Scene dall'impresa garibaldina - di Biagio Napoli --- 1 Puntata

Scene dall'impresa garibaldina - di Biagio Napoli --- 1 Puntata

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La storia, soprattutto quella recente e che ci riguarda più da vicino, deve essere patrimonio comune di conoscenze e di comprensione per potere  interpretare anche le vicende del presente. Biagio Napoli cultore di cinema e di storia, con la accuratezza e la passione che lo contraddistingue ha ricostruito per noi attraverso una mole impressionante di testi, di documenti e  di tstimonianze una delle pagine più note ma anche più controverse della storia della Sicilia e d'Italia, e cioè la Spedizione dei Mille. La pubblicheremo in quattro puntate su bagherianews la domenica mattino. Quella di oggi è la prima. redazione bagherianews.com

 

IN  ROTTA  VERSO  LA  SICILIA

Giunsero nell’isola su due navi al cui fianco una caldaia a vapore muoveva delle pale cioè su due navi a ruota. Sul Piemonte, governato dal siciliano Salvatore Castiglia, navigavano Garibaldi e il suo stato maggiore. Il Lombardo era invece guidato da Nino Bixio che aveva esperienza di marinaio. Alla risposta di un caporale che a lui non piacque, “Bixio giù! Gli scaraventò un piatto in faccia”.

Convocò tutti a poppa, “ritto lassù che pareva lì per annientarci. E parlò: “…Qui comando io! Qui io sono tutto, lo Czar,  il Sultano, il Papa, sono Nino Bixio! Dovete obbedirmi tutti; guai a chi osasse un’alzata di spalle, guai chi pensasse di ammutinarsi! Uscirei con il mio uniforme, con la mia sciabola, con le mie decorazioni e vi ucciderei tutti!” ( 1 ).

SBARCO  A   MARSALA

“I due vapori filarono dritto sul porto; il Piemonte gettò l’ancora al sicuro dentro il molo nel bel mezzo dei bastimenti mercantili inglesi, ma il Lombardo del Bixio che pescava più acqua, si arenò nei bassifondi alla bocca del porto a poco meno di cento metri dal faro”. ( 2 )

Avvenuto lo sbarco “Garibaldi… si occupò del suo esercito che vedeva tutto schierato per la prima volta sotto i suoi occhi: che esercito! Non arrivavano a centocinquanta quelli che indossavano la camicia rossa: altri erano in borghese. Giuseppe Sirtori, capo dello stato maggiore, era vestito in nero, col cappello a cilindro: curiosa figura tra il medico e il prete; Nullo portava un mantello bianco, come capo delle guide; Turr vestiva all’ungherese; Bixio indossava l’uniforme di tenente colonnello piemontese: grado che egli aveva nel 34° di linea; Crispi anche lui in abito nero; la signora Montmasson vestiva da uomo, e Garibaldi indossava il famoso puncho, e sotto il puncho la camicia rossa, e in testa un berretto tondo. Giuseppe Campo portava la bandiera”. ( 3 )


UNA  BANDIERA   A   CALATAFIMI

Il primo scontro tra garibaldini, bande siciliane e napoletani avvenne a Calatafimi, il 15 di maggio.
Quel giorno il generale comandante Francesco Landi invia una lettera a S.E. Paolo Ruffo, principe di Castelcicala scrivendo tra l’altro: “I nostri hanno ucciso il gran comandante degli italiani e presa la loro bandiera che noi conserviamo”.

Quello scritto non giunse mai al luogotenente del re. Venne infatti intercettato e su di esso Stefano Turr, primo aiutante di campo di Garibaldi, appose un commento. E scrisse che la morte del generale delle camicie rosse era, naturalmente, una sciocchezza; quanto alla bandiera, essa “non era di battaglione, ma semplicemente una delle tante che esistono a volontà”.( 4 )
Comincia proprio con il Turr quella mistificazione che dà pochissima importanza all’episodio della bandiera e che gli scrittori di parte antiborbonica minimizzeranno fino, addirittura, a negarlo.
Ecco cosa scrive Federico Engels:I napoletani dichiarano di avere conquistato una delle bandiere di Garibaldi in questo scontro, ma, avendo trovato essi una bandiera dimenticata a bordo di uno dei battelli abbandonati a Marsala, è possibile che abbiano esibito quella stessa bandiera a Napoli come prova della loro pretesa vittoria”. ( 5 )

Se Engels esagera, altri memorialisti seguono dunque il Turr e affermano che si trattava di una bandiera qualsiasi. Valga per ogni altra la seguente affermazione: “Quasi tutti i volontari portavano una piccola bandiera nazionale che facevano sventolare nei momenti di gioia, o quando incontrati dalle popolazioni siciliane dovevano rispondere con festa degna di soldati”. ( 6 )

Ma era davvero una bandiera qualsiasi?

No, perchè essa era, invece, “ tutta una storia: a Garibaldi l’avevano donata i fieri abitanti di Valparaiso” ( 7 ) quando, la primavera del 1855, il generale toccò quel porto.

Era dunque “la bandiera di Garibaldi…la ricca bandiera”, ( 8 ) “il vessillo dei Mille”, ( 9 ) una bandiera “bellissima e ricchissima, anzi sontuosa… di seta fortissima.

Su di un lato vi si vedeva l’Italia in forma di donna augusta, trionfante su catene spezzate ed armi d’ogni sorta, tutto trapunto in argento e oro. Sull’altro lato in grandi caratteri d’oro si leggeva:  A Giuseppe Garibaldi   Gli italiani residenti in Valparaiso.

1 Puntata  Continua.....

Riferimenti bibliografici

1)Giuseppe Cesare Abba, Da Quarto al Volturno, Noterelle di uno dei Mille, p. 12, 
www.liberliber.it/.../a/abba/da_quarto_al_volturno/pdf/da_qua_p.pdf
2)George Macaulay Trevelyan, Garibaldi e i Mille, Zanichelli, Bologna 1909, p. 304,
archive.org/details/garibaldiei mille00trev
3)Raffaele De Cesare, La fine di un regno, parte II, S. Lapi Tipografo-Editore, Città di Castello, 1900, p. 209,
archive.org>Ebook and Texts archive> American Libraries
Giuseppe Campo, portabandiera dei Mille, aveva capeggiato la rivolta antiborbonica dell’ottobre 1859
a Bagheria. Era poi riuscito a raggiungere casa propria, a Palermo, dove si era nascosto, travestito da
prete. Il 6 novembre si imbarcò per Genova travestito, stavolta, da marinaio, per tornare in Sicilia con
Garibaldi.
4)Francesco Guardione, Il dominio dei borboni in Sicilia dal 1830 al 1861, vol. 2°, Società Tipografico-
Editrice Nazionale, Torino 1907, pp. 325-326,
archive.org/…/il dominiodei bor02guargoog/ildominiodeibor02guarg…
5)Federico Engels, Garibaldi in Sicilia, in Marx-Engels, Opere Complete 1859-1860, vol. XVII, Editori
Riuniti, Roma 1986, pp. 392-396. L’articolo apparve sul “New York Daily Tribune”, n.5979, 22 giugno
1860, Editoriale e fu scritto intorno al 7 giugno 1860.
www.bibliotecamarxista.org/autor/Friedrich_Engels.htm
 6)Giovanni La Cecilia, Storia dell’insurrezione siciliana e dei successivi avvenimenti per l’indipendenza
ed unione d’Italia e delle gloriose gesta di Giuseppe Garibaldi, vol. 1°, Libreria di Francesco Sanvito,
Milano 1860, p. 108,
books.google.com/books/…/Storia_dell’_insurrezione_siciliana.html?i…
7)Giacomo Oddo, I Mille di Marsala, scene rivoluzionarie, Giuseppe Scorza Di Nicola Editore, Milano
1863, p. 241,
books.google.com/books/about/I_mille_di_Marsala.html?id…
8)Giuseppe Bandi, I Mille da Genova a Capua, parte 2°, cap. 6°, 
www.liberliber.it/mediateca/libri/b/bandi/i_mille/.../bandi_i_mille,pdf
9)Francesco Guardione, op. cit., p. 324,