"I ragazzi di via Sant'Angelo. Tornatore & Co. dal 1975 al 1980" - di M. Aiello e B. Napoli

"I ragazzi di via Sant'Angelo. Tornatore & Co. dal 1975 al 1980" - di M. Aiello e B. Napoli

cultura
Typography



Molti bagheresi sanno che tra i nostri concittadini la passione per la cultura e, in particolare per il cinema, è forte e radicata: come dice Nino Morreale “Bagheria è un paese ad alta densità di intellettuali oltre che di mafiosi”,

forse solo alcuni sanno che la vita civile e associativa dei bagheresi è stata ed è, magari altrettanto ricca , ma travagliata e sofferta.

Tante energie, buone idee e belle realtà, frutto di intelligenza e creatività, sono spesso svanite, per tanti e solidi motivi, nella caotica dinamica sociale di Bagheria degli ultimi trent’anni.
Un filo rosso, tra i pochi, però rimane ancora abbastanza continuo: l’interesse per la cultura del cinema e dintorni.

La presenza e l’esempio di Tornatore, di altri giovani operatori del settore che in modi diversi continuano a lavorare e creare, lo spazio che l’Università sta costituendo in città e fra i giovani, la persistenza di associazioni e/ cineclub dal dopoguerra ad oggi, la pubblicazione di libri che parlano dello spettacolo cinematografico, l’attività delle scuole… ci parlano di questa passione o meglio, come spesso diciamo, delle tante anime di celluloide bagheresi.

Non è un caso che si stia realizzando un film che si chiama Baarìa.

Dal 1975 al 1980 un gruppo, abbastanza numeroso e variegato di persone diede vita al Circolo di cultura L’Incontro, proprio in via Sant’Angelo 15, a due passi dallo stratunieddu.
Peppuccio Tornatore chiama affettuosamente quell’avventura, nella postfazione al volume “la piccola epopea del circolo L’Incontro”.

Proprio della passione per la cultura e per il cinema, ma non solo, il libro I ragazzi di via Sant’Angelo vuole raccontare.

Una storia, forse comune a tanti giovani, in tanti altri luoghi, che è però la nostra, quella di baarioti desiderosi di incontrarsi, mettendo da parte le differenze e valorizzando ciò che si aveva in comune, sul terreno dell’arte, della diffusione della consapevolezza dei gravi problemi che affliggevano, e ancora affliggono la nostra città.

Le vicende dei soci e degli animatori del Circolo sono state sicuramente importanti nella formazione personale e comunque hanno inciso molto nelle scelte di vita di tutti coloro che le hanno vissute intensamente.

Quando l’amicizia cresce insieme alle cose belle che si fanno insieme,
soprattutto se difficili, non si interrompe mai: per Mimmo, per Biagio così come per Peppuccio, Paolo, Nino, Michele, Angelo, Agostino, Gino, Stachino… e tutti gli altri riprendere a parlare del circolo è stato un fatto normale, come di una emozione viva e presente.

Tutti abbiamo collaborato a chiarire, ricordare, raccontare… il circolo.
Non abbiamo voluto fare solo la storia di un’esperienza sociale degli anni Settanta, abbiamo voluto ridare l’odore di quegli anni, descrivere le speranze come le delusioni, cercare di capire i perché dell’impegno e del disimpegno di chi animava il circolo e di chi non ci voleva mettere piede.

Il nostro racconto sicuramente avrà tanti limiti e difetti però un pregio c’è: parla del recente passato guardando all’oggi, ai bagheresi che ancora vogliono cambiare, in meglio, la città.
I baarioti, in gran parte siamo eredi di una grande cultura civile, quella degli artigiani e dei contadini così come dei commercianti e degli imprenditori, e se le radici sono ancora buone c’è speranza per Bagheria: Spes contra spem.
Adesso è ora di smetterla con le chiacchiere e di costruire spazi civili nei quali i giovani bagheresi possano crescere meglio e tornare a sentirsi parte di una comunità, essere cittadini eredi di una storia e orgogliosi di volere e sapere fare meglio.


Mimmo Aiello e Biagio Napoli

Presentazione del libro domenica 29 marzo ore 17.00, Villa Cattolica