Scene dall'impresa garibaldina 4 Puntata

Scene dall'impresa garibaldina 4 Puntata

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Attacco a Palermo. Scendono da Gibilrossa la mattina del 27, domenica, alle prime ore; arrivano ad Acqua dei Corsari dove sostano.

E’ là che Bixio e La Masa si scontrano in un duello alla sciabola . Tra i due c’era stato un diverbio  e Bixio, irascibile com’era, all’altro aveva urlato di chiamarsi La Merda e non La Masa.

Ma tra loro già da  prima non correva buon sangue e se non fosse intervenuto il Sirtori…; ad Acqua dei Corsari si dispongono  in due file ai lati della strada, preceduti da trenta Cacciatori delle Alpi , attraversano Settecannoli  rompendo quelli delle bande la consegna del silenzio, gridano e sparano , i napoletani non verranno colti di  sorpresa, per entrare a Palermo debbono combattere strenuamente a porta Termini, a porta  Sant’Antonino e, più giù, verso il mare, a porta Reale passando da villa Giulia e dall’orto botanico.

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Tra il ponte dell’Ammiraglio, dove ebbero il primo scontro con i napoletani, e porta Termini, Luigi Tukory, che era stato alla testa dell’avanguardia, trenta baionette nelle mani degli altrettanti Cacciatori delle Alpi, viene fermato da una palla che lo colpisce al ginocchio sinistro.

 

Dovettero trasportarlo da un luogo all’altro a causa del bombardamento della città. Scrive l’Adamoli: “Cairoli appena colpito era stato trasportato all’ospedale di Sant’Anna, ove, mentre gli si facevano intorno medici ed infermieri, una bomba cadde fra il suo e il letto accanto in cui languiva il colonnello ungherese Tukory. Lo sconquasso pose in fuga il personale dello stabilimento e i due valorosi uomini rimasero del tutto alcune ore abbandonati” . ( 29 )

I due verranno trasportati altrove; Luigi Tukory nel palazzo del principe di San Lorenzo ; là andava a visitarlo Pietro Ripari, medico-chirurgo in capo degli ospedali militari di Palermo. ( 30 )
La mattina del primo giugno il Tukory subì l’amputazione della coscia sinistra; non stette bene neppure dopo quella mutilazione.

Infatti: “Al maggiore Tukory fu amputata la gamba; povero amico, egli non avrà più parte al resto della campagna; e temo forse anche non vedrà più l’esito della campagna nostra perché la sua vita è in grave pericolo”. ( 31 )

Morì infatti per complicanze secondarie alla gangrena alle undici della sera del 6 giugno. Alle quattro e mezza del pomeriggio del 7 giugno si svolse il funerale. “Il convoglio dal palazzo di San Lorenzo  conduceva la fredda salma alla sepoltura preparatasi nella chiesa Sant’Antonino dei minori riformati. Si  notavano nella folla molte gentili ed eleganti signore della città e distinti e cospicui cittadini. Le barricate attraversavasi qua e là per dar passaggio al feretro. Dai balconi della via Maqueda versavansi sul cadavere fiori e corone. Entro la chiesa un sacerdote pronunciava poche ma accomodate parole d’encomio”. ( 32 )

Lo stesso Garibaldi si incaricherà della commemorazione del maggiore Tukory nominato colonnello prima della sua morte ( o fu solo un proclama che scrisse alla popolazione palermitana? )

Secondo Giuseppe Cesare Abba ( 33 ) e secondo Giulio Adamoli ( 34 ) il corteo si forma invece nella chiesa di San Giuseppe dei Teatini, ai Quattro Canti. Per andare dove? Al cimitero civico come scrive Bixio nel suo diario? ( 35 )

Ma Bixio non partecipò a quel funerale. Ne aveva fatta una delle sue, davvero grossa stavolta, e Garibaldi gli aveva dato gli arresti di rigore.

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Vediamo cosa era successo.

Alle due pomeridiane del 6 giugno era arrivata a Palermo, dopo essere sbarcata a Marsala ( anche questa! ) la seconda spedizione garibaldina con uomini ( forse 69 ), armi (tremila fucili ), munizioni (un milione di cartucce ) e altro.

