsabile del Ministero degli Interni che segue i comuni in dissesto. Notizie tutte ufficiose. 

La legge di stabilità nazionale però parla chiaro e pone dei paletti ben precisi che l'emendamento presentato dal Pd e approvato alla Camera nei giorni scorsi, primo firmatario l'ex presidente della Regione Angelo Capodicasa, ancora non risolve.

L'emedamento apre è vero uno spiraglio per la stragrande maggioranza dei 26.000 contrattisti, ma non per tutti, almeno sinora.

Ma quell'emendamento alla legge di stabilità nazionale che interviene modificando alcuni passaggi del “decreto D'Alia” sulla pubblica amministrazione approvato nel 2013, ha un carattere generale. E consente, in linea di massima, di spostare alla fine del 2015 la scadenza inizialmente prevista per il 2014. Tra 25 giorni, infatti, sarebbero scaduti i contratti delle migliaia di lavoratori che in certi casi rappresentano l'ossatura di Comuni e Province. La proroga consentirà loro di respirare, in attesa di trovare la strada per la stabilizzazione.

Ma quella proroga, come detto, al momento non garantisce tutti. In particolare, circa 1.800 di questi precari, stando così le cose, non sono “coperti” dall'emendamento Capodicasa. Si tratta di tutti quei lavoratori che fanno parte dell'organico di enti locali che hanno già inoltrato al dipartimento regionale delle Autonomie locali, la domanda di “dissesto” o di 'riequilbrio', cioè di pre-dissesto, e tra questi purtroppo c'è Bagheria, ma non solo; c'è anche Catania e grossi centri come Cefalù, Augusta, Milazzo

Per questi Comuni, infatti, stando ai principi previsti dal decreto D'Alia, non è possibile procedere non solo alle assunzioni, ovviamente, ma anche al rinnovo stesso dei contratti. E proprio per questo motivo, si sta pensando ad una soluzione da mettere nero su bianco a Palazzo Madama.

E questo perchè oltre ai comuni già in dissesto, anche quelli  che hanno già presentato  un piano di “riequilibrio finanziario”, che si trovano, insomma, in uno stato di “pre-dissesto” verrebbero colpiti dalla mannaia della finanziaria nella attuale formulazione. Si tratta di Casteltermini e Ribera in provincia di Agrigento; Giarre, Riposto, Scordia e Tremestieri etneo nel Catanese (oltre, come detto, al capoluogo Catania); Capri Leone, Castelmola, Ficarra, Giardini Naxos, Militello Rosmarino, Mirto, Sant'Agata di Militello, Scaletta Zanclea, Terme Vigliatore e Tortorici in provincia di Messina; oltre a Palermo e Cefalù, poi, nella provincia del capoluogo i comuni in dissesto o pre-dissesto sono quelli di Caccamo, Monreale e Montelepre; infine, oltre ad Augusta, nel Siracusano è in difficoltà anche il Comune di Avola.

La situazione più pesante, come era prevedibile considerato il numero di residenti in quel Comune, è Catania, dove “rischiano” 196 impiegati precari.  Molto critica anche la situazione di Caltagirone (118 i precari in bilico), Milazzo (150), Comiso (102). Per tutti questi, e tanti altri non c'è ancora proroga. E non c'è, a dire il vero, nemmeno un emendamento. Ci proveranno i senatori siciliani, a Palazzo Madama. Ma adesso il tempo stringe. E si avvicina il baratro.
 

Firmate le prime 22 procure per l’affidamento del ricorso, da parte dei precari del comune di Bagheria, contro “l’abuso” di contratti a tempo determinato della Giunta comunale. L’obiettivo è quello di revocare la delibera con cui si prorogava, sino alla fine dell’anno, il contratto di lavoro dei precari.

Tra i tanti protagonisti di questa storia c’è anche Giuseppe Cirano, 43 anni e precario da 18, con una moglie disoccupata e due figli. E’ entrato al Comune nel 1996 come Lsu, occupandosi in qualità di geometra del settore Protezione civile e toponomastica. Nel 2004 firma un contratto quinquennale di diritto privato e diventa vigile urbano. Ad oggi gli restano da pagare le rate di un mutuo di 15 anni. Ma con il suo tipo di contratto a fare da garante c’è il padre anziano.

Lo scorso 30 novembre 32 “dipendenti” dell’Amministrazione bagherese hanno occupato l’aula consiliare del municipio di via Consolare. “Non ci accontenteremo della solita proroga”, questo il loro slogan. Dopo essersi riuniti, i lavoratori si sono incontrati in uno studio legale. Entro dieci giorni verrà depositato il ricorso al Tribunale del lavoro di Termini Imerese.

I lavoratori del comune di Bagheria, appresa la notizia della sentenza emessa dalla Terza Sezione della Corte di Giustizia Europea che dà forza alla direttiva n. 1999/70 dell’Unione Europea, si sono attivati per la creazione del blog-portale (www.cercasiprecario.it), una tra le azioni inserite nell’operazione “Cercasi precario” che, a differenza delle realtà sindacali, è totalmente gratuita e senza vincoli.

