E’ un ritratto sconvolgente che Piero Montana fa emergere per la prima volta in superficie “dalle acque torbide” della vita e delle opere di Michelangelo Merisi.
Un ritratto che proietta una luce inquietante sul Caravaggio di cui oggi si celebra il quattrocentesimo anno dalla morte.
Le fonti a cui fa riferimento Montana sono solo le opere dell’artista e una certa intuizione di Giulio Carlo Argan che per primo sospettò il Merisi di eresia.
Montana si spinge molto più in là in uno spazio tenebroso avvolto dal mistero, di cui però squarcia impietosamente i veli, rivelando della personalità del grande artista del 600 tratti fin’ora inesplorati.
Dalle opere del Merisi si evince infatti che l’artista trafficò con le scienze occulte, a cui fu presto (1595-8) iniziato dal Cardinale Del Monte suo amico e mecenate.
Per il cardinale Del Monte il Caravaggio infatti affrescò il soffitto del suo laboratorio alchemico (1596), realizzando ancora opere come “La chiromante” (1596-8).
Dalle opere di Caravaggio Montana fa emergere una cultura che fu propria di quel tempo, intrisa di magia ed alchimia.
Una cultura questa, che solo può essere apparentata con il pensiero magico –filosofico di Giordano Bruno, con il quale presenta notevoli affinità, e da cui si differenzia solo negli espedienti esoterici con i quali viene divulgata nelle sue opere pittoriche.
A differenza di Bruno, nel campo delle scienze occulte, Caravaggio si spinse però fino ad un punto “di non ritorno”.
Da qui la febbre, l’inquietudine, il terrore, la consapevolezza di aver perso completamente e letteralmente la testa, scommettendola con il diavolo. La prima versione del dipinto “ Davide e Golia”- sappiamo che il volto decapitato di Golia fu un autoritratto del pittore- venne eseguito tra il 1597 ed il 1598, gli anni in cui visse con il cardinale Francesco Maria del Monte, quindi molto prima dell’omicidio di Ranuccio Tommasoni avvenuto il 28 maggio 1606.
Il quadro in questione eseguito su commissione dello stesso cardinale è una testimonianza esplicita ed inquietante dei rapporti che egli ebbe con quest’ultimo e tramite il Del Monte con forze oscure, diaboliche, di cui l’artista, da allora sempre all’erta, sempre in guardia e perennemente in fuga si sentì perseguitato, tanto da dormire vestito ed armato.
Nella lettura di Montana opere capitali come “L’estasi di san Francesco”(1595-1600), “Il sacrificio di Isacco” (1605?) nella doppia versione notturna e diurna, “ La decollazione del Battista” (1608), “La resurrezione di Lazzaro” (1609) mostrano chiaramente una visione eterodossa, il cui solo campo di interessi è formato dalle “conoscenze occulte”.
Pubblicato da Montana sul suo blog www.pieromontana.com “Caravaggio- L’opera occulta” è uno studio in profondità, mai raggiunte prima, in cui magia, cabala ed alchimia mostrano un intrinseco rapporto con alcune delle opere più importanti del Merisi.
Louis Cypher