Carmelo Agnetta la guidava insieme ad un altro, tale Faldella. L’Agnetta attendeva d’essere al cospetto di Garibaldi.

Secondo Abba e secondo Adamoli naturalmente nella chiesa di San Giuseppe dei Teatini dove il Bixio preparava il corteo per il funerale di Luigi Tukory. Giuseppe Bandi
scrive invece che l’Agnetta, con i suoi e con il carico, si era presentato al quartier generale di Garibaldi, a piazza Pretoria. Quel giorno i borbonici avevano firmato la capitolazione, era il 6, c’era il funerale dell’ungherese; ( 36 )

Ed ecco ancora un altro, Giuseppe Oddo, che è d’accordo col Bandi. ( 37 ) Che il fatto si sia verificato in una chiesa ( che una bomba aveva scoperchiato) o nella piazza del Municipio, il giorno dell’arrivo dell’Agnetta o l’indomani, perché il giorno dopo furono i funerali essendo il 6 pomeriggio il Tukory ancora vivo, nessuno mette in dubbio che lo schiaffo sia stato dato.

Nino Bixio era “così agitato, per chi sa quali pensieri, che si adirava di nulla”. ( 38 )

In quello stato d’animo ordinò ad Agnetta di disporre i suoi volontari nel corteo funebre e quell’altro, semplicemente, pare che gli avesse chiesto chi fosse per dare degli ordini.

E fu a quel punto che il Bixio lo schiaffeggiò. Ne venne fuori un parapiglia che ebbe termine solo con l’intervento dello stesso Garibaldi.

Scrive Giuseppe Bandi: “Il dittatore condannò Nino Bixio a star prigione nelle sue stanze e l’uomo fortunato ebbe ( dicono ) per consolatrice della prigionia una ninfa gentile”. ( 39 )

Biagio Napoli

Le precedenti puntate, che troverete archiviate nella sezione Cultura del nostro sito, sono state pubblicate rispettivamente il 10, il 17 e il 24 febbraio 2013.

Riferimenti bibliografici
29)Giulio Adamoli, Da San Martino a Mentana: ricordi di un volontario, Fratelli Treves Editori, Milano 1892, p. 101, www.fondazionefeltrinelli.it/feltrinelli.../cms.view?

30) “Ho visitato qualche casa di gran signori, di principi, perché feriti nostri in esse. Vi ho trovato l’educazione la più squisita, il lusso di Lombardia. Degno soprattutto, il principe di San Lorenzo il quale ha  disposto la sua casa ad ospedale mettendo tutto del suo”. Lettera di Pietro Ripari dall’Unità Italiana del 27 giugno 1860 in La spedizione garibaldina di Sicilia e di Napoli…, op. cit., p. 95,

31)Diritto del 10 giugno 1860 in La spedizione garibaldina di Sicilia e di Napoli…, op. cit., p. 65,

32)L’Insurrezione siciliana ( aprile 1860 ) e la spedizione di Garibaldi: storia popolare, cronologica, aneddotica con note, lettere, dispacci e comunicazioni ufficiali per cura di L.E.T., Tipografia Fratelli Borroni, Milano 1860, p. 199, books.google.com/…/L_Insurrezione_siciliana_aprile_1860_e_I.htm.l…

33)Giuseppe Cesare Abba, Vita di Nino Bixio, in Federico Donaver, La spedizione dei Mille, Libreria Nuova di F. Chiesa, Genova 1910 p. 42,openlibrary.org/ia/laspedizionedeim00dona

34)Giulio Adamoli, op. cit., p. 91,

35)Federico Donaver, op. cit., p. 142,

36)Giuseppe Bandi, op.cit., parte 2°, cap. X,

37)Giacomo Oddo, op. cit., pp.473-474,

38)Giuseppe Cesare Abba, vita di Nino Bixio, in Federico Donaver, op. cit., p. 142,

39)Giuseppe Bandi, op. cit., parte 2°, cap. X.