La normativa comunitaria disincentiva (nel caso di contratti stipulati per colmare posti vacanti o disponibili, o ancora per supplenze apparentemente temporanee ma che reiterate negli anni dimostrano che le esigenze siano stabili e non provvisorie), l’abuso di contratti a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni, per un periodo superiore ai 36 mesi. Superata quella soglia si creano i presupposti, per i lavoratori, per vantare il diritto ad un contratto a tempo indeterminato.

“Nel corso di questi anni, in Sicilia, enti locali, aziende sanitarie e ospedaliere, enti pararegionali e la stessa Regione siciliana hanno coperto tutti i posti liberi, vacanti e disponibili, ricorrendo a personale non di ruolo: noi, i precari”. Questa una delle accuse lanciata dai precari dell’amministrazione attraverso il blog creato, in prima battuta, per distribuire materiale informativo, permettere di scaricare la modulistica per il ricorso e raccogliere le esperienze dei tanti precari dell’isola.

L’episodio dell’amministrazione di Bagheria è solo il primo di una lunga serie. I due obiettivi sono: a) promuovere una procedura di infrazione davanti alla Commissione Europea, segnalando l’abuso della dell’utilizzazione al di fuori di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e la violazione della direttiva n. 1999/70, che da tale violazione scaturisce; b) agire davanti al Giudice del lavoro, affinchè questi interroghi la Corte di Giustizia Europea sulla incompatibilità con l’Ordinamento comunitario delle leggi che ci condannano al precariato a vita.

“I nostri legali – scrivono sul blog, dopo la sentenza della Corte Europea – hanno messo a disposizione in modo gratuito un atto di diffida e messa in mora per coloro i quali vogliano diffidare le amministrazioni di appartenenza. Allo scadere del termine di 30 giorni, concesso alle amministrazioni per la conversione del contratto di lavoro seguirà l’azione legale, davanti al Giudice del Lavoro, per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato. Coloro i quali sottoscriveranno gratuitamente la diffida saranno contattati dallo direttamente dallo studio per essere informati sull’azione legale e sulle modalità di partecipazione."

Per informazioni sull’azione legale è possibile telefonare al numero 091.7794561 o inviando una email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Abbaimo ricevuto stamane due precisazioni che ci spiegano che nell'articolo da noi tratto dal sito on line cercasiprecario.it, già pubblicato da altri siti, quali siciliainformazioni.it e blogsicilia.it, sono contenute delle imprecisioni.

In particolare questa è la precisazione inviataci da Gabriele La Piana:

Gentlissimi, in merito all'articolo da Voi tratto da cercasiprecario, tengo a precisare che contiene una serie di inesattezze ed alcune piuttosto gravi. Li abbiamo invitati a correggere l'articolo in quanto le inesattezze contenute potrebbero dare luogo a gravi fraintendimenti. L'articolo tra l'altro in toto riportato da www.bagherianews.com creerà il caos che si sta per scatenare nostro malgrado. Intanto è da precisare che non è nostro obiettivo la revoca della delibera di proroga che con enorme fatica siamo riusciti ad ottenere per mantenere lo status e non perdere la continuità nel rapporto con l'Ente.

Semmai il nostro intento è quello di non legare e far dipendere il nostro futuro dalle proroghe. Non addebitiamo al riguardo particolari responsabilità a questa Amministrazione ma a un sistema che ha creato tutto questo negli anni. 
Il nostro obiettivo - dipendente a tempo indeterminato - si può ottenere con un intervento normativo nazionale e/o regionale che ponga fine al precariato o altrimenti ricorrendo al giudice del lavoro come stiamo cercando di fare.. Nessuno, tengo a ribadire, richiederà revoca di delibere perchè questo significherebbe per noi restare a casa. Spero provvederete alla rettifica perchè in caso contrario questo potrebbe creare equivoci con l'Ente - Comune di Bagheria presso il quale prestiamo servizio. Altra inesattezza è la sede del Comune che è Corso Umberto I. Sperando che gli autori correggano così come richiesto ed al più presto, nell'invitarvi a seguire l'evolversi della vicenda che potrebbe così come rappresentata essere oggetto di gravissimi equivoci anche con l'Amministrazione, porgo cordiali saluti.

Gabriele La Piana

Pubblichiamo volentieri la precisazione fermo restando che non abbiamo alcuna responsabilità per le imprecisioni riportate nell'articolo. redazione bnews

 

La chiusura del Museo Guttuso oltre a rappresentare un segnale negativo sotto l'aspetto prettamente culturale lo rappresenta anche per lo sviluppo della nostra Città dalla quale in questi ultimi mesi si sono lasciati fuggire uffici e servizi importanti e che, continuando così, si avvia a diventare sempre più periferia di Palermo e non centro pulsante del nostro comprensorio.

Basti pensare che la decisione dell’Amministrazione comunale di chiudere il Museo, sorretta dalle scuse più improbabili, risulta incompatibile e mette a rischio una procedura già avanzata per la realizzazione di 5 importanti eventi culturali ( compatibili con i lavori di ristrutturazione e riqualificazione finanziati da due progetti POFERS nel corso di questi anni), itinerari "guttusiani" che rappresentano la stessa identità siciliana e che metterebbero Bagheria in sinergia con altre importanti Città culturali dell'Isola quali Palermo, Messina, Palazzolo Acreide (città barocca in provincia Siracusa) e altro ancora.

Daniele Vella,direzione regionale Pd.

Senatore GIUSEPPE LUMIA – Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali. – 

Premesso che:
apprendo dalla stampa la notizia che l’Amministrazione comunale di Bagheria ha deciso di chiudere il Museo “Renato Guttuso”, a causa degli scarsi introiti, derivanti dal basso numero di visite, che non consentono di coprire i costi di gestione;

il Museo Guttuso è una realtà artistica e culturale di grande importanza nazionale ed internazionale. Qui, infatti, si trovano alcune delle maggiori opere create da Renato Guttuso, pittore tra i più significativi dell’arte italiana del Novecento, donate dall’artista a condizione che fossero rese fruibili al pubblico. Inoltre il Museo contiene anche altre rilevanti opere d’arte, come alcuni quadri di Accardi, di Schifano, etc... ed ancora, una sezione dedicata all’arte tradizionale dei carretti siciliani decorati dai maestri Ducato e una dedicata alle fotografie di Mimmo Pintacuda e del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, nonché una preziosa collezione di manifesti cinematografici;
la stessa Villa Cattolica, che ospita il Museo Guttuso, è già di per sé un bene di grande valore storico ed architettonico. Si tratta, infatti, di una delle famose ville di Bagheria fatta edificare dal principe di Cattolica, Francesco Bonanno, nel 1736;

la chiusura del Museo oltre a rappresentare una grave perdita culturale per la città di Bagheria mette a rischio la stessa permanenza delle opere di Guttuso nel nostro Paese, poiché Fabio Carapezza Guttuso, erede e custode del patrimonio artistico dell’artista, ha fatto sapere che per rispettare la volontà del pittore è pronto a ritirare le opere e a farle esporre altrove: vista la caratura dell’artista è scontato che i più importanti musei stranieri faranno a gara per ospitare le opere di Guttuso;

la permanenza del Museo ha un valore simbolico rilevante, perché racchiude una rappresentazione artistica di alto livello di uno spaccato di Sicilia e di Italia. Come ha dichiarato lo stesso Carapezza Guttuso alla stampa: «questo Museo non è solo un luogo di cultura ma un presidio di legalità, rappresenta la storia di Bagheria, un microcosmo in cui si vede la parte più bella della città»;

la decisione dell’Amministrazione comunale, inoltre, stride con l’inizio nei prossimi mesi dell’avvio dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione di Villa Cattolica, ovvero dei locali del Museo, derivanti da un finanziamento di 4.5 milioni di euro ottenuto dall’Amministrazione precedente con l’approvazione di due progetti POFERS;

tale scelta appare altresì incomprensibile in considerazione di una già avanzata procedura amministrativa che coinvolge cinque importanti eventi culturali; 

esiste il reale problema della sostenibilità economica del Museo e del dissesto finanziario in cui versa il Comune di Bagheria. A fronte di 20 mila euro derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso per la visita del Museo il Comune eroga 480 mila euro per il pagamento delle competenze agli impiegati del Comune; 

la chiusura non è la soluzione obbligata di un problema di gestione assai oneroso per un Comune già in grave sofferenza economica. Considerato inoltre che le provvidenze finanziarie per il suo mantenimento, a partire dal 1998, sono state sostenute dalla ex tabella H della Regione Sicilia ed i grandi eventi culturali sovvenzionati dalla progettazione POR Sicilia 2000-2006. Il Museo Guttuso, infatti, ha una potenzialità artistica tale da poter rappresentare una fonte di ricchezza non solo culturale per Bagheria, ma anche economica ed occupazionale;
va da sé che qualsiasi soluzione deve affrontare la questione a livello strutturale al fine di rendere il Museo sostenibile e produttivo. Sono diverse, pertanto, le strade percorribili, e già ipotizzate, prima di giungere ad una decisione così estrema come la chiusura: dall’avvio di una governance istituzionale che coinvolga le istituzioni regionali e nazionali al fine di trovare una soluzione efficace, alla creazione di una Fondazione …,

Si chiede pertanto di sapere:

se il Ministro in indirizzo, visto il rilievo culturale ed artistico del Museo Guttuso, ritenga intervenire direttamente con un finanziamento economico al fine di mantenere aperto il Museo ed impedire così che le opere di Guttuso, nonché le altre, vengano spostate in altri musei nazionali o internazionali; 
se intenda promuovere l’istituzione di un tavolo di interlocuzione tra il Comune di Bagheria, la Regione Sicilia, lo stesso Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gli Archivi Guttuso di Roma e l’Università degli Studi di Palermo, affinché si possa predisporre un piano di gestione che renda fruibile il Museo e ne consenta la sostenibilità economica.


 